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In risposta a: del
Ferragosto nella Valle
AUTORE: Giovanni Sciabadu
email: [protetta]
15/8/2023 - 17:30
Ferragosto nella valle
quanto caldo che mi assale.
La grande umidità,
regina incontrastata
ogni pomeriggio
le colline di uzzano, cozzile
fin'oltre vangile tinge di grigio.
Il Pescia, che ormai stanco
scorre sotto al ponte Buggianese
silenzioso non porta più
l'aria delle colline
ed anche il padule tace.
Troverò un po' di refrigerio
All'ombra dei pini del vergaiolo?
In risposta a: del
Speranze racchiuse in un Cristallo Rosso
AUTORE: Gabriele Carradori
email: -
12/5/2023 - 23:56
Luna crescente
Accesa a Solferino
Il fondamental soccorso
Per un secolo breve
Di Dunant il ricordo
A San Martino una croce
L'impegno di Ginevra
E delle sue Sorelle
Le speranze racchiuse
In un cristallo rosso
In risposta a: del
E' NATO UN BAMBINO
AUTORE: Roberto Romani
email: -
24/12/2022 - 11:56
La mamma albergava nella casa che cura,
aveva le doglie, non aveva paura.
Strillava o taceva ed era piccino,
al mondo è venuto ed era un bambino.
La mamma albergava tra i monti lontani,
aveva le doglie, gli altri i pastrani.
Strillava o taceva ed era piccino,
al mondo è venuto ed era un bambino.
La mamma albergava tra la duna sabbiosa,
aveva le doglie e non era gioiosa.
Strillava o taceva ed era piccino,
al mondo è venuto ed era un bambino.
La mamma albergava sulla barca ondeggiante,
aveva le doglie ed era un migrante.
Strillava o taceva ed era piccino,
al mondo è venuto ed era un bambino.
La mamma albergava tra le case distrutte
aveva le doglie, le cose eran brutte.
Strillava o taceva ed era piccino,
al mondo è venuto ed era un bambino.
La mamma albergava tra niente o tra tutto,
aveva le doglie e donava il suo frutto.
Strillava o taceva ed era piccino:
è nato il Bambino!
Roberto
Auguri di Buon Natale
In risposta a: del
Per te
AUTORE: Roberto Romani
email: -
5/2/2022 - 12:44
Per te, che sei per me una fiammella,
che generasti il figlio con dolore,
e lo amasti con sì tanto amore,
molto di più della maggiore stella.
Per te, e il tuo stupendo viso,
che tra le braccia mi tenevi stretto
con smisurato infinito affetto,
e avevi sempre un vivido sorriso.
Per te, che per mano mi conducevi
e accompagnavi in ogni dove,
in tutti i giorni sempre pieni
di tenerezza dentro al cuore.
Per te canto questa canzone:
tu sei per me un grande lume
che mi guida in ogni direzione
e volteggia leggero come le piume.
In risposta a: del
La signora in blu
AUTORE: Agostino Saviano
email: [protetta]
16/12/2021 - 8:51
La signora in blu
Viaggio nel profumo delle onde bionde di spighe di grano.
Lontano si sente una vibrarazione del cuore.
Perché mi streghi così?
Ti darò tutto quello che vuoi.
E’ il sussurro di tutto il verde di questo prato costellato di fiorellini blu.
Non mi guardare negli occhi ché trema tutto me stesso.
Non voglio il tuo ricordo, voglio fiorire con te.
Una voce mi accarezza in un ricordo ovattato di melodia.
Ripeti il tuo motivo che ha in sé il cielo azzurro
nell’infinito del mio pensiero in cui brilla la luce della tua anima,
o signora dall’abito blu.
Rimani con me con i tuoi toni alti e modulati
come il sussurro del grano accarezzato dal vento dell’est.
In risposta a: del
Le Castella
AUTORE: Roberto Romani
email: [protetta]
2/12/2021 - 9:28
Sono dieci,
l’un dell’altra è più bella:
son chiamate Le Castella.
Da lontano già le vedi
se guardi su in collina
della “Svizzera Pesciatina”.
Ma il nome più corretto
della valle, che inizia dalla piana,
è quello antico di Valleriana.
Tutte son di bell’aspetto,
costruite anticamente
dall’amor di quella gente
che versò molto sudore,
ma giammai non si arrese
ad innalzare quelle chiese.
A noi restan dentro al cuore:
non si perda la memoria
della loro bella storia!.
In risposta a: del
La maestra
AUTORE: Roberto Romani
email: -
4/11/2021 - 15:04
Era un bambino come i bambini,
molto carino, coi ricciolini;
andava a scuola con nera blusa,
bianco colletto e sogni a iosa.
I suoi compagni erano tanti,
calmi o ribelli, tutti eran belli.
