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PODISMO

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Sono di nuovo Federico Gasperetti e Federico Ferrari, con la Citroen C3 Rally2 della PRT gommata MRF, i vincitori del Rally degli Abeti e Abetone, edizione numero 42 del rally “più verde d’Italia”, terza prova della Coppa Rally di zona 7, svoltosi tra il pomeriggio di ieri e la giornata intera di oggi.

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Visto il successo e la partecipazione dell'edizione dello scorso anno, l’assessore allo sport Fulvio Rosellini, ripropone  il Torneo dei Rioni.

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Acqua dell'Elba Nico Basket - Le Mura Spring Lucca 45-61

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Nelle sale di Villa Renatico Martini, allestite dal maestro Rocco Normanno, sei talentuose matite del comic.

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“Pistoia in chiaroscuro”, una mostra fotografica firmata da Leonardo Bandinelli.

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PISTOIA
Non una di meno: "In città film antiabortisti, libri di Vannacci, Comune che esce da rete antidiscriminazioni"

28/5/2024 - 12:01

Il giorno 30 maggio presso l'Auditorium Terzani della biblioteca San Giorgio si terrà la presentazione del libro “PresidentA anche no!- resistere al fascino del neofemminismo” di e con Raffaella Frullone. 

 

“In principio venne la A dei femminili, poi l’asterisco per essere più inclusivi, infine la scwha in nome della fluidità. La famiglia non è più soltanto famiglia, non è solo allargata, ora è queer. E il sesso non si chiama più sesso, bensì genere. Ma i generi quanti sono? Uno, nessuno, centomila, tanto si può sempre cambiare. L’utero invece, oggi come ieri, “è mio e me lo gestisco io”, però all’occorrenza si può anche affittare. Il male nel mondo è causato dal patriarcato, ma guai a parlare di peccato. Quando si parla di donne c’è una sola voce socialmente accettabile, se si vuole essere considerati dalla parte giusta della storia. Eppure c’è un’altra campana, che forse, per una volta, varrebbe la pena ascoltare”. Il libro viene presentato così.

 

Di seguito un intervento di "Non una di meno"

 

"Come cittadinə e come femministə ci chiediamo come sia possibile che una biblioteca comunale  simbolo di cultura e inclusività possa dare spazi pubblici a contenuti che gridano superficialità ed ignoranza su temi così sensibili per la collettività e per le giovani generazioni che frequentano i luoghi della biblioteca nelle loro ore di studio e crescita. Nel regolamento stesso della biblioteca viene detto chiaramente che: “la sala può ospitare presentazioni di libri (...) aventi finalità ricreativo-culturali in linea con quelle più generali della biblioteca”. Chiediamo quindi alla biblioteca di esplicitare quali siano le finalità ricreativo-culturali della stessa e come possano essere in linea con quelle di questo libro.


Ci sembra infatti che in qualche modo con questo libro si tenti di suggerire l’idea che esisterebbero dei gruppi di persone privilegiate, femministə e queer, che starebbero minando le radici della nostra società e della nostra cultura.


È bello invece ricordare che quelli di cui si parla sono gruppi di persone oggi discriminati, che non rappresentano la “campana” dominante, spesso ai margini anche degli spazi pubblici come quello della nostra biblioteca, tuttavia con meno diritti. Dare voce a loro non toglie diritti a nessun altro soggetto, nemmeno all'autrice. Anzi, quello che transfemministe e soggettività non conformi rivendicano sono proprio più diritti per tuttə.


Questa retorica reazionaria non fa davvero bene a nessunə e di certo nuoce alla nostra città. Ci chiediamo come sia possibile in una città come Pistoia, capitale della cultura nel 2017, lasciare spazio a prediche che fomentano la discriminazione e auspicano a un ritorno al passato più buio. Non sarà sfuggito ai/alle cittadinə che dopo la contestata proiezione presso il cinema Roma del film anti-abortista Unplanned per volere della diocesi e di ProVita & famiglia del 26 gennaio, sono seguiti il 3 di aprile le presentazioni dei libri generale Vannacci a Villa Cappugi il quale ha promesso, qualora venisse eletto, di fare una battaglia contro l’aborto; mentre il giorno 17 maggio c’è stata la presentazione voluta sempre da ProVita & famiglia (con il patrocinio del comune) del libro "Per amore dei nostri figli" durante la quale non si è perso tempo a ribadire quelli che secondo i ProVita devono essere i doveri di una donna e di una madre.


Dello stesso segno pare la scelta dell'attuale amministrazione del Comune di Pistoia di uscire dalla Re.a.dy, la Rete nazionale delle pubbliche amministrazioni anti discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere.


Infine, ma non per ordine di importanza, il 23 aprile scorso in Senato è passato l’emendamento al DL 19/2024 che prevede e rafforza l'accesso delle associazioni antiabortiste (come ProVita & famiglia) nei consultori inserendoli nella ripartizione dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).

