Fabo Herons Montecatini comunica che, nel corso di Gara 5 di mercoledì scorso, l’atleta Emanuele Trapani ha riportato un infortunio dopo uno scontro di gioco con un avversario.
Sono stati proprio gli amici, lo scorso anno, ad aver organizzato una partita di calcetto in suo nome; e quest’anno ci sarà la seconda edizione del Trofeo di calcio a cinque “Gli amici di Samuele”.
Stagione oramai sostanzialmente conclusa per il Pistoia Basket Junior che è in attesa di conoscere l’ultimo responso per poi tracciare il bilancio finale di un’annata comunque positiva.
400 studenti delle scuole primarie di secondo grado di Montecatini Terme venerdì prossimo, 23 maggio, saranno i protagonisti della Festa dello sport.
Altro grande weekend per i colori biancorossi della Silvano Fedi, che schiera totalmente una quindicina di podisti in varie gare competitive e raccoglie ben 3 vittorie.
Il portacolori del gruppo sportivo Orecchiella Garfagnana Morgan Petruccci si aggiudica la 46^ edizione del ‘’Trofeo Dormisacco-Memorial Enzo Bindi-Carlo Ruggiero.
Sono di nuovo Federico Gasperetti e Federico Ferrari, con la Citroen C3 Rally2 della PRT gommata MRF, i vincitori del Rally degli Abeti e Abetone, edizione numero 42 del rally “più verde d’Italia”, terza prova della Coppa Rally di zona 7, svoltosi tra il pomeriggio di ieri e la giornata intera di oggi.
Visto il successo e la partecipazione dell'edizione dello scorso anno, l’assessore allo sport Fulvio Rosellini, ripropone il Torneo dei Rioni.
Nelle sale di Villa Renatico Martini, allestite dal maestro Rocco Normanno, sei talentuose matite del comic.
“Pistoia in chiaroscuro”, una mostra fotografica firmata da Leonardo Bandinelli.
Riprende la programmazione del Teatro di Lamporecchio, promossa dall’amministrazione comunale e dall’Associazione Teatrale Pistoiese, domenica 20 gennaio alle ore 21 con un testo particolarmente intenso, "Italia Donati, maestra", scritto da Claudio Vittone ed ispirato al romanzo Prima della quiete di Elena Gianini Belotti. Protagoniste Elena Ruzza e Valentina Cardinali, con la regia e le musiche firmate da Massimiliano Giacometti.
Al centro dello spettacolo, prodotto dall’associazione culturale Terra Terra, la storia di Italia Donati, giovane e bella maestra che, vessata dalle pressioni dell’allora sindaco di Lamporecchio, Raffaele Torrigiani – per l'occasione anche il suo datore di lavoro – e dalle malelingue del popolino che la accusa di avere abortito, viene spinta nel 1886 verso l'unico gesto che possa nettare la sua anima agli occhi di tutti. Italia si getta nel serbatoio dell'acqua di un mulino e si lascia morire.
Martire, vittima dell'ignoranza, schiava per l'appartenenza ad un genere, quello femminile, che contava niente e che quindi non poteva essere istruito, intrappolata in una classe sociale, quella contadina, a cui poco importava delle cose, tolta la sopravvivenza, il suo caso va ad aggiungersi ad una lunga lista di donne la cui emancipazione si è scontrata contro il sistema maschile. L'intento dello spettacolo è quello di far rivivere la protagonista attraverso il rievocare dei personaggi significativi della storia. Italia racconterà al pubblico la sua piccola grande tragedia ricreando i luoghi, gli affetti, le facce che l'hanno accompagnata sino al suicidio.
Inutile parlare dell'urgenza di raccontare ancora una volta una storia di donne non a lieto fine; inutile dire quanto sia attuale e quanto non sia cambiato molto dall'epoca; inutile dire quanto sia importante far conoscere questa storia.
Da ricordare il famoso articolo di Matilde Serao sul “Corriere di Roma” del 25 giugno 1886, poche settimane dopo la morte di Italia Donati, intitolato Come muoiono le maestre in cui la scrittrice portava all’attenzione nazionale questo caso drammatico ad emblema di una condizione femminile estremamente problematica.
“Al tempo dell’unità d’Italia l’analfabetismo era altissimo – spiega il regista Massimiliano Giacometti – I vari governi del tempo si erano proposti di stroncarlo, istituendo scuole rurali in ogni frazione, ma i comuni lesinavano e non avevano fondi disponibili. Le insegnanti erano malpagate, maltrattate, confinate in aule indecenti, private di materiale didattico e persino del gesso e dell’inchiostro, erano giovani ragazze isolate tra la gente diffidente e ostile all’intrusa e all’istruzione, sopratutto perché sottraeva i bambini al lavoro dei campi. Le maestre hanno avuto il grande merito di insegnare a leggere e a scrivere, tra enormi disagi e difficoltà, a generazioni di scolari dell’Italia unitaria. La storia personale della Donati si inserisce nella storia del nostro paese: un paese chiuso, arretrato, misogino e pieno di pregiudizi. Mano a mano che leggevo il libro, mi rendevo conto che mi sarebbe piaciuto metterlo in scena. Sono passati nove anni e ci sono riuscito … attrici perfette e scrittura appassionata.”