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PISTOIA
Anpi: "Targa alla memoria di Pietro Gherardini in degrado, parco di Candeglia resti intitolato al suo nome"

23/11/2023 - 16:49

La sezione Anpi “Pietro Gherardini” interviene a proposito del “Parco Candeglia”
 
Sono passati poco più di 15 anni da quella mattina del 5 aprile 2008, quando il sindaco di allora e il presidente della circoscrizione 2, nel corso di una cerimonia ufficiale, inaugurarono un giardino intitolato a Pietro Gherardini, il partigiano a cui è intitolata anche la nostra sezione Anpi, la maggiore della provincia, nei pressi della Casa del popolo di Candeglia. 

 

“Costituito da uno spazio di verde pubblico attrezzato e da una piccola piazzetta, sarà d’ora in poi un luogo d’incontro per i cittadini che, frequentandolo, andranno con la memoria al ricordo del proprio concittadino, medaglia di bronzo al valor militare”. Questo scritto si può ancora leggere nel comunicato stampa pubblicato nel sito del Comune, datato 2 aprile 2008.


Oggi, tuttavia, la memoria di Pietro Gherardini rischia di essere cancellata proprio nel giardino che porta il suo nome, a causa del degrado in cui si trova la targa che ne avrebbe dovuto perpetuare il ricordo, ma che oggi necessita di una tempestiva sostituzione prima di diventare illeggibile. Questo, a meno che l’ufficio toponomastica del Comune, all’insaputa dei residenti della zona, del Cudir e dei discendenti di Pietro Gherardini, non abbia deliberato di sostituire il nome originario del giardino con quello generico di “Parco Candeglia”.

 

È lo stesso nome che si è letto in una locandina appesa al cancello di ingresso al giardino, con cui l’amministrazione comunale ha invitato i cittadini alla cerimonia di inaugurazione di una panchina rossa che avverrà il prossimo 25 novembre, in occasione della giornata contro la violenza nei confronti delle donne.


Nonostante permangano i timori, che riteniamo fondati, come sezione Anpi “Pietro Gherardini” continuiamo ad augurarci che la nuova intitolazione sia solo il frutto dell'iniziativa estemporanea, ossia non autorizzata formalmente dall’amministrazione, tanto meno dal sindaco (che in parecchie circostanze si è dimostrato aperto e collaborativo verso la tutela delle memorie resistenziali) di qualche solerte cittadino ignaro sia delle regole che sottostanno alla collocazione delle insegne stradali, sia del destino delle parole, e quindi dei toponimi, che, come la storia della lingua italiana ci dimostra, rimangono in vita e nella memoria collettiva solo fino a quando vengono usati.

 

La coesistenza delle due intitolazioni attribuite al medesimo luogo, a nostro avviso finirà per far prevalere l’una, più facile a pronunciarsi e dotata di un ovvio significato, a scapito dell'altra, specialmente se non si conosce la storia della persona a cui quel luogo è stato intitolato. Per questo, abbiamo ritenuto opportuno aggiungere una scheda informativa sulla figura di Pietro Gherardini.


Nato nel 1905 a San Quirico da una numerosa famiglia di mezzadri trasferita in seguito in un podere di S. Alessio, dal dopoguerra fino alla pensione Pietro Gherardini, detto “Piero del Tordo”, lavorò come manovale del Comune. Rimase sempre residente in Candeglia, dove si impegnò nel volontariato sociale, dedicandosi in particolare alla realizzazione della Casa del Popolo di cui divenne presidente. Antifascista fin dall'avvento del regime, fu accusato di tradimento e ingiuria al capo del governo e condannato a 8 mesi di carcere per avere nel 1929 votato No alle elezioni plebiscitarie indette da Mussolini per legittimare il proprio potere assoluto. Dopo l’8 settembre del ’43, fu tra i principali organizzatori della Resistenza a Pistoia, poi divenne partigiano combattente nelle formazioni “Gino Bozzi”, nel Pistoiese, e al comando della “Magni Magnino” nel Volterrano, distinguendosi in imprese spericolate e leggendarie dove rimase più volte ferito. Infine, dopo la liberazione dell’Italia fino alla Linea Gotica, con 500 giovani pistoiesi si arruolò volontario nel ricostituito esercito italiano, dove, all’interno della divisione Folgore, combatté fino alla completa liberazione del Paese. Sono tutte scelte di vita a cui lo spinsero l’amore per la Patria, per la libertà e per la giustizia sociale. Per il suo ardimento in battaglia, per le sue capacità di organizzatore di formazioni partigiane e per i valori da cui traeva ispirazione, con decreto presidenziale del 1980 fu insignito di medaglia di bronzo al valor militare. Un concittadino di cui i pistoiesi tutti e gli abitanti di Candeglia in particolare, dovrebbero sentirsi onorati e impegnarsi per tutelarne la memoria".

Fonte: Anpi
 
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