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Ass. Vivaisti Italiani: "Il vivaismo pistoiese sta reggendo alle crisi geopolitiche"

28/10/2023 - 17:56

La presentazione del progetto “vaso da vaso” di Revet, che consentirà di usare ai vivaisti pistoiesi vasi di plastica riciclata ottenuti dagli scarti dei vasi utilizzati nel Distretto Vivaistico Ornamentale di Pistoia. La proposta del presidente dell’Associazione Vivaisti Italiani Alessandro Michelucci, accolta con interesse dall’assessora regionale all’agroalimentare Stefania Saccardi, di un allestimento con piante ornamentali del Distretto nel padiglione della Regione Toscana a Vinitaly. E l’annuncio dell’assessore al vivaismo del Comune di Pistoia Gabriele Sgueglia di una visita del ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida nella capitale italiana del vivaismo.
Queste le tre novità emerse al convegno “Vivaismo e competitività: quali i fattori chiave della sostenibilità economica e ambientale?” organizzato ieri 27 ottobre al palazzo comunale di Pistoia dall’Associazione Vivaisti Italiani (AVI), soggetto referente del Distretto Vivaistico Ornamentale della Provincia di Pistoia, in occasione della sua consueta “Serata del vivaismo”. Incontro, a cui hanno partecipato numerosi esponenti della filiera vivaistica pistoiese e delle associazioni agricole e rappresentanti delle istituzioni, in cui si è fatto il punto anche sullo stato di altre iniziative avviate da AVI e Distretto sulla via della transizione ecologica, sia sul fronte dell’economia circolare che riguardo ad altri aspetti della sostenibilità ambientale ed economica. A cominciare dal “Laboratorio di autocontrollo fitosanitario” per garantire la salute delle piante che arrivano e partono dal Distretto, di cui si farà carico una società con quota maggioritaria di AVI e partecipazione unitaria di tutte associazioni agricole, di cui grazie al sostegno della Fondazione Caript verrà a breve realizzata la sede presso GEA a Pistoia. Ma poi anche sul progetto di “acquedotto verde” che consentirebbe di utilizzare nei vivai di Pistoia le acque reflue depurate dell’impianto di San Colombano e sull’ampliamento dell’attività di riuso degli scarti agricoli dei vivaisti da parte della cooperativa Agribios, che potrebbe occuparsi anche degli scarti verdi urbani. Un Distretto molto attivo dunque sull’innovazione eco-sostenibile, che, come affermato dal suo presidente, prof. Francesco Ferrini, ha intrapreso e sta percorrendo la strada «verso la totale sostenibilità delle produzioni vivaistiche: una sostenibilità a tutto tondo, che riguarda i vasi, che riguarda le piante, che riguarda i fertilizzanti, che riguarda i substrati e che riguarda anche l’utilizzo dell’acqua per l’irrigazione».
Sul piano economico-commerciale il Distretto, come confermato dai recenti dati sull’export del Monitor dei distretti di Intesa Sanpaolo, sta reggendo abbastanza bene in un contesto reso difficile dalle problematiche geopolitiche, tanto che «dopo un’evoluzione positiva delle esportazioni nel 2020 (+7,6%) e il boom registrato nel 2021 (+37,2%) ha leggermente ripiegato nel 2022 (-8,2%), ma i valori esportati, oltre 360 milioni di euro, sono superiori di oltre il 35% rispetto ai valori del 2019» e il calo nel 1° semestre del 2023 è stato di solo -1,9% rispetto allo stesso periodo del 2022. Valori in euro che comunque, per effetto dell’inflazione, segnalano un calo ancora maggiore delle quantità di piante esportate, sia pure tutto sommato contenuto in un contesto internazionale come quello attuale. E un riflesso delle problematiche geopolitiche si è avuto anche nei dati delle certificazioni fitosanitarie presentati dal responsabile della sede di Pistoia del Servizio Fitosanitario Regionale Paolo Marseglia, che ha spiegato che, anche se le attività di controllo sono in continuo aumento, si è registrato un calo delle certificazioni di piante per l’export verso Paesi terzi (fuori Unione Europea) di circa il 20% nel 2022 rispetto all’anno precedente, livello che dovrebbe confermarsi nel 2023, stando ai dati fino al 31 agosto.
Ma il vivaismo è solido, come ribadito anche dalla prof. Silvia Scaramuzzi dell’Università di Firenze, ed è grazie alla produzione vivaistica (piante vive) se la bilancia commerciale del florovivaismo italiano (saldo export-import) è positiva, nonostante il recente aumento delle importazioni, perché nella floricoltura il saldo è negativo. Tuttavia, per Scaramuzzi, non va sottovalutata la concorrenza e la necessità di restare competitivi: «la competizione è globale e sempre più intensa e questo fa sì che ci siano nuovi competitor che sono paesi che sono solo produttori e che mirano proprio a erodere quote di mercato ad altri paesi e la competizione si fa anche con quei paesi che sono sia produttori che consumatori. Quindi abbiamo una competizione sempre più spinta in cui sempre bisogna sostenere, attraverso adeguate strategie di marketing, il ruolo che Pistoia, l’Italia e l’Europa hanno a livello internazionale».
