All’Ippodromo Snai Sesana di Montecatini Terme ultima riunione in notturna della stagione con un sabato che ha regalato tante ‘Emozioni’ come nelle premesse.
Classico appuntamento di inizio stagione quello andato in scena ieri sera, giovedì 5 settembre, in una delle splendide serre di “Toscana Fair” per presentare staff tecnico e squadra ai membri del Consorzio Pistoia Basket City.
Splendide notizie per l’Atletica Pistoia.
Mancano tre giorni alla 46^ edizione del Gp Industria & Artigianato di Larciano, corsa di categoria Pro organizzata dall'Uc Larcianese.
Tutto pronto per i Campionati Italiani Juniores di Bocce 2024 femminili e maschili della specialità Raffa.
Dopo la pausa estiva riparte il programma degli allenamenti gratuiti organizzati dal Montecatini Calcio.
All’Ippodromo Snai Sesana di Montecatini Terme primo appuntamento di settembre e penultima riunione di trotto in notturna.
Dal 5 settembre il 45° Rally Città di Pistoia, entra nel vivo, con l’apertura delle iscrizioni, periodo che si allungherà fino al 25 settembre.
"Una volta bastava un chiodo" è il titolo della mostra collettiva.
Inaugurazione venerdì 6 settembre alle ore 17.30 nelle Sale Affrescate.
Riprende la programmazione del Teatro di Lamporecchio, promossa dall’amministrazione comunale e dall’Associazione Teatrale Pistoiese, domenica 20 gennaio alle ore 21 con un testo particolarmente intenso, "Italia Donati, maestra", scritto da Claudio Vittone ed ispirato al romanzo Prima della quiete di Elena Gianini Belotti. Protagoniste Elena Ruzza e Valentina Cardinali, con la regia e le musiche firmate da Massimiliano Giacometti.
Al centro dello spettacolo, prodotto dall’associazione culturale Terra Terra, la storia di Italia Donati, giovane e bella maestra che, vessata dalle pressioni dell’allora sindaco di Lamporecchio, Raffaele Torrigiani – per l'occasione anche il suo datore di lavoro – e dalle malelingue del popolino che la accusa di avere abortito, viene spinta nel 1886 verso l'unico gesto che possa nettare la sua anima agli occhi di tutti. Italia si getta nel serbatoio dell'acqua di un mulino e si lascia morire.
Martire, vittima dell'ignoranza, schiava per l'appartenenza ad un genere, quello femminile, che contava niente e che quindi non poteva essere istruito, intrappolata in una classe sociale, quella contadina, a cui poco importava delle cose, tolta la sopravvivenza, il suo caso va ad aggiungersi ad una lunga lista di donne la cui emancipazione si è scontrata contro il sistema maschile. L'intento dello spettacolo è quello di far rivivere la protagonista attraverso il rievocare dei personaggi significativi della storia. Italia racconterà al pubblico la sua piccola grande tragedia ricreando i luoghi, gli affetti, le facce che l'hanno accompagnata sino al suicidio.
Inutile parlare dell'urgenza di raccontare ancora una volta una storia di donne non a lieto fine; inutile dire quanto sia attuale e quanto non sia cambiato molto dall'epoca; inutile dire quanto sia importante far conoscere questa storia.
Da ricordare il famoso articolo di Matilde Serao sul “Corriere di Roma” del 25 giugno 1886, poche settimane dopo la morte di Italia Donati, intitolato Come muoiono le maestre in cui la scrittrice portava all’attenzione nazionale questo caso drammatico ad emblema di una condizione femminile estremamente problematica.
“Al tempo dell’unità d’Italia l’analfabetismo era altissimo – spiega il regista Massimiliano Giacometti – I vari governi del tempo si erano proposti di stroncarlo, istituendo scuole rurali in ogni frazione, ma i comuni lesinavano e non avevano fondi disponibili. Le insegnanti erano malpagate, maltrattate, confinate in aule indecenti, private di materiale didattico e persino del gesso e dell’inchiostro, erano giovani ragazze isolate tra la gente diffidente e ostile all’intrusa e all’istruzione, sopratutto perché sottraeva i bambini al lavoro dei campi. Le maestre hanno avuto il grande merito di insegnare a leggere e a scrivere, tra enormi disagi e difficoltà, a generazioni di scolari dell’Italia unitaria. La storia personale della Donati si inserisce nella storia del nostro paese: un paese chiuso, arretrato, misogino e pieno di pregiudizi. Mano a mano che leggevo il libro, mi rendevo conto che mi sarebbe piaciuto metterlo in scena. Sono passati nove anni e ci sono riuscito … attrici perfette e scrittura appassionata.”