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Mefit replica a Flora Toscana: "Concorrenza scorretta, distorce la realtà del mercato"

22/1/2016 - 11:11

PESCIA - «E’ davvero curioso, ma contraddittorio, scorretto e poco credibile, che un soggetto economico come Flora Toscana, che si autodefinisce non in concorrenza “con il Mefit/Comicent” e non interessato alla sua chiusura, investa del tempo per scrivere (“come normali cittadini” sic!), proprio nel momento in cui gli attuali vertici del Mefit attendevano in silenzio l’esito del bando del sindaco Giurlani per nuove candidature alla guida dell’azienda speciale che gestisce il mercato dei fiori pesciatino, un comunicato e un successivo post che distorcono pesantemente la realtà di tale mercato e rappresentano di fatto un attacco sia a chi lo gestisce sia ai florovivaisti e commercianti di fiori e piante che vi operano. Del resto le contraddizioni non sono nuove a Flora Toscana, come testimoniato dall’abitudine a denunciare l’utilità del mercato e al tempo stesso utilizzarlo da regolare iscritta. Ci sarebbe davvero da ridere, soprattutto quando si ricorre a sproposito allo stereotipo di “Pantalone”, se in questa vicenda non fosse coinvolto un indotto di centinaia di famiglie, per circa 4000 persone, e un giro d’affari annuale intorno agli 80 milioni di euro. Assai di più dei circa 27 milioni di euro di fatturato al 30 novembre di Flora Toscana, a quanto si può dedurre dagli sparuti dati contenuti nel loro comunicato del 12 gennaio scorso (ben poca cosa rispetto alla messe di dati che il Mefit mette a disposizione dell’amministrazione comunale e dell’opinione pubblica). Per fortuna, grazie alla proroga fino al 31 gennaio concessaci dal sindaco, possiamo rispondere alle affermazioni deformanti ai danni nostri e del mercato contenuti in quei due testi del 19 gennaio».


Inizia così la replica dell’amministratore unico del Mercato dei fiori della Toscana – città di Pescia, Franco Baldaccini, con il pieno sostegno del direttore Fabrizio Salvadorini, al comunicato stampa e al testo pubblicati il 19 gennaio scorso sul sito Internet della cooperativa Flora Toscana e subito ripreso da alcuni notiziari web. Ma Baldaccini e Salvadorini, benché delusi da questa uscita di Flora Toscana, non si limitano a replicare all’attacco e colgono l’occasione per precisare, a vantaggio dell’opinione pubblica interessata all’argomento, alcuni punti toccati in maniera distorsiva dal comunicato di Flora Toscana. Ecco i chiarimenti di Mefit punto per punto.


1) Non è vero che all’assemblea pubblica del 30 dicembre al Mefit “svariati interventi dal palco e dalla tribuna l’avessero chiamata in causa [Flora Toscana, ndr] dicendo vere e proprie falsità”, anche se è vero che quando è intervenuta Luciana Romiti, esordendo con una battuta che elogiava la regolarità contributiva della propria cooperativa e alludeva implicitamente a una mancanza di regolarità fiscale delle compravendite fra gli operatori del Mefit (accusa ribadita nel comunicato del 19 gennaio da Flora Toscana), ella ha subito diversi fischi e interruzioni da parte di alcuni operatori. Interruzioni e fischi da cui, guidati dal sindaco, ci siamo dissociati, nonostante che siamo stanchi di sentire queste accuse di irregolarità fiscale sparate senza nomi e cognomi.Nell’attività dell’azienda speciale Mefit c’è la massima trasparenza e rispetto delle leggi. Se Flora Toscana ha notizie di irregolarità fiscali tra gli operatori, le denunci una volta per tutte e magari smetta, per coerenza, di fare affari in un ambiente di presunti evasori. Anche a noi preme la regolarità delle compravendite. Per inciso, già in passato autorevoli operatori iscritti al Mefit, in occasione di precedenti attacchi di Flora Toscana all’asserito “non concorrente” Mercato dei fiori, ebbero modo di replicare a tale generica accusa da parte della cooperativa. Ad esempio il presidente del circolo di Legambiente Valdinievole Maurizio Del Ministro, commerciante iscritto al Mefit, nel marzo 2014 dichiarò: «sulle vendite in nero non posso garantire per tutti (neppure per chi opera fuori dal mercato) ma è un’accusa veramente molto datata, personalmente, ma potrei parlare per tutti gli altri commercianti, devo dire che la merce arriva tutta fatturata e così facciamo ai nostri clienti ed è così da molti anni».


2) Non è vero che Flora Toscana non sia anche in concorrenza con il Mefit. Flora Toscana offre infatti ai produttori forme di commercializzazione dei loro fiori e piante alternative al mercato. Quindi, per dirla in parole semplici, i produttori possono scegliere fra i loro servizi e quelli offerti dal Mefit in base, da un lato, al rapporto qualità-costi degli stessi e, dall’altro, alle caratteristiche ed esigenze aziendali (per alcune aziende sarà più conveniente iscriversi al mercato e svolgere autonomamente la fase della vendita, per altre invece diventare socie della cooperativa che effettuerà la commercializzazione attraverso i suoi canali).

