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MONTECATINI
14 FEBBRAIO
Luca Argentero è "Shakespeare in love"

8/2/2011 - 12:06

LUCA ARGENTERO E’ “SHAKESPEARE IN LOVE”

 

Intervista al protagonista dello spettacolo che andrà in scena la sera di San Valentino
 
Un viaggio all’interno del mondo shakespeariano, un percorso fatto con lo sguardo fresco e appassionato di chi ama il Bardo. Luca Argentero e Myriam Catania portano in scena al Teatro Verdi, per la sera di San Valentino (lunedì 14 febbraio, e non poteva essere altrimenti, visto il tema), “Shakespeare in love”. Così come Shakespeare è stato un maestro della contaminazione, in questo spettacolo ci accingiamo a trovare stili diversi. Lo scopo è quello di estrapolare contemporaneamente, su due fronti, da un lato gli aspetti e le ripercussioni personali che l’autore ha provocato sul protagonista e dall’altro i continui e progressivi rimandi al quotidiano di un scrittore sempre attuale, sempre contemporaneo. Ne parliamo con il protagonista.


Argentero, cosa è questo viaggio tra le opere shakespeariane?
“E’ un progetto ambizioso che prevede 15 monologhi tratti dai sonetti e dalle opere di Shakespeare, tutti incentrati sull’amore. E’ uno Shakespeare che niente ha però a che fare con l’omonimo film”.


Ma non c’è il rischio di uno scollamento tra i vari passaggi?
“Il collante è costituito dalle musiche, dal canto e dalla danza, che tutti insieme permettono di passare da una scena all’altra in maniera più fluida e omogenea”.


Shakespeare può essere anche un testo molto difficile…
“Lo è, senza ombra di dubbio. L’obiettivo però è quello di raccontare tutti i significati che l’autore ha dato alla parola amore e può essere arduo anche per lo spettatore trovare un’unica linea interpretativa. Ma io cercherò di far parlare Shakespeare attraverso un ragazzo di 30 anni, come io sono. E poi le parole che usa lo scrittore sono attualissime e le dinamiche che regolano i rapporti umani non sono cambiate, dopo tanti secoli: invidia, passione, invettive contro la società ecc.”.


Da quanto tempo si dedica a questa avventura teatrale?
“Lo scorso anno lo spettacolo ha avuto una fase di rodaggio, ma da questa stagione ci siamo accorti che mancava una Giulietta, che poi è anche mia moglie nella vita reale”.


Questa è la sua prima esperienza teatrale: che differenze ha trovato con la televisione e il cinema?
“La parola, nel cinema, è più accessibile, mentre con Shakespeare non ne puoi sbagliare neanche una se non vuoi stravolgere il senso di una frase. Ma è bello confrontarsi con una materia così difficile. E poi a teatro il momento che precede l’aprirsi del sipario, con il brusio degli spettatori in sottofondo è, allo stesso momento, terribile ed emozionante”.


Shakespeare, però, può anche generare paura tra i più giovani o tra chi lo deve studiare a scuola…
“E’ vero, ma la prova che sarebbe stato un successo anche tra i ragazzi l’abbiamo avuta lo scorso anno con quattro classi di un istituto tecnico (neanche un liceo classico…) dove, nonostante un impatto inizialmente diffidente, i ragazzi si sono poi lasciati andare. In questo sono aiutato dalla presenza di un ballerino e di un cantante e da un impatto scenico moderno, data la presenza di particolari luci e musiche elettroniche. Anzi, arriverei a dire che è proprio uno spettacolo per i giovani: un piccolo servizio al riavvicinamento dei ragazzi al teatro”.
 
Info: 0572.78903.

 

 
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