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PODISMO

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C'era una volta un ragno che tesseva la sua ragnatela intorno a uno scrigno dorato per mangiarsi tutte le mosche...

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Il mlibro è scritto a quattro mani da Dalmazio Biagini, Serafino Cappelli, Valter Ciurli e Riccardo Biagini.

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VALDINIEVOLE STORICA
di Giancarlo Fioretti
Leda Rafanelli dal futurismo di sinistra all'esotismo egiziano

12/3/2021 - 12:15

La parabola umana e artistica di Leda Rafanelli abbraccia tutto il Novecento, con i suoi miti, le sue speranze, le sue contraddizioni. 

 

Nata a Pistoia nel 1880, lascierà la sua città natale ancora giovanissima per sfuggire, insieme alla sua famiglia, alla miseria e alle ristrettezze economiche che la tormentavano.


Entrata in una filanda a poco più di sedici anni, conosce in prima persona le durissime condizioni del mondo del lavoro femminile di fine Ottocento.


Nelle asprezze della vita quotidiana, ha modo di forgiare la sua coscienza politica, indirizzando le sue preferenze ed i suoi interessi verso l'universo anarco-sindacalista che, in quel periodo, mieteva le simpatie politiche di moltissimi giovani.


Erano quelli anni turbolenti per il nostro Paese, impegnato nelle guerre coloniali in Abissinia ed alle prese con governi autoritari come quello dell'ex garibaldino Crispi e dell' arcigno generale Pelloux.


Il Partito Socialista era nato da poco, precisamente nel 1892, ed era ancora il catalizzatore più importante della Sinistra classista.


Fu quindi con grandissimo piacere che Leda apprese la notizia che Filippo Turati, leader del Psi, le concedeva l'opportunità di pubblicare su L'Avanti! la sua prima produzione letteraria.


Sull'organo socialista Leda pubblicò nel 1896 la poesia Gomene mentre, l'anno successivo, anche sulla scia della pubblicità ricavata, riuscì a dare alle stampe insieme al fratello Brunone il libretto di poesie "Pensieri".


Fu quello il suo esordio nel mondo dell'editoria che, seppur a fasi alterne, caratterizzò gran parte della sua esistenza.


La svolta della sua vita si materializza tuttavia agli inizi del nuovo secolo. Nel 1903 lascia infatti Pistoia per recarsi, con la propria famiglia, ad Alessandria d'Egitto, all' epoca città in pieno sviluppo economico a causa degli imponenti lavori di costruzione del Canale di Suez.


Alessandria rappresentava allora un autentico caleidoscopio artistico e culturale in cui, peraltro, stavano muovendo i primi passi nel mondo della letteratura personaggi del calibro di Giuseppe Ungaretti e Filippo Tommaso Marinetti, nati sul Delta del Nilo da famiglie di origine italiana.


Ad Alessandria d'Egitto inizia a frequentare il circolo libertario La Baracca Rossa, fondato dal poeta apuano Enrico Pea, ove conoscerà personalmente Ungaretti e dove avverrà la sua trasmigrazione politica definitiva verso i lidi del pensiero anarchico-libertario.


In Egitto entra in piena osmosi con la cultura, le usanze e le tradizioni del luogo. Si converte all' Islam nella corrente sufista, intrisa di una notevole dose di misticismo che ne rappresenta il dato caratterizzante. Apprende l'arabo, dedicando allo studio di questa lingua un impegno ed un' abnegazione encomiabili. Inoltre, entra nel mondo del giornalismo, collaborando col periodico socialisteggiante in lingua italiana "Il Domani". Sulle colonne di questo giornale ha l'opportunità di difendere le sue tesi pacifiste e non violente che, in questo frangente storico, iniziano però ad essere abbandonate dal suo stesso mondo politico di riferimento.


I sindacalisti rivoluzionari e gli stessi anarco-libertari-insurrezionalisti, vicini alle tesi del russo Kroptokin, avevano infatti abbracciato l'idea della guerra come strumento di palingenesi della società. Questa virata a 180 gradi non fu mai compresa da Leda, che rimase per tutto l'arco della sua vita, una pacifista convinta.


Nel frattempo si unisce in matrimonio con Ugo Polli, un tipografo conosciuto nella comunità italiana di Alessandria. Con lui decide di tornare in Italia e di stabilirsi a Milano, per fondare la Casa Editrice Rafanelli-Polli, che si specializza ben presto in pubblicazioni di stampo anarchico e libertario. Il denaro necessario per lanciarsi nel mondo dell'editoria le giunge da Olimpio Ballerini, il facoltoso marito dell'anarchica fiorentina Teresa Fabbrini.


La casa editrice riscuote un discreto successo, ben inserendosi nella burrasca politica del Primo Dopoguerra.


