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LAMPORECCHIO
Al Teatro Comunale "Casa di bambola" di Ibsen

9/3/2016 - 10:54

Dopo il successo del debutto pistoiese, approda al Teatro Comunale di Lamporecchio venerdì 11 marzo (ore 21) Casa di bambola di Henrik Ibsen, la nuova produzione dell’Associazione Teatrale Pistoiese, nell’ambito della stagione teatrale promossa assieme all’amministrazione comunale.


Nel cast un gruppo di artisti (Valentina Sperlì, Roberto Valerio – suo anche l'adattamento e la regia – , Massimo Grigò, Carlotta Viscovo) che hanno realizzato negli ultimi anni spettacoli di valore, molto apprezzati da pubblico e critica come Un marito ideale di Oscar Wilde,  Il Vantone di Pier Paolo Pasolini  e L'impresario delle Smirne di Goldoni (questi ultimi prodotti dall'Associazione Teatrale Pistoiese), a cui si unisce, per la prima volta, un interprete di spessore quale Danilo Nigrelli.


La scena, firmata da Giorgio Gori, è realizzata dal Laboratorio Scena & Tecnica dell'Associazione Teatrale Pistoiese; lo spettacolo si avvale dei costumi di Lucia Marianie delle luci di Emiliano Pona.


Questi i personaggi ed interpreti (in ordine di apparizione): Nora Helmer Valentina Sperlì, Torvald Helmer Danilo Nigrelli, La signora Linde Carlotta Vescovo, Il Dottor Rank Massimo Grigò, Krogstad Roberto Valerio, La balia Debora Pino.


Quando nel 1879 Casa di bambola fu rappresentato per la prima volta, il dramma suscitò scandalo e polemica ovunque  per la sua lettura come esempio di un femminismo estremo; tanto che in Germania Ibsen fu addirittura costretto a trovargli un nuovo finale, perché la protagonista si rifiutava di impersonare una madre da lei ritenuta snaturata. Ma, al di là  di ogni contenuto polemico, il dramma resta opera di una grande e complessa modernità, abitata da personaggi capaci di parlare ancora ai nostri contemporanei.


Una nuova e attenta rilettura di questo grande classico di fine ‘800 che,  attraverso la riscrittura e rielaborazione scenica del testo, dà vita ad uno spettacolo dove il centro è “il dramma nudo”, spogliato di bellurie ottocentesche e convenzioni borghesi.


 “Casa di bambola è un testo complesso e seducente” – spiega Roberto Valerio” – “che restituisce molteplici e potenti suggestioni. È l’intreccio dialettico di una crisi, di una transizione, di un percorso evolutivo; è il ritratto espressionista (L’urlo di Munch è del 1893) di un disperato anelito alla libertà che crea però angoscia e smarrimento. I personaggi si muovono in uno spazio scenografico spoglio/essenziale, sghembo, caricaturale, oscillando tra il sogno e la veglia, tra la verità e la menzogna, tra il desiderio e la necessità. Uno spazio onirico che trasfigura la realtà in miraggio, delirio, allucinazione, incubo. Madre di tre figli piccoli, Nora è sposata da otto anni con l'avvocato Torvald Helmer, che la considera alla stregua di un grazioso e vivace animale domestico. E lei 'sembra' felice in questa sua gabbia familiare. Entrambi vittime della loro incapacità di comunicare realmente, entrambi intrappolati in ruoli che si sono vicendevolmente assegnati: lei consapevolmente confusa, lui ignaro e sentimentalmente analfabeta. Alberga in Nora la consapevolezza repressa di essere stata costretta dal padre e dal marito a vivere nel sortilegio dell’infantilismo e dell’inettitudine. Ma quell’embrionale pallido incosciente rancore svanisce di fronte all’ideale di perfezione a cui ha ancorato l’immagine di Helmer; e così, la relazione tra i due è viziata dalla reificazione e dall’abuso, percepibile nel sottile confine che separa l’oltraggio dal gioco, l’acquiescenza dalla complicità, l’oppressione dalla devozione. Nora forse non possiede gli strumenti per sottrarsi ai vincoli che la tengono in scacco e le impediscono di evolvere come individuo pienamente cosciente, autonomo… Ma Nora è senz’altro attraversata, trafitta, tormentata dai germi della ribellione. Nora vuole naufragare. Vuole abbandonarsi nell’oceano infinito del possibile; quel brodo primordiale, quel tutto indefinito e molteplice, creatore di ogni cosa, soffio inquieto e vitale: la libertà. Suggestione vagheggiata, sognata, desiderata ma non agita. Che irrompe con forza crescente nella coscienza di Nora spingendola a intraprendere un cammino doloroso e pieno di insidie verso la maturità. Ma Nora come la fenice risorgerà dalle sue ceneri e spiccherà il volo verso la felicità? Sarà capace di sopravvivere alla distruzione di quel mondo che nonostante tutto l’ha cullata in acque rassicuranti e arenata in paradisi artificiali? Non sappiamo cosa ne sarà di Nora. Non sappiamo se sarà davvero capace di accogliere pienamente il cambiamento avvenuto dentro di lei per rifondarsi in una nuova esistenza. Non ci è dato saperlo. La portata tragicamente attuale di Casa di bambola si declina forse nell’ambiguità del finale. Solo immaginandoci Nora come una donna che vive, pensa, agisce nel nostro tempo presente, possiamo forse investire Casa di bambola di un significato ultimo che non tradisce il testo ma che è capace di  parlare a un pubblico contemporaneo. “
 
La prevendita è in corso già alla Biglietteria del Teatro Manzoni di Pistoia (0573 991609 – 27112); la biglietteria del Teatro di Lamporecchio sarà aperta il giorno prima e il giorno stesso dello spettacolo dalle 16.30 alle 19.30 (333 9250172).

Fonte: Associazione Teatrale Pistoiese
 
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