Gli italiani sono sempre più preoccupati per il proprio futuro. È quanto emerge da un recente sondaggio condotto da Moneyfarm. L’indagine ha messo in evidenza come il 46% degli intervistati abbia timore per la propria pensione. Il dato è secondo solo al timore che i padri di famiglia nutrono per il futuro dei propri figli (55%). 
 
I due dati ci aiutano meglio a spiegare la situazione attuale. Dagli anni Settanta il sistema pensionistico pubblico si è basato su un “patto intergenerazionale”. Le pensioni attuali vengono pagate con i contributi dei lavoratori attivi, che vedranno pagati a loro volta i propri sussidi con i contributi dei giovani che entreranno nel mondo del lavoro. Questo sistema di ripartizione è da tempo al collasso perché l'Italia è un Paese sempre più vecchio e che dà poco lavoro ai giovani.
 
Ciò che stupisce maggiormente, però, è che gli italiani, anche se preoccupati del proprio futuro, non si interroghino minimamente su di esso. Il sondaggio, infatti, mette in evidenza come il 60% degli under 45 non si è mai documentato su quando andrà in pensione e quanto gli toccherà. Lo stesso si può dire di chi ha tra i 45 e i 55 anni (30%) e degli over 55 (20%).
 
L'incertezza del domani ha portato gli italiani anche a centellinare le spese. Il 75% degli intervistati ha infatti dichiarato che dopo il lockdown ha aumentato la propria capacità di risparmio. Contemporaneamente, però, proprio la precarietà del lavoro ha fatto sì che il 97% non diminuisse la frequenza dei propri investimenti. Ciò che stupisce è che tra le varie forme di investimento, non ci sia quello sulla pensione integrativa. Il 42% ne è infatti sprovvisto e questa soglia arriva a toccare punte del 60% tra i giovani. Tra chi non ha alcun piano attivo, il 58% dichiara di optare per altre soluzioni, il 26% non ha avuto tempo per informarsi, il 9% non ha risparmi a sufficienza per farlo e il 7% ritiene l’orizzonte temporale troppo lontano.
 
Ma cos'è nello specifico la pensione integrativa? Si tratta di versamenti periodici su base volontaria che operano nei mercati finanziari secondo il meccanismo della “capitalizzazione”. I contributi versati, vengono dunque investiti secondo una linea di gestione scelta dall’iscritto. Al momento del pensionamento il capitale accumulato, dato da quanto versato e dai rendimenti ottenuti, viene erogato sotto forma di pensione integrativa in rendita e/o capitale. Esistono tre diversi tipi di fondi pensione a seconda del soggetto che li istituisce e delle modalità di adesione.
 
Nei Fondi aperti l’adesione è aperta a tutti e i fondi sono istituiti da banche, assicurazioni, Sgr (società di gestione del risparmio) e Sim (società di gestione immobiliare).
 
I Pip (Piani individuali pensionistici) sono invece forme pensionistiche complementari rivolte a tutti coloro che intendono costruirsi una rendita integrativa e sono istituite esclusivamente da compagnie assicurative.
 
Infine, vi sono i fondi chiusi in cui l’adesione è riservata a specifiche categorie di lavoratori e sono istituiti sulla base di accordi tra le organizzazioni sindacali e aziendali.
 
La pensione integrativa è dunque un ottimo modo per garantirsi un futuro più sereno. Per questo è consigliabile informarsi quanto prima su come agire per procurarsene una.