Andava di corsa alla mattina,
dentro alla borsa la merendina.
La sua maestra capofamiglia
un po’ rimbrotta, un po’ consiglia,
assai serena con molto amore
sempre sincera e tanto cuore.
Il banco nero per la lezione,
e poi di corsa a ricreazione
nel giardino sotto un bel pino,
dove si gioca a pista e tappino.
Ritorno a casa in compagnia
schiamazzando per quella via,
un po’ di corsa allegramente
con cielo scuro o sol lucente.
Era la scuola di quei bambini,
metà paesani, metà contadini:
per tutti quanti eran gran festa
con la lor cara bella maestra.
In risposta a: del
Il capo del capanno
AUTORE: Roberto Romani
email: -
29/10/2021 - 8:54
C’era un podere circoscritto,
contratto quinquennale in affitto,
diviso in parecchi orticelli
mantenuti da questi e da quelli.
C’eran pure dei capanni,
sia più piccoli che più grandi,
dove stavano nascosti
chi era abbarbicato a quei posti.
Quando c’era una riunione
per approvar deliberazione,
taluni che sostavano in quei capanni
cercavan spesso di far danni.
E per meglio centrare il colpo
fu deciso in modo stolto
di affidare il comando
ad un capo del capanno,
che nessuno aveva mai visto,
sconosciuto in qualsiasi registro,
additato come traditore,
detto anche Franco Tiratore.
In risposta a: del
Il 'Ventuno
AUTORE: Roberto Romani
email: -
16/10/2021 - 8:34
Erano pochi, erano violenti,
gridavano “boia chi molla”,
aggredivano le genti:
diventarono una folla!
Usavano bastoni
per compiere misfatti,
assaltavano le “Confederazioni”:
erano considerati matti!
Chi prendeva decisioni
era molto titubante
e il popolo dei bastoni
divenne governante.
Successero disgrazie,
successero tragedie,
finché insorsero le piazze
di genti molto serie.
Ma il seme del ‘Ventuno
non subì estinzione,
e rigermoglia nel ‘Ventuno
se non si fa attenzione.
In risposta a: del
I cervelli
AUTORE: Roberto Romani
email: -
11/10/2021 - 9:29
Sono piccoli, sono grandi,
sono tanti;
son di questi o di quelli:
sono i cervelli.
Alcuni son più grandi
e sono stupendi,
pochi son giganti
e sono sapienti.
La grande maggioranza,
e sono tanti tanti,
non mostra stravaganza
e son ben pensanti.
Poi c’è quel che resta:
sono fuor di testa,
sono ignoranti
e sono aberranti.
In risposta a: del
Un accidente
AUTORE: Roberto Romani
email: -
5/10/2021 - 8:36
C’era un campo molto grande
dove crescevano diverse piante,
e due erano in competizione
per la prima posizione.
Non si sa per quale inghippo
queste non sviluppavano diritto,
ma avevan come estro
di piegare verso il destro.
Poi avvenne un grande evento:
spirò forte un certo vento,
che da molto non s’era visto,
e spirava dal sinistro.
Quelle piante furon sorprese
dagli eventi di quel mese,
e pensaron per davvero
che ciò fosse un mistero.
Ma il vento fu così insistente
che le piante non ressero il colpo,
subirono un contraccolpo
e li prese un accidente.
In risposta a: del
Il "padreteno"
AUTORE: Roberto Romani
email: -
13/9/2021 - 10:56
In un certo grande Stato
un governo fu formato
dove c’erano ministri
i cui volti eran tristi.
I partiti che contavano
più o meno l’appoggiavano,
anche se tardi o presto
gli facevan tiro maldestro.
C’era un gruppo di ministri,
dagli sguardi un po’ sinistri,
che venivan bersagliati
da alcuni camerati.
“A causa Ministro Agricoltura
questo tempo fa frescura!
A causa Ministro Sanità
c’è uno che ben non sta!
E’ accaduto un brutto fatto
che qualcuno ha dato nel matto?
Il Ministro dell’Interno
deve andare all’inferno!”
Se durava questo governo
era merito del "padreterno",
che faceva tanti miracoli
per saltar tutti gli ostacoli.
AUTORE: Roberto Romani
email: -
16/8/2021 - 9:55
Vedo il cielo e la pianura,
vedo i monti e vedo il mare:
con la mente a navigare
fino a quanto il tempo dura.
Vedo azzurro, vedo il sole,
vedo alberi e ruscelli,
vedo prati molto belli,
vedo e miro senza parole.
Vedo spiagge brulicanti,
vedo gente riposare,
vedo barche veleggiare,
vedo acque scintillanti.
Vedo il sole all’orizzonte,
si riflette sulle onde,
e i barconi vedo andare
verso il largo a pescare.
