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PISTOIA
Consiglio comunale, approvate le modifiche allo statuto dell’Associazione teatrale pistoiese

5/12/2023 - 22:00

Il consiglio comunale di ieri ha approvato le modifiche allo statuto dell’Associazione teatrale pistoiese (trasformazione in Fondazione Teatri di Pistoia) con 28 voti favorevoli (Fratelli d'Italia, Ale Tomasi Sindaco, Centristi Forza Italia, Amo Pistoia, Lega e Partito Democratico), 4 astenuti (Pistoia Ecologista Progressista e Civici Riformisti) e nessun contrario.


Il provvedimento è stato presentato da Margherita Semplici, assessore alle partecipate.
Da Associazione teatrale pistoiese a Fondazione Teatri di Pistoia. «L’Associazione teatrale pistoiese – ha ricordato Semplici - nasce nel 1982 e l’attuale assetto è il portato dell’intervento precedente di modifica statutaria del 2018, quindi fortemente voluto da questa Amministrazione, e vede due soci fondatori, il Comune di Pistoia e la Fondazione Caript, e altri 9 soci sostenitori. In realtà l’assetto della governance non è mutato da questa proposta di modifica che vedrà, appunto, la trasformazione dell’Atp nella Fondazione Teatri di Pistoia».


La nuova forma giuridica dà maggiori possibilità di partecipare ai bandi. «Questa modifica è sottoposta al consiglio comunale – ha spiegato l’assessore alle partecipate - per rendere questo centro di produzione teatrale (nel tempo si è evoluto nelle sue attività passando da gestore a teatro stabile) con maggiori analogie rispetto a quelli che sono gli organismi con caratteristiche simili sul panorama nazionale. Questo anche al fine di consentire il maggiore raggiungimento degli obiettivi di partecipazione ai bandi che spesso, anche a livello ministeriale, sono proprio riservati a questa forma giuridica. Ma in realtà nella sostanza e negli obiettivi che l’Atp persegue da anni con profitto, non vi saranno modifiche sostanziali».


Proposta statutaria della giunta al consiglio comunale. «Questo testo, questa proposta statutaria, - ha proseguito Semplici - è comunque il frutto di un percorso che non nasce con l’istruttoria nel Comune di Pistoia o in qualsiasi altro Comune o addirittura nella Provincia, ma è il portato di un confronto positivo che si è risolto con una delibera approvata all’unanimità in assemblea e nel contesto del consiglio dell’Associazione teatrale, cercando di risolvere i dubbi e i vari percorsi che sono stati intrapresi in riferimento alla modifica dello statuto, in modo tale da poter ottenere l’approvazione unanime di tutti i soggetti coinvolti. Ciò non significa distogliere i consigli comunali dal proprio ruolo, ma vuol dire tenere conto del fatto che questa lunga gestazione ha avuto un prodotto che per l’amministrazione comunale è considerato estremamente soddisfacente».


Sulla proposta del nuovo statuto le opposizioni (Civici Riformisti, Pistoia Partito Democratico e Pistoia Ecologista Progressista) hanno presentato 29 emendamenti che sono stati tutti discussi di cui ne sono stati accolti 4 (2 dei Civici Riformisti e 2 del Pd). Il Partito democratico ha presentato anche una raccomandazione che è stata approvata.


Numerosi gli interventi che si sono susseguiti in aula tra i quali quello della capogruppo di Civici Riformisti Tina Nuti.
«L’Atp assumerà da gennaio 2024 la forma giuridica di Fondazione di Partecipazione – ha detto la capogruppo di Civici Riformisti Tina Nuti -, una trasformazione che, in linea generale, trova il mio consenso: con la nuova veste la Fondazione potrà accedere a progetti e finanziamenti statali e regionali non aperti alle associazioni e potrà assegnare un ruolo ai soggetti privati che sosterranno finanziariamente la programmazione culturale. Ma il voto di Civici e Riformisti è stato di astensione perché lo Statuto proposto dalla giunta Tomasi per la nuova Fondazione mostra debolezza nelle competenze riconosciute all’Assemblea della Fondazione che potrà esprimere soltanto un parere non vincolante sul bilancio preventivo e consuntivo, ossia sui documenti di programmazione e di controllo più importanti per qualsiasi ente. Numerosi gli emendamenti presentati non accolti dalla giunta Tomasi. Gli unici accolti sono 2: quello di sostituire “soggetti disabili” con “persone con disabilità” (una “svista” pesante, se così vogliamo dire, perché si parte sempre dal valore della persona) e l’altro emendamento ha consentito di introdurre il riferimento ai principi costituzionali nelle finalità generali della Fondazione. Per qualcuno della maggioranza è sembrato eccessivo e inutile, ma invece è bene che questo riferimento sia espresso, proprio adesso che i privati accedono in maggior numero e consistenza finanziaria in una Fondazione che è nata tanti anni fa come associazione dalla volontà pubblica e sostenuta con risorse pubbliche».