Se tuttavia la sua attività lavorativa procede a gonfie vele, così non si può dire del suo matrimonio. Leda è una donna libera, che non è fatta per un'istituzione del genere. 


Il legame con Ugo Polli naufraga quindi dopo poco tempo, e Leda avrà modo di intessere varie relazioni amorose più o meno importanti, come quella con il pittore Carlo Carrà.


Molto più coinvolgente fu invece la frequentazione con l'editore-pubblicista di origine aretina Raffaele Monanni, da cui Leda avrà anche un figlio, Marsilio.
Con Monanni Leda si lancerà in un'altra avventura editoriale, contribuendo alla fondazione della casa editrice Sociale (1910), che ben presto diventerà un' importante realtà nel mondo topografico libertario.


Con Monanni Leda avrà una relazione libera ed aperta, in linea con i principi libertari condivisi da entrambi. Risale quindi agli anni a cavallo della Guerra di Libia la relazione con Benito Mussolini, allora rampante giornalista e punto di riferimento della corrente socialista rivoluzionaria interna al Psi.


Di questa love-story restano 40 lettere del loro epistolario privato, salvato da Leda ed usato come base per la pubblicazione, nel Secondo Dopoguerra, del libro "Una donna e Mussolini".


Dal carteggio, non emerge che fra i due ci fosse stata una relazione intima, anche se ciò resta l'ipotesi più probabile.


Fatto sta che ogni "corrispondenza d' amorosi sensi" cessò definitivamente col passaggio di Mussolini al campo interventista. La sua futura creatura politica, il Fascismo, non fece altro che allargare il fossato umano e politico che, ormai, divideva i due.


Fu proprio l'avvento del fascismo a decretare la chiusura della Casa editrice Sociale.


L'essersi formata in un ambiente culturale che faceva riferimento al futurismo di sinistra, non la portò tuttavia mai ad abbracciare le tesi della rivoluzione sovietica, in cui confluirono parte di queste istanze. Leda rimase sempre una libertaria, in cui la cultura arabo-islamica aveva fatto presa.


Ne è testimonianza la sua produzione letteraria negli anni Venti, che vanta titoli come L'incantamento, Donne e femmine e, soprattutto, L'Oasi, pubblicato sotto falso nome nel 1929.


L' Oasi rappresenta il maggior successo letterario della Rafanelli, quello che le garanti' fama e visibilità negli anni.


La critica radicale al colonialismo ed ai suoi aspetti deteriori sono i tratti fondamentali di un'opera che fu pubblicata anche in arabo dalla Confraternita libica della Senussia, da sempre ostile alla presenza italiana.


Non riuscendo tuttavia a trovare una qualsiasi occupazione lavorativa a causa del marchio di oppositrice politica, fu costretta a dedicarsi, per il resto della vita, all'attività di chiromante, arte che aveva appreso in Egitto.


Fra gli anni Trenta e Quaranta, riuscì comunque a pubblicare opere importanti come Nada, la Signora mia nonna, Le memorie di una chiromante. Tutti romanzi in cui l'atmosfera orientale è predominante.


Risale peraltro a questi anni l'amicizia con lo scrittore e pubblicista Raffaele Ottolenghi, milanese di religione ebraica.


Ottolenghi la rende partecipe delle discriminazioni patite in Etiopia dalla locale comunità ebraica dei Falascia', già in atto ben prima dell'occupazione italiana. In questa prospettiva, conobbe anche alcuni esponenti di questa comunità, fra cui Emmanuel Tamraat, che divenne, per un certo periodo, suo compagno.


Dopo la Seconda Guerra Mondiale, si trasferì in pianta stabile a Genova, dove continuò l'attività di chiromante alternandola a quella di pittrice e decoratrice di arte araba. Iniziò anche a collaborare con il periodico anarchico L'Umanità Nova, su cui scrisse fino alla morte avvenuta nel 1971 a 91 anni.

 
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13/3/2021 - 16:48

AUTORE:
Fiamma chessa

Buonasera,

mi spiace constatare, quale curatrice dell'Archivio Famiglia Berneri - A. Chessa, presso cui sono custoditi i quattro fondi di Leda Rafanelli, consultabili su appuntamento, quanto il testo soprastante, poco corrisponda alla vita e alla cronologia reale di quest'ultima.
Mi permetto di segnalarle, oltre a consultare i suddetti fondi sopracitati, la pubblicazione di:

"Leda Rafanelli una vita anarchica”. Atti della giornata di studi, Reggio Emilia 27 gennaio, 2007, Reggio Emilia, Biblioteca Panizzi-Archivio Famiglia Berneri - A. Chessa;

"L'oasi" romanzo arabo di L. Rafanelli, a cura di Milva M. Cappellini, Reggio Emilia, Corsiero Editore, 2017 contenente una esauriente prefazione della curatrice;

ed altre pregevoli pubblicazioni su questa interessante figura di scrittrice anarchica.