In risposta a: del
Dal Magra ad Orbetello
AUTORE: Roberto Romani
email: -
5/8/2021 - 9:29
Mirare l’orizzonte
e vedere da quel monte
le meraviglie del creato,
di un mondo variegato.
Dalle Apuane vette
le viste son perfette:
il Magra fino alla foce
ammirare senza pose.
Le spiagge esuberanti,
le acque del mareggio
spumanti e luccicanti,
oltre Viareggio.
Contemplare gli spettacoli
di Piazza dei Miracoli,
della Torre Pendente,
e di tutto quell’ambiente.
Infine l’intera costa
che corre senza sosta
fino al mare bello
intorno ad Orbetello.
In risposta a: del
I pensieri
AUTORE: Roberto Romani
email: -
14/7/2021 - 12:39
Ero steso sopra un prato:
per non essere accecato
ho coperto viso e naso
col berretto di telato.
I pensieri di ogni cosa
si rincorrono a gran iosa,
ogni istante senza posa,
come leggere una prosa.
Ché di fatti avvenuti
ce ne son quanto i minuti,
sia noiosi che benvenuti,
visti gli anni che son venuti.
Poi mi sono addormentato,
ché mi ero un po’ stancato
di pensar tutto d’un fiato
a quel tempo ormai passato.
Ma, certa gente litigiosa,
al contempo assai chiassosa,
fortemente fastidiosa,
non dà pace a chi riposa!
Senza perdere minuti
i pensier non eran perduti,
tutti quanti son rivenuti
come quando eran venuti.
In risposta a: del
Messaggero di speranza
AUTORE: Roberto Romani
email: -
21/6/2021 - 10:24
Messaggero di speranza
non celarti in qualche stanza,
materiale o della mente,
sii a noi sempre presente!
Tu che sei cibo vitale
allontana tutto il male,
infondi in noi la certezza
di cacciar ogni tristezza!
Messaggero di speranza,
con la tua veste bianca,
vola in cielo e sulla terra
per annientare ogni guerra!
Il tuo soffio molto forte
sottometta la malasorte,
fa che nell’essere vivente
la speranza non sia assente!
In risposta a: del
I corbelloni
AUTORE: Roberto Romani
email: -
3/6/2021 - 9:20
Una grande fattoria,
assomiglia a uno stivale,
contornata da tanto mare,
la più bella che ci sia.
Molta terra da arare,
sia di giorno che di notte,
i padroni fanno a botte
per poter meglio campare.
Sono tanti a comandare:
dai Salcini ai Pretoni,
i Tenzi, i Metta e i Poponi,
non si sa più chi ascoltare!
Con questa bella confusione
si continua la produzione,
e i prodotti grandicelli
son raccolti in gran corbelli.
Questi, in due non li tieni,
tanto sono molto pieni,
fino a che certi strattoni
non han rotto i corbelloni.
In risposta a: del
Furbone
AUTORE: Roberto Romani
email: [protetta]
21/5/2021 - 9:47
Un gran popolo da governare,
e per farsi rispettare
hanno messo sulla pista
una squadra molto mista.
Ci son dentro tante menti,
variamente provenienti,
ed un certo capitano
deve fare da volàno.
Per condurre molte azioni
si fronteggiano fazioni,
che conducon a risultati
più o men da tutti amati.
Ma alcuni della lista,
che si trovan sulla pista,
per non fare da minchioni
s’intestan solo i più buoni.
Questa squadra appiccicaticcia
mette a noi un po’ di stizza,
ci vorrebbe uno squadrone
senza dentro alcun furbone.
In risposta a: del
Tempo mutevole
AUTORE: Roberto Romani
email: -
6/5/2021 - 9:49
Nubi grigie, nubi bianche,
da ponente a levante;
l’azzurro a grandi macchie
prima appare e poi riparte.
Il sole che si alterna
pare un faro o una lanterna,
mentre il vento soffia forte
agitando le chiome folte.
L’aria mossa va di fretta
e risulta anche un po’ fresca,
quando il sole ricompare
tosto inizia a scaldare.
Prima sereno, poi piove,
e i fiori che son cangianti
sembran molto titubanti:
scambiano nove con diciannove.
Con questo tempo sì mutevole
non echeggia suon gradevole:
non si sente canto bello
né di merlo,
né di fringuello.
In risposta a: del
Primo Maggio 2021
AUTORE: Roberto Romani
email: -
1/5/2021 - 9:21
E’ il Primo Maggio
e siamo in ostaggio
del virus maligno
che spara l’ordigno.
Gli assembramenti
di tutte le genti
fanno insicure
le riaperture.
Si sente parlare
di prenotare
vacanze al mare,
ma i vaccini ci sono da fare!
Esiston varianti
più contagianti:
dove han colpito
non hanno fallito.
