Visti così confezionati sui pallet, i pacchi destinati alla popolazione dei villaggi intorno a Chernobyl sembrano una foto da lontano alle cataste dei container che si ergono alle spalle del porto di La Spezia.
E' il 14 gennaio, di buon mattino, alla sede di Paka. In mezzo agli scatoloni si svolge la danza frenetica dei volontari, una quindicina fra uomini, donne e ragazzi che si improvvisano facchini e spedizionieri per caricare 5.000 kg di aiuti umanitari su un tir diretto in Bielorussia.
Sono 495 scatole di cartone, una diversa dall'altra, ma tutte con l'adesivo “cuore rosso” di Paka appiccicato accanto all'indirizzo del destinatario.
Le scritte sulle scatole parlano di supermercati, pomodori, birra e improbabili detersivi, ma il nastro marrone protegge coperte e giacconi imbottiti, sciarpe e maglioni, oppure pasta, carne in scatola, biscotti, omogeneizzati, giocattoli, quaderni, pennarelli e via dicendo.
Per mesi ci si è dedicati alla raccolta, che ha coinvolto un centinaio di famiglie sparse fra le provincie di Pistoia, Lucca e Pisa.
Ora, per quanto faticosa, la giornata trascorre in un clima di festa. Qualcuno osserva che sistemare i pacchi sui pallet assomiglia al gioco del “tetris”, in cui ogni pezzetto devi riuscire a incastrarlo negli altri per fare una catasta compatta.
Fosse solo questo … Anna e Cristina, che passano mesi ad organizzare la raccolta e la consegna a 2000 km di distanza, sanno che gli incastri sono molto più complicati. C'è la coppia di vecchietti che abitano da soli a Novaselkij, a cui servono gli alimentari ma anche una coperta pesante e un giaccone, oppure due gemelline, da poco orfane del padre, che hanno bisogno degli scarponcini, o ancora una ragazza incinta a Dvorisce a cui serviranno tra poco pannolini e omogeneizzati...
Per ciascun caso si prepara un pacco speciale, con l'aiuto di una famiglia italiana o talvolta direttamente usando le donazioni arrivate all'associazione.
Ogni pacco racconta una storia diversa, nel nome di chi lo riceverà e in quello che di chi l'ha preparato.
Ma in fondo sono tutti racconti simili, nei quali i bambini di un villaggio circondato da campi di grano e boschi di betulle, violato e impoverito da un antico incidente nucleare, corrono con le ginocchia nella neve, si fermano quando uno strano postino li chiama per nome e gli consegna una scatola col cuore rosso, e infine si aprono in un enorme sorriso quando la mamma apre il regalo proveniente da un paese lontano.
 
Per informazioni, è possibile contattare direttamente l'associazione ai seguenti recapiti:
Paka – via Francesca , 22 – Pescia – tel . 0572 451741
e-mail: info@paka.it .
Facebook: assoc-paka