Insomma, sulle donne e sulle soggettività non conformi dal livello nazionale a quello locale si sta stringendo sempre più una morsa di sapore fascista che preme per potare estremismo religioso nei luoghi che dovrebbero essere di tuttə. La scusa sembra sempre la stessa di un tempo: riportare “ordine” in questa società descrivendola come degenere, invece di riconoscerne l'impronta binaria in cui i ruoli sociali uomo/donna sono ancora pensati come rigidi e immodificabili.


Rifiutiamo fermamente lo spirito che vuole un luogo simbolo di cultura e convivenza delle differenze come una biblioteca,  offrirsi a questo spettacolo. Ci troverete sempre a ricordare che le persone che impongono ruoli ad altrə in maniera subdola e violenta non sono lə femministə.


Cosa c'è di culturale nel non riconoscere il diritto alle diverse soggettività? Qualə cittadinə dovrebbe ricreare una proposta che sminuisce il valore delle lotte civili di oggi?


E infatti in modo violento siamo statə allontanatə e zittitə tutte le volte che abbiamo tentato di esprimere il nostro dissenso verso questi eventi organizzati a Pistoia. Sembra che la sola nostra presenza basti a creare fastidio. Ma noi non ce ne andremo e ci troverete sempre qui a difendere i diritti già conquistati e a chiederne di nuovi".

Fonte: Non una di meno
 
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29/5/2024 - 18:42

AUTORE:
Vispa Teresa

Un sottofondo di vittimismo, una spruzzata di slogan, parecchie bugie, ah, non scordatevi la schwa e… la ricetta delle pseudo femministe isteriche è servita!
Ma da dove siete state allontanate con violenza? Dove manca la libertà di abortire? Perché in un luogo pubblico, pagando, non si dovrebbe far parlare chi non la pensa come voi? Questa non è violenza? Siete così dalla parte delle donne che ve ne infischiate di quelle costrette ad abortire da situazioni di abbandono o povertà, state dalla parte di chi fa il business dell’utero in affitto (o, nella vostra neolingua, “gestazione per altri “). Ma non vi rendete conto di essere strumentalizzate da questo sistema che vuole abolire le donne e sostituirle con i trans, con gli uteri artificiali, in una nuova forma di schiavismo?
Pensate di avere idee progressiste ma siete più indietriste delle vostre nonne, che almeno qualcosa da ridire al loro mondo ce l’avevano.
Andatela a sentire, la Frullone, invece di urlare, potreste scoprire che la ‘coercizione riproduttiva ‘ è un baco del vostro cervello, poverette.

29/5/2024 - 0:40

AUTORE:
Gabriele

Interessante... Diritti per tutti, purché la pensino come voi!

Una biblioteca è certamente il simbolo della cultura (l’inclusività è un concetto completamente diverso che non c’entra niente con la biblioteca) ed ospitare la presentazione di un libro rientra proprio fra le sue prerogative, anche se il libro a qualcuno non piace: mi sembra sia un cardine della libertà di pensiero, questa si strettamente legata alla cultura.

Se vi allontanano probabilmente è perché cercate voi di zittire le voci discordanti, per un falso principio di libertà a senso unico.

Lasciate che ognuno esprima il suo pensiero, chi ascolta deciderà secondo il proprio... Ma forse è proprio questo a far paura?

Il richiamo al fascismo è d’obbligo, altrimenti non sapreste a cosa attaccarvi, ma sembra che gli unici fascisti siate proprio voi.

Visto che è stato tirato in ballo, anche se non c’entra niente con l’argomento, personalmente sono a favore della libertà di aborto, ritengo però che la decisione non sia da prendere e non venga presa alla leggera, non è come gettare una cartaccia, e se una donna ha deciso di farlo certo non sarà qualche beghina da salotto a dissuaderla.

Piuttosto mi batterei per l’abolizione dell’obiezione di coscienza negli ospedali pubblici (e non solo): se la legge lo permette, il medico pagato dallo stato non dovrebbe rifiutarsi, se non gli sta bene apre uno studio suo, oppure va a fare un altro lavoro.

Ogni struttura sanitaria dovrebbe garantire il diritto all’aborto, nel rispetto della legge, poi ognuno è libero di pensarla a modo suo, ma a casa sua.

Oppure può cercare di cambiarla, la legge, ma finché c’è...

28/5/2024 - 15:53

AUTORE:
Bibo

Leggo l articolo ben scritto , ma abbastanza indigesto non tanto per i contenuti perfettamente condivisibili, ma per la lunghezza che in un blog forse dovrebbe essere più stringata.
In.ogni modo , messo da parte l oscursntismo di chi da ragazza madre che viveva in concubinato alleata con un concubino con figli assortiti di altre madri, che vi vogliono imporre la famiglia , il nocciolo vero e
TOGLIERE DIRITTI ED AVER TERRORE CHE SE NE RICONOSCANO ALTRI
Questi riconoscimenti invece aumentano la libertà senza niente togliere a nessuno.