Estra Pistoia Basket 2000 Ssd arl comunica che Lorenzo Saccaggi farà ancora parte del roster avendo raggiunto col club un nuovo accordo di durata triennale.
Per la prima volta spalmato su quattro settimane, l’edizione 2025 del Pistoia Basket Project Campsi preannuncia carica di densi significati e, soprattutto, di tanti ragazzi.
Sabato 21 giugno, a partire dalle ore 15, la pista dello Stadio Roberto Strulli di Monsummano Terme tornerà protagonista con una giornata interamente dedicata all’atletica leggera.
In occasione della Festa del volontariato si è disputata a Montale l’edizione 2025 della ‘’Sudatina montalese’’.
Giornata di presentazioni ufficiali in casa Estra Pistoia Basket con la prima uscita nella veste di direttore tecnico dell’area sportiva Alberto Martelossi e quella di Tommaso Della Rosa come capo-allenatore.
Iscrizioni in chiusura per la 40^ edizione del Rally Montecatini Terme e Valdinievole, periodo che si allungherà fino a venerdì 20 giugno.
La Silvano Fedi sempre a testa alta nel weekend podistico appena trascorso.
A.S. Estra Pistoia Basket 2000 comunica di aver raggiunto un accordo di durata biennale per il ruolo di head coach con Tommaso Della Rosa.
La mostra "Pistoia Blues - Oltre il palco” apre i battenti presso le Sale Affrescate del Palazzo comunale.
Si è aperta mercoledì 18 giugno, nell’atrio del Palazzo comunale la mostra “Ispirazione Jorio”.
Pubblichiamo una nota del gruppo consiliare Pistoia ecologista e progressista relativa alla compartecipazione riconosciuta dal Comune a un'iniziativa organizzata dall'associazione “Pro vita & famiglia”.
"Come gruppo consiliare Pistoia ecologista e progressista esprimiamo la nostra ferma contrarietà alla decisione dell’Amministrazione comunale di Pistoia di concedere la compartecipazione e gli spazi del palazzo comunale all’associazione “Pro vita & famiglia”, un’associazione antiabortista promotrice dell’iniziativa che si svolgerà sabato 7 giugno dal titolo “Guida pratica per fermare la propaganda gender dentro e fuori le scuole”.
Riteniamo sia un fatto gravissimo e vergognoso che un ente pubblico come il Comune, che dovrebbe rappresentare tutte e tutti i cittadini e le cittadine, decida di ospitare un evento che si pone in aperto contrasto con i principi dell’educazione affettiva, sessuale e inclusiva, attaccando ciò che viene etichettato con il termine “ideologia gender” (una definizione strumentale e distorta priva di alcun fondamento scientifico e inventata ad arte per alimentare paure e pregiudizi).
Le scuole non sono luoghi di “indottrinamento”, come sostiene questa propaganda, ma spazi in cui si costruisce una cultura del rispetto, della parità e della consapevolezza. Educare all’affettività, alla sessualità e al rispetto delle differenze è un diritto fondamentale delle nuove generazioni e un dovere anche e soprattutto di chi amministra di fronte alla tragica realtà dei femminicidi, della violenza omolesbobitransfobica e di genere.
Aprire le porte delle istituzioni a chi diffonde narrazioni discriminatorie significa legittimare messaggi che minano i diritti fondamentali delle persone della comunità Lgbtqia+, ma anche il lavoro quotidiano di tante e tanti insegnanti, educatori, educatrici, psicologhe e psicologi impegnati nel promuovere dialogo e prevenzione della violenza.
Vogliamo che le nostre istituzioni siano presidio di libertà e inclusione e non complici di chi porta avanti posizioni retrograde. Pistoia merita una politica che guardi al futuro, che difenda i diritti e la dignità di tutte e tutti, senza ambiguità.