Meglio ignorare il petulante
che ci consiglia il ristorante:
ciò viene detto a malincuore
per il buon caro ristoratore.
Al patogeno non regalare
ancor del cibo per contagiare;
meglio restare dentro il recinto
fino a che virus non sia estinto.
In risposta a: del
Giorno di primavera
AUTORE: Roberto Romani
email: [protetta]
21/4/2021 - 12:15
Cielo azzurro,
qualche nube su in collina,
il sole scalda l’aria intorno
in questo inizio di mattina.
La fragranza genuina
dell’erba umida del prato,
degli arbusti e del pino,
nel boschetto lì vicino.
Degli alberi il profumo,
con le foglie appena nate,
si confonde in tutt’uno
con le piante impollinate.
Gli uccelli molto contenti,
dai gorgheggi assai frequenti,
si nascondono allo sguardo
ma non celano il lor canto.
Ciò, e ancora molto altro,
è la storia che si avvera,
in un grande e verde campo,
in questo giorno di primavera.
In risposta a: del
PANDEMIA 2020/2021
AUTORE: Maria Teresa
email: -
13/4/2021 - 11:21
Palle ferme e nervi saldi
o si diventa tutti matti,
e alla fine della fiera
nulla più sarà com'era.
Imprese al verde, bilanci in rosso:
ecco come ci ha ridotto
questa brutta pandemia
che per tutti sa di prigionia!
Reclusi in casa come in convento,
contatti personali con distanziamento,
bocche e nasi di mascherine sono ostaggio,
sorrisi e baci un impossibile miraggio,
incontri e abbracci solo virtuali
e, meno male,non contingentati!
Ma su, facciamoci coraggio,
finirà di certo questo oltraggio
alla libertà di movimento,
ci abbracceremo con rinnovato sentimento
perchè dopo il silenzio e l'introspezione
si dirà "Com'è bella la condivisione!"
Tutto passa, niente dura...
finirà prima o poi quest'avventura...
Per decine di migliaia purtroppo è già finita...
E qui mi fermo, per rispetto.
Rispetto per la vita che sgomitando avanza con ritmo affannoso
e per la morte che, pietosa,offre l'ultimo riposo.
In risposta a: del
La rosa
AUTORE: Roberto Romani
email: -
3/4/2021 - 11:59
Dal gambo spinoso
di un cespuglioso,
un piccolo germoglio
e’ nato quel giorno.
La piccola gemma
mai non si ferma,
si muta in stelo
che cerca il suo cielo.
Infine, dapprima,
sulla sua cima
un piccolo boccio,
che poi fa uno scoppio.
Dal gambo spinoso
sì rigoglioso,
meravigliosa e amorosa
è nata la rosa.
La rosa,
profumata e colorita,
viveva la vita
allegra e festosa.
Il tempo passava,
la rosa pensava
che il tempo vissuto
non fosse perduto.
Aveva ragione,
le ore sbocciate
eran cagione
di liete giornate
in ogni occasione.
Un giorno la rosa
rimase sorpresa,
nell’acqua si specchia,
si vede un po’ vecchia:
il tempo l’ha offesa.
La rosa amorosa,
fulgente e gioiosa,
era sfiorita
in una rosa appassita.
In risposta a: del
Canto liberto
AUTORE: Roberto Romani
email: -
26/3/2021 - 10:48
Tra il verde della natura
e l’azzurro di quei cieli
si respira l’aria pura,
anche oggi come ieri.
Gli arbusti son fioriti
di colori molto intensi,
variamente coloriti,
e profuman come incensi.
Gli augelli canterini
sono tutti quanti in coro,
sugli alberi vicini,
e parlottano fra loro.
Con il lor canto liberto
essi fanno un bel concerto,
molto, molto delizioso,
dilettevole e armonioso.
In risposta a: del
Volavano le rondini
AUTORE: Roberto Romani
email: -
20/3/2021 - 11:25
“Volteggiano nell’aria zigzagando
gli uccelli dalle piume nere e il petto bianco,
che arrivano nel dì del Santo Benedetto
e fanno il nido sotto il nostro tetto.
All’alba del mattino molto tranquillo,
quando il sole in cielo ancor non monta,
si odon suoni forti come strillo,
che nella mente lasciano l’impronta.
Gli uccelli che provengon da lontano,
nelle loro acrobazie son perfetti,
volando radenti anche al piano,
per incessante caccia agli insetti.
Sono migranti che vengon dall’Egitto
e infondono in noi tanta allegria,
dopo aver compiuto un sì lungo tragitto,
che vorremmo non andassero più via.
Essi sono la gioia dei piccini,
di cui fanno tanti bei disegni
nei loro colorati quadernini”.
Ma tutto questo oggi son sogni,
mentre era una realtà per noi bambini.