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Antica sedia a rotelle esposta al Museo dello Spedale del Ceppo

19/12/2022 - 9:52

PISTOIA - Al Museo dello Spedale del Ceppo, martedì 20 dicembre, alle 17, si terrà la presentazione al pubblico di un’antica sedia a rotelle donata da Iacopo Bojola al Comune di Pistoia.

Realizzata in metallo, legno e stoffa, e proveniente da Villa I Pitti di Sant’Angelo a Lecore (Signa, Firenze), la sedia è composta da una struttura metallica portante, ruotino direzionale posteriore, una seduta imbottita a poltroncina con poggiapiedi reclinabile e maniglia lignea posteriore per l’assistente. Le ruote con raggi metallici senza guide per l’utente, derivate dall’ingegneria ciclistica di metà Ottocento, e l’assenza di pneumatici in gomma suggeriscono una datazione alla seconda metà del XIX secolo e una destinazione a un contesto assistenziale, pubblico o domestico, principalmente in ambienti interni. Legato dunque alla storia della sanità, il manufatto sarà esposto nella ex corsia maschile di San Jacopo, dove sono collocate la ricca collezione storica dei ferri chirurgici dell’ex Ospedale del Ceppo e la sezione dedicata all’ex Ospedale psichiatrico delle Ville Sbertoli.

Alla presentazione di martedì pomeriggio sono previsti gli interventi dell’assessore alla cultura del Comune di Pistoia Benedetta Menichelli, di un referente dell’Azienda Usl Toscana Centro, di Giacomo Guazzini, curatore/conservatore dei Musei Civici di Pistoia, e del donatore Iacopo Bojola. Coordinerà Elena Testaferrata, direttrice dei Musei Civici di Pistoia.

L’antica sedia a rotelle, ora di proprietà dell’Amministrazione comunale, rimarrà esposta permanentemente all’interno del Museo dello Spedale del Ceppo, in piazza Giovanni XXIII, aperto dal martedì al venerdì dalle 10 alle 14, il sabato, la domenica e nei festivi dalle 10 alle 18, Natale e Capodanno dalle 16 alle 19 (orario invernale); dal martedì al venerdì dalle 15 alle 19, il sabato, la domenica e nei festivi dalle 11 alle 19 (orario estivo).

La prima attestazione di una seduta lignea con piccole ruote, destinata a persone con difficoltà motorie e movimentata da un assistente, è documentata in Cina da alcune decorazioni sepolcrali già agli inizi del VI secolo d.C. Sarà tuttavia necessario attendere gli inizi del XVI secolo per trovare le prime vere e proprie raffigurazioni (incisioni) di piccoli carri con due ruote lignee, spinti da serventi. Sedie munite di piccole ruote erano anche le cosiddette ‘comode’ e uno degli esempi più incredibili è quello realizzato nel 1595 per re Filippo II di Spagna, malato di gotta: dotata di quattro piccole ruote, la sedia aveva schienale reclinabile e reggigambe mobile con poggiapiedi, ed era manovrabile grazie a un sistema di barre e perni metallici.


Tra XVI e XVIII secolo, il progresso della meccanica e la rinnovata attenzione allo studio e alla cura del corpo umano favorirono la ricerca di un maggior comfort nella costruzione di questi dispositivi, ancora in legno, ingombranti e bisognosi di un servente. In questi secoli si assiste alla sperimentazione di varie tipologie di sedie, tra cui spicca quella semovente realizzata dall’orologiaio Stephan Farfler nel 1655, che per certi versi può essere considerata l’antenata delle moderne carrozzine, mosse autonomamente dall’utente tramite manovelle, pignoni e catene.


Una svolta importante avvenne alla fine del XVIII secolo a Bath, celebre stazione terapico-balneare inglese, dove John Dawson progettò una poltroncina mobile che permetteva agli assistenti di portare all’aperto gli ospiti: era fornita di due grandi ruote posteriori metalliche e di una direzionale frontale, più piccola, azionata dall’utente.


La messa a punto del ruotino direzionale, solitamente posizionato sul retro, avvenne alla metà del XVIII secolo e portò all’adozione di ruote più grandi sul lato anteriore, azionabili autonomamente dall’utente.


La pesante struttura lignea fu progressivamente sostituita dal più leggero vimini e dotata di ruotini direzionali anteriori. La diffusione di questi dispositivi tra l’altro fu favorita dal gran numero di reduci e invalidi, vittime delle guerre di metà del XIX secolo.


Risale a questo momento l’introduzione di una significativa novità progettuale, favorita dalla nascente ingegneria ciclistica, che determinò la sostituzione delle ruote in legno con cerchi a raggi metallici, in seguito migliorati tramite l’inserimento di pneumatici in gomma.


Fu infine con lo sviluppo dell’ingegneria meccanica e automobilistica di primo Novecento, in particolare quella americana degli anni Trenta, che la struttura del dispositivo giunse a forme assai affini a quelle attuali, avviando una produzione su grande scala con sedie pieghevoli, sempre più leggere e maneggevoli.

Fonte: Comune Pistoia
 
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