E invece, ancora una volta, constatiamo l’assenza dell’amministrazione su questi temi: nessuna iniziativa, nessuna presa di posizione, nessuna parola in occasione del 17 maggio, Giornata internazionale contro l’omolesbobitransfobia, e nessun segno concreto di attenzione o sostegno per il mese del Pride. Un silenzio assordante che dice molto più di tante parole. Per questo motivo parteciperemo ancora più convintamente al Pride del 21 giugno a Prato".
Sullo stesso tema interviene anche l'on. Marco Furfaro (Pd).
“L’iniziativa organizzata da Pro vita & famiglia a Pistoia è un insulto all’intelligenza, alla scienza e alla dignità di migliaia di bambine, bambini, famiglie e persone Lgbtq+. Ma ancora più grave è che a legittimare tutto questo fanatismo medievale ci sia la compartecipazione del Comune. Una vergogna.
Chiamano ‘propaganda’ il rispetto. Chiamano ‘indottrinamento’ l’educazione all’affettività nelle scuole. Ma il vero e unico pericolo sono proprio loro e le loro campagne d’odio.
Il sindaco di Pistoia non può far finta di nulla mentre si legittimano bugie e si alimenta l’intolleranza. Chieda scusa e ritiri subito il patrocinio. Perché la scuola deve essere uno spazio di libertà, di crescita e di conoscenza, non un luogo di caccia alle streghe.
Proprio per questo, ho presentato un’interrogazione parlamentare per chiedere al Governo se ritenga accettabile che un’istituzione pubblica, la casa di tutte e tutti, partecipi a iniziative chiaramente discriminatorie e offensive verso intere comunità”.
Infine registriamo anche l'intervento di "Non una di meno":
"Ancora una volta siamo costrettə a denunciare uno spettacolo indegno nella nostra città: il Comune di Pistoia risulta compartecipante all’evento “Famiglie in Campo: guida pratica per fermare la propaganda gender dentro (e fuori) le scuole”, promosso da Pro vita & famiglia, un’organizzazione che da anni porta avanti campagne contro i diritti delle donne e delle persone Lgbtqia+.
Riteniamo gravissimo che un’amministrazione pubblica legittimi con la propria compartecipazione un evento che promuove una visione discriminatoria, omofoba, transfobica e patriarcale della società.
Questo non è un caso isolato. A Pistoia sono stati molti gli eventi organizzati da questa associazione antiscelta negli ultimi anni. Non solo: dal 2018 il Comune di Pistoia ha deciso di uscire dalla Rete nazionale delle Regioni e degli enti locali per prevenire e superare l’omolesbobitransfobia (Re.A.Dy), rifiutando formalmente l’impegno contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere.
Apriamo gli occhi: quello che accade in città è il riflesso di quanto succede a livello nazionale. Poco più di un anno fa la Camera ha approvato un emendamento al Pnrr che spalanca le porte dei consultori, e di fatto anche delle scuole, ai movimenti anti-scelta, per un’educazione sentimentale fondata sull’odio verso le persone non conformi e contro ogni scelta che metta in discussione il modello cattolico ed eteronormato di vita e famiglia. A questo, come se non bastasse, si aggiungono le nuove indicazioni nazionali 2025 per la scuola pubblica promosse da Valditara.
Mentre il Comune perde tempo e risorse offrendo spazi pubblici per questi eventi, i nostri consultori soffrono di:
* una presenza numerica molto inferiore a quanto previsto dalla legge 405/75;
* una gravissima carenza di personale e risorse;
* una drammatica riduzione dei servizi essenziali per la prevenzione, la contraccezione, l’aborto, l’affermazione di genere e lo spazio giovani.
Rifiutiamo con forza che le istituzioni legittimino chi nega la libertà di scelta, la pluralità delle famiglie e dei corpi. Ci chiediamo inoltre come sia possibile che, a Pistoia, una città che si appresta ad accogliere un evento correlato al Toscana Pride, si possano propagandare certe idee di odio dentro il palazzo comunale. Una contraddizione inaccettabile che dimostra l’incompetenza e la poca credibilità di questa amministrazione".