«Il distretto vivaistico – ha sottolineato la vicepresidente della Regione Toscana Stefania Saccardi - produce circa il 30% del valore della produzione agricola della nostra Regione, quindi è un distretto fondamentale. Ed è un distretto che periodicamente ha l’abitudine di misurarsi con le sfide del futuro e che ha retto la competizione nazionale e internazionale anche durante il periodo del Covid. Oggi abbiamo la nuova sfida della sostenibilità, che è la grande sfida che deve riuscire a coniugare la competitività con l’attenzione all’ambiente e alla salute dei cittadini. Queste sono le due frontiere verso le quali, anche con risorse della Regione Toscana, tramite la programmazione dell’agricoltura, bisogna accompagnare e sostenere il Distretto vivaistico».
Sulla stessa linea l’assessore al vivaismo del Comune di Pistoia Gabriele Sgueglia: «c’è un rinnovato entusiasmo nel mondo del vivaismo, che si interroga sempre di più sulla sostenibilità ambientale ed economica del comparto e lo fa con delle azioni strategiche importanti, a partire dal Laboratorio fitosanitario che è in procinto di essere costruito, ma anche con le strategie di concerto con Comune e Regione, per esempio per quanto riguarda l’approvvigionamento idrico del settore, che è fondamentale, e sulla gestione circolare dei rifiuti, su cui stiamo lavorando con il gestore spalla a spalla». E sul problema di conciliare sostenibilità ambientale e sostenibilità economica afferma: «il settore pubblico deve creare le condizioni per realizzare le infrastrutture strategiche necessarie al comparto per essere circolare e sostenibile sia economicamente che dal punto di vista ambientale. Ma se il pubblico fa questo, poi il comparto è pronto».
Tirando le somme del convegno, il presidente di AVI Alessandro Michelucci afferma che «il punto chiave è l’eco-sostenibilità, ma con un occhio anche all’economia. Nel senso che si deve insistere sulla transizione ecologica, e noi siamo un distretto molto avanzato sulla compatibilità ambientale, forse il primo in Europa, perché la stiamo affrontando da tutti i punti di vista dell’economia circolare: dal riuso degli scarti agricoli fino a questo nuovo progetto della Revet sui vasi di plastica riciclati. Ma tutto ciò va fatto guardando sempre al prodotto sui mercati, perché ci si scontra anche con competitor che non tengono conto come noi di eco-sostenibilità e prevenzione fitosanitaria». E molto importante sul piano anche della competitività di mercato, per Michelucci, sarà il Laboratorio di autocontrollo fitosanitario, in relazione al quale è stata invitata a illustrare l’esperienza del Laboratorio Fitosanitario della Regione Lombardia la responsabile dell’“Area batteriologia” Francesca Gaffuri. «Abbiamo appreso come opera questo Laboratorio che può offrire buoni spunti per quello che si realizzerà a Pistoia – ha commentato Michelucci – e visto che loro ci dicono di essere sempre oberati di lavoro auspichiamo che questo possa accadere anche a Pistoia. Il Laboratorio dovrebbe diventare un interlocutore fisso per tutti i vivaisti e ogni lotto di piante, prima di essere venduto, andrà fatto analizzare lì, così ci sarà una garanzia di piante sane e un elemento competitivo in più. E anche le piante in arrivo dovranno passare da qui». Ma il Laboratorio di autocontrollo, a cui partecipano unitariamente i vivaisti pistoiesi di tutte le associazioni di categoria agricole, è per Michelucci anche «un ottimo esempio di quella coesione e unità che, insieme alla qualità dei prodotti e dei servizi ad essi associati e alla tempestività garantita da una buona organizzazione logistica, può aiutare il vivaismo pistoiese a mantenere intatta la propria leadership europea».

 
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3/11/2023 - 14:24

AUTORE:
Stefano

Il vivaismo ha creato molteplici criticità nella piana.
Campi rialzati rispetto al piano stradale. Campi interamente coperti da teloni impermeabili o quasi.
Inquinamento acustico dovuto al passaggio di trattori, tir autoarticolati , furgoni. Li fanno passare pure dentro ai centri abitati.
Inquinamento delle falde acquifere causato dai diserbanti.
Inquinamento dell'aria causato dai potenti antiparassitari.

La politica dove è?
A raccogliere i loro voti.
Falsa sinistra prima e falsa destra ora.

E hanno coniato pure lo slogan "fabbrica di ossigeno".

VERGOGNA..avete rovinato un' intera provincia.