L’assemblea è proseguita con una somma urgenza, approvata all’unanimità, per un lavoro al sovrappasso di via dello Spartitoio nella zona di San Biagio, presentata in aula dall’assessore ai lavori pubblici Alessio Bartolomei.


«Si tratta di un intervento in somma urgenza – ha spiegato Bartolomei - eseguito a seguito di un urto di un mezzo pesante dotato di gru, il 23 ottobre scorso, contro un cavalcavia pedonale lungo la tangenziale di Pistoia, in direzione sud, nella zona di San Biagio. A seguito di questo urto c’è stato un distacco di materiale e quindi è stato necessario un intervento in somma urgenza. La strada non è stata chiusa, vista l’importanza dell’arteria, grazie all’installazione di una complessa segnaletica stradale realizzata da una ditta di Quarrata. Le spese complessive per i lavori di somma urgenza sono di 12.181 euro».


«Proprio oggi (ieri ndr) – ha proseguito Bartolomei – un camion ha urtato nuovamente lo stesso ponte, stavolta in direzione nord. In questo caso i danni sono maggiori rispetto all’urto del 23 ottobre scorso, ma grazie all’intervento delle nostre forze dell’ordine, nonostante l’uomo alla guida del camion si sia allontanato, è stato individuato e le spese per l’intervento saranno tutte a carico del camionista. Stavolta i lavori non verranno fatti in somma urgenza, visto che non ci sono pericoli per la pubblica incolumità grazie anche all’intervento dei vigili del fuoco, ma sarà eseguito un intervento ordinario per ripristinare completamente questa passerella pedonale».


Il consiglio comunale ha anche approvato la soppressione del cimitero privato dell’ex convento di Giaccherino e l’aggiornamento del Regolamento urbanistico con 17 voti favorevoli (Fratelli d'Italia, Ale Tomasi Sindaco, Centristi Forza Italia, Amo Pistoia, Lega), 12 astenuti (Partito Democratico, Pistoia Ecologista Progressista e Civici Riformisti) e nessun contrario.


Il provvedimento è stato presentato dall’assessore all’urbanistica Leonardo Cialdi.
«Si tratta della soppressione del cimitero del convento di Giaccherino – ha spiegato Cialdi - cui consegue, dal punto di vista urbanistico, la revoca del vincolo cimiteriale. Quello di Giaccherino è un cimitero conventuale che preesisteva all’editto napoleonico di Saint Cloud del 1804 (la legge stabilì che le tombe venissero poste al di fuori delle mura cittadine, in luoghi soleggiati e arieggiati, e che fossero tutte uguali, ndr). A seguito dell’emanazione dell’editto i frati cominciarono ad essere sepolti all’esterno del convento di Giaccherino».


«Il convento è poi passato dalla proprietà ecclesiastica a soggetti privati – ha ricordato l’assessore all’urbanistica - che hanno manifestato la volontà di voler liberare il cimitero dalle salme. Fra Massimo, l’ultimo rappresentante della proprietà ecclesiastica, ha espresso con una lettera la volontà di accogliere le salme dei frati sepolti nella parte esterna del cimitero nel proprio convento a Chiusi della Verna in provincia di Arezzo. L’ultima sepoltura di un frate risale al 1972. Il cimitero del convento di Giaccherino non ha le stesse regole e vincoli dei cimiteri comunali e quindi è possibile andare alla sua soppressione».


«Le salme sono già state tutte esumate secondo la legge – ha detto Cialdi - e i resti sono stati raccolti e identificati; anche quelli non identificati sono stati accolti nel convento di Chiusi della Verna. Rimangono comunque dei defunti all’interno del chiostro della chiesa del convento di Giaccherino per i quali il Comune rimane l’ente che deve vigilare, anche se la presenza di queste salme sepolte all’interno non caratterizza ancora quel luogo come cimiteriale».

Fonte: Comune Pistoia
 
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