Di parere diametralmente opposto è il consigliere comunale di Fratelli d'Italia Lorenzo Galligani:
"L'attacco del Partito Democratico, che vorrebbe che il sindaco Tomasi negasse gli spazi ad associazioni che legittimamente partecipano alla vita associativa e democratica della città, è perfettamente in linea con quella che era la visione della città quando governavano loro: una città dove hanno diritto di parola soltanto gli amici e coloro che la pensano come chi governa.
La nostra idea di città è diversa: per noi democrazia non è omologazione ma pluralismo di vedute, per questo motivo non soltanto abbiamo aperto le porte, precedentemente chiuse, a tutte le associazioni che vogliono esprimersi e fare cultura, ma abbiamo anche moltiplicato gli spazi utilizzabili da Sant'Jacopo in Castellare al Pantheon, alle Sale Affrescate sino ai magazzini del sale sino ai molti parchi dove adesso le associazioni vicine al Partito Democratico possono tenere i propri incontri e dove prima invece regnava solo il degrado.
Invitiamo il Pd a non guardare indietro a un modello di città autoritaria e oscurantista ma a guardare avanti, ma comprendiamo che si trovino in questo momento in piena campagna elettorale e quindi abbiano assoluta necessità di "radunare le truppe".
Questo l'intervento del gruppo Serravalle Civica Movimento Indipendenza.
"Il gruppo consiliare Pistoia ecologista e progressista è intervenuto pubblicamente per esprimere la propria contrarietà alla decisione dell’amministrazione comunale di concedere la compartecipazione e gli spazi del palazzo comunale all’associazione “Pro vita & famiglia” per una conferenza sulla propaganda gender dentro e fuori le scuole, che si svolgerà sabato 7 giugno.
Le motivazioni addotte evidenziano a nostro parere soltanto una presa di posizione ideologica e un atteggiamento meramente pregiudizievole e prevenuto nei confronti dell’associazione “Pro vita & famiglia”.
Infatti innanzitutto non vediamo il motivo per cui il sindaco Tomasi e la sua giunta debbano negare gli spazi ad un ente che li ha correttamente richiesti, attenendosi alle indicazioni contenute nei regolamenti comunali.
In secondo luogo le affermazioni sulla attività dell’associazione organizzatrice dell’incontro sono clamorosamente false. “Pro vita e famiglia” non discrimina nessuno: se mai è vero il contrario, in quanto difende da sempre il diritto-dovere dei genitori, sancito dalla nostra Costituzione, di educare i figli secondo le proprie convinzioni e i modelli pedagogico-educativi ritenuti maggiormente validi. La sessualità e l’educazione sessuale rappresentano un tema talmente delicato che solo la famiglia ha diritto e dovere di intervento: la scuola non può sostituire in questo compito i genitori, ma solo collaborare con essi nell’educazione scelta per i figli. Ecco allora che si spiega la giustissima lotta di tale associazione per il cosiddetto “consenso informato”, ossia l’autorizzazione dei genitori dopo dettagliata illustrazione delle attività, per quanto riguarda la partecipazione degli studenti ai progetti promossi dalle scuole sulle tematiche sessuali.
In terzo luogo la teoria gender non è una invenzione, ma una ideologia che purtroppo la comunità Lgbt tenta di diffondere anche negli istituti scolastici attraverso progetti e attività apparentemente innocui, ispirati al principio dell’integrazione e dell’inclusione. Tale filosofia propaganda l'inesistenza della differenze tra i sessi biologici e la conseguente possibilità di variare il proprio genere a piacimento, senza tenere in considerazione, oltre che le esigenze della legge naturale, l’impatto e le conseguenze psicologiche devastanti che tale indottrinamento potrebbe scatenare soprattutto nei bimbi più piccoli, ancora privi di discernimento e spirito critico.