 

Chiarito questo, siamo noi i primi a credere che si tratti di una concorrenza fisiologica e sana, che può far bene all’economia del settore florovivaistico. Il problema è che, al di là degli artifici retorici dei suoi comunicati stampa, chi non pare pensarla così è proprio Flora Toscana, che evidentemente teme oltre misura la concorrenza del mercato. Altrimenti perché cercare di impedire al Mefit e ai suoi operatori, con comunicati di disturbo e tendenziosi, di ottenere quei lavori di messa in sicurezza dell’immobile che erano state pattuiti (e con cifre ben più alte) tanti anni fa tra Comune di Pescia e Regione Toscana? Altrimenti perché ostacolare il mercato proprio quando il sindaco e il Mefit, insieme alle associazioni di categoria, si sta avviando a fare quella pianificazione per il futuro e quegli investimenti che non sono possibili senza la certezza di avere a disposizione un immobile agibile per un arco temporale pluriennale?


3) E con questo abbiamo toccato una terza accusa di Flora Toscana. E’ parzialmente vero che alcuni operatori sono timorosi di affrontare i cambiamenti collegati all’attuazione di un piano di sviluppo e innovazione, auspicabilmente nell’ambito di un Progetto integrato di filiera cofinanziato dal Psr. Ma il Mefit e il sindaco di Pescia certamente non lo sono. E, anzi, il nostro obiettivo è proprio quello di coinvolgere gli operatori su questa strada spingendoli a fare gli investimenti necessari (ma commisurati alle loro forze). Il fatto è che se non si risolve prima o contestualmente, come stiamo provando a fare, il problema della struttura e della sua disponibilità pluriennale, nessuno sarà ovviamente disposto a investire: né fra gli operatori né fra eventuali nuovi soggetti economici esterni interessati a una struttura con tali caratteristiche.


4) Nel comunicato di Flora Toscana è scritto, con non poca ambiguità, che “Il mercato è una ricchezza per il nostro comprensorio. Ha cambiato la sua funzione nel tempo: da punto di partenza delle produzione della zona, a punto di distribuzione territoriale; da piazza di contrattazione, ad area di scambio ed immagazzinaggio temporaneo. In ogni caso è uno strumento positivo, anche se ormai non più decisivo, per il territorio”. Ecco, intanto, sul fatto che non sia decisivo, riportiamo quanto dichiarato da Cristiano Genovali, floricoltore e presidente del mercato dei fiori di Viareggio nonché presidente dell’Associazione nazionale piante e fiori d’Italia, l’ex organo di collegamento di settore delle camere di commercio, durante l’assemblea del 30 dicembre: la chiusura del mercato dei fiori di Pescia «sarebbe deleteria per tutti, anche per la floricoltura di Viareggio, perché non c’è una struttura in grado di assorbire quanto viene fatto qui al Mefit né a Viareggio né nelle cooperative». Inoltre, dire che il mercato è diventato “un’area di scambio ed immagazzinaggio temporaneo” è fuorviante. Gli acquirenti e i venditori non fanno scambi (forse si pensa ancora ai baratti?), ma contrattano il prezzo dei singoli prodotti, per quantità, giornalmente, come si fa su ogni mercato nel mondo. Il sistema logistico e di trasporti serve ad assicurare quegli stoccaggi e movimentazioni dei prodotti che i singoli operatori non sono in grado di fare da soli.


5) Si arriva poi all’affermazione che l'immobile di via Salvo D’Acquisto dove viene svolto il servizio pubblico di mercato all’ingrosso di fiori e piante sarebbe “una struttura sbagliata concettualmente per l'utilizzo a cui è destinata”, magari, come è stato detto da altri in più occasioni, anche sull’onda del luogo comune che sia troppo grande. Ma alcuni dati dovrebbero sgombrare il campo da tale luogo comune: la struttura ex Comicent accoglie oltre centomila veicoli l’anno, ha un’area per le contrattazioni (11 mila mq) che in alcuni periodi dell’anno è occupata interamente dagli operatori e dispone di magazzini per oltre 11 mila mq occupati dagli iscritti al mercato per oltre il 90% in alcuni periodi, e tutto ciò nonostante la crisi economica (chissà cosa succederà quando l’economia ritornerà a pieni giri!). Fra gli altri vantaggi competitivi della struttura vanno ricordati la posizione adiacente alla stazione ferroviaria e la comoda viabilità che la circonda. Se poi aggiungiamo l’ubicazione tra i borghi storici di Collodi Castello e Uzzano Castello e il fatto che è un’opera significativa dell’architettura contemporanea toscana, caratteristiche queste che in altri contesti (si pensi al polo fieristico della Fortezza da Basso di Firenze) vengono considerate dei punti di forza, non si capiscono i motivi dei frequenti attacchi alla struttura. In ogni caso, a proposito dell’immobile, se saremo confermati alla guida di Mefit, seguendo il suggerimento della parlamentare europea Silvia Costa di essere “un po’ visionari”, lanceremo un concorso di idee per ingegneri e architetti con l’obiettivo di riqualificare la struttura, risolvendo il problema della manutenzione dei vetri (uno dei fattori che incide negativamente sui costi di manutenzione, per il resto non così alti come si dice), e di renderla autosufficiente dal punto di vista energetico. E probabilmente avremo sorprese positive anche sul fronte dei costi dei lavori necessari per realizzare il progetto vincitore.

Fonte: Mefit
 
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22/1/2016 - 20:28

AUTORE:
Osservatire

Letto l'articolo sembra che il Mefit scoppi di salute ed allora perché non riesce a pagare la tassa sulla spazzatura e anzi chiede soldi dalla regione se ha tutta questa vitalità ?

22/1/2016 - 16:06

AUTORE:
cittadino di 8 anni

tutti sanno che dentro il mercato dei fiori c'è un mare di nero. anzi, un oceano di nero. fare nomi e cognomi è impossibile.