Noi invece siamo grati a “Pro vita & famiglia” per l’iniziativa e per l’occasione che ci offre di poter riflettere su problematiche di grande attualità assai serie e concrete".
"Ci siamo chieste, come Coordinamento donne Cgil e Spi, se sia corretto da parte di un’amministrazione comunale che “dovrebbe” rappresentare tutti i cittadini, ospitare nella Sala Maggiore del Palazzo comunale, la conferenza promossa da Pro vita e famiglia che intende fornire indicazioni per “fermare la propaganda gender dentro e fuori le scuole”.
Ci ha indignate vedere il logo del Comune sulla locandina di un evento che rappresenta posizioni radicalmente sessiste e omolesbotransfobiche, organizzato da chi indica il corpo delle donne come uno strumento per incrementare la natalit., senza preoccuparsi mai se la maternità derivi da atti di volont. attiva, da scelte consapevoli e possibili, da stati di salute e situazioni economiche tali da poter costruire davvero percorsi di vita degni di questo nome.
E’ evidente che no! Al Comune non interessa promuovere percorsi sociali e culturali intersezionali e che possano favorire la qualit. della vita de* cittadin*, altrimenti anziché sponsorizzare associazioni che fanno della sottocultura e dell’odio una bandiera (la comunità scientifica mondiale ritiene ormai da molti anni che il sesso fenotipico non è l’unico elemento sul quale si può costruire la complessità dell’indentità personale, sessuale , relazionale) potrebbe sforzarsi di fare un piccolo passo avanti e cercare di capire come si può aiutare i giovani a comprendere un fenomeno cos. complesso qual è la costruzione della propria identità, senza patologizzarlo e senza affrontarlo come un tabù.
Aiutare, ascoltare, studiare, con l’obbiettivo di fornire metodi e chiavi per vivere la vita in libertà e senza aver deciso tutto prima, a priori. Ci rendiamo conto di aver chiesto troppo e allora se non si è capaci di rispetto per l’altro, di visioni intersezionali, di apertura e ascolto chiediamo almeno di partire dalle basi: affidarsi alla scienza e non a teorie che ci riportano al Medioevo, implementare servizi dove tutt* possano sentirsi accolt*, ascoltat*, aiutat* e consentire alla scuola di essere luogo aperto, vitale, intersezionale, una finestra aperta sul mondo che cambia e cresce e muta,
nonostante gli sforzi di chi vorrebbe i nostri figli e figlie ingabbiati in schemi fissi, ruoli e parole come a inizio novecento.
Non ci stupiamo dell’atteggiamento di questa destra: in un mondo di manichini comandare è più facile e ogni giorno ne abbiamo le prove. Le ultime in ordine di tempo sono gli indegni appelli all’astensione per i referendum su lavoro e cittadinanza dell’8 e 9 giugno.
Il patrocinio del Comune è particolarmente grave: non si tratta solo di una presa di posizione ideologica, ma di un utilizzo delle istituzioni per sostenere attivamente la disinformazione e l’intolleranza. Quando le istituzioni prestano il proprio sigillo a iniziative cariche di odio e disinformazione, il messaggio è chiaro: la scuola pubblica è nel mirino, e i diritti di bambinə, insegnantə e famiglie Lgbtqia+ possono essere sacrificati in nome di una battaglia ideologica.
Se un Comune si schiera con chi disprezza i diritti civili e disinforma le famiglie, allora sta tradendo la sua funzione pubblica. Si parla di “fermare la propaganda gender”: una formula vuota e delirante che serve solo a screditare progetti educativi basati su evidenze scientifiche, approvati da organi scolastici e promossi per contrastare il bullismo, il suicidio giovanile e l’abbandono scolastico tra i minori Lgbtqia+.
Noi, donne della Cgil, vogliamo per le generazione future un mondo di possibilità e siamo pronte alla sfida. continueremo a difendere i diritti delle persone Lgbtqia+: le loro vite non sono un’opinione, così come la libertà di insegnamento".