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PISTOIA
Gruppo abitanti Vicofaro: "L'accoglienza di don Biancalani è un servizio ai migranti, ma anche alla città"

18/2/2025 - 18:56

Un gruppo di abitanti del quartiere di Vicofaro e di volontari del Centro di accoglienza di Vicofaro e di Ramini interviene dopo un incontro con i residenti.

 

"Un gruppo di collaboratori del centro di accoglienza e di abitanti del quartiere riuniti nei locali della chiesa di Vicofaro, di fronte alle iniziative – come quella dello scorso 8 febbraio davanti alla prefettura di Pistoia – promosse dal cosiddetto “Comitato per Vicofaro”, intendono dare una ferma risposta non per sterile polemica, ma per puro spirito di verità, anche in seguito alle frequenti accuse rivolte a don Massimo Biancalani e ai ragazzi africani accolti nei locali annessi alla chiesa. Nel pieno rispetto delle idee e nella costante volontà di stabilire un confronto e un dialogo con i componenti del suddetto comitato, riteniamo che le accuse siano non solo infondate, ma anche intrise di uno spirito apertamente ostile nei confronti di persone spesso nel più estremo bisogno.


Si dice da tempo che il valore delle case del quartiere hanno perso valore a causa della eccessiva presenza degli africani che sarebbero spesso autori sia di risse tra loro che di molestie agli abitanti. Mentre si sa che recentemente sono state vendute a prezzi elevati alcune abitazioni vicine alla chiesa, non si sono mai verificate risse, ma tutt’al più litigi, pur sempre deprecabili, tra singoli individui – provengono da una quindicina di paesi dell’Africa! - per futili motivi, né ci risulta che ci siano mai state violenze verso i passanti; anzi riguardo al cosiddetto “stupro” avvenuto nei locali, il tentativo – pur grave e condannato da tutti noi in più sedi –  è stato evitato proprio grazie al deciso intervento dei ragazzi presenti nella struttura.


Invece si è parlato di “accoglienza fuori controllo” definendola “una bomba a orologeria”, quando l’opera di tutti collaboratori ha costantemente avuto come finalità costante quella educativa, con interventi decisi nei confronti di comportamenti scorretti o irrispettosi.

 

Il comitato definisce l’accoglienza a Vicofaro inadeguata e priva dei servizi necessari, quasi sobillando i ragazzi ad agire proprio contro chi li accoglie. Dobbiamo a questo proposito lamentare l’assenza e l’inadempienza delle istituzioni sia locali che regionali e statali di fronte a al fenomeno epocale dell’immigrazione che interessa l’intera collettività. In particolare il sindaco e i membri della giunta comunale pistoiese non hanno mai visitato il centro di accoglienza. Senza considerare che la Società della Salute – di cui è presidente la vicesindaca – non ha fatto nulla per i numerosi fragili sia per motivi fisici che psicologici, che cercano ospitalità a Vicofaro proprio perché rifiutati da associazioni e cooperative: anche per questi abbiamo dovuto sopperire con medici che da tempo offrono un servizio volontario e gratuito nella cura e nella profilassi.

 

Vogliamo sottolineare che anche tutti gli altri servizi sono svolti da volontari o con donazioni di privati -  dal maggio 2016 a oggi -  da quello di fornire i pasti, i letti, il vestiario e le coperte per l’inverno, alle pratiche burocratiche di carattere amministrativo, all’insegnamento della lingua italiana, all’avviamento al lavoro; alcuni servizi sono anche a beneficio di Italiani o di migranti esterni al centro.


La scelta  di accogliere da  parte di don Biancalani è la risposta generosa al monito di papa Francesco che invitava le parrocchie ad aprire le loro strutture ai fratelli migranti nel bisogno, richiesta peraltro ribadita dal vescovo di Pistoia Fausto Tardelli, che, dopo alcuni atteggiamenti di cautela degli anni scorsi, ha riconosciuto pubblicamente pochi giorni fa in un “Appello alla diocesi” quello che fanno sia il parroco di Vicofaro e di Ramini che i volontari, come "esempio di accoglienza evangelica che arricchisce di carità la nostra Chiesa, di cui tutta quella pistoiese deve farsi carico". Scrive ancora il vescovo: "L’accompagnamento dei fratelli e delle sorelle immigrati è qualcosa che ci interpella fortemente come Chiesa … Ci è chiesto soprattutto in questo anno giubilare, se non vogliamo che esso si riduca ad esteriorità e a un’occasione sprecata. Ci guida la parola chiara del Signore nei Vangeli “Ero straniero e mi avete accolto”. Lamenta anche lui la colpevole assenza delle istituzioni e in particolare del Comune che ha tentato in tutti i modi di ostacolare l’esperienza di Vicofaro, senza tuttavia riuscire a chiuderla, soprattutto per la resistenza del parroco e dei volontari che "hanno dovuto fare un’opera di supplenza nei confronti delle varie istituzioni, cui competerebbe la risoluzione del problema migratorio… Come Chiesa, siamo però chiamati in ogni caso, a testimoniare, attraverso dei piccoli segni concreti, la dignità di ogni fratello e sorella immigrati". Sottolineando l’opera meritoria di attenzione verso gli immigrati più fragili, aggiunge che è stato intrapreso  a Vicofaro un percorso di  "accompagnamento in un cammino educativo, certamente non facile, verso un inserimento positivo e costruttivo nella società. E’ stata ed è sicuramente un’accoglienza “rischiosa”, ma la carità ha sempre dei lati “rischiosi”". Dopo aver escluso la delega di affidare gli immigrati alle cooperative che possono dare sicuramente una mano per un accompagnamento efficace e per l’integrazione, ribadisce l’invito ai parroci della  Chiesa pistoiese: "Noi però vorremmo accogliere questi nostri fratelli nelle nostre comunità perché queste siano per loro come delle famiglie".


Aggiungiamo alle incoraggianti parole del vescovo, quelle apertamente favorevoli espresse più volte anche in passato dal presidente della Conferenza episcopale toscana Paolo Lojudice e dal cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente di quella italiana, se non vogliamo ricordare il sostegno generoso della Fondazione Migrantes, organismo pastorale della Cei e dello stesso Papa Francesco nell’incontro con don Massimo.


Come volontari e come abitanti del quartiere, vogliamo riaffermare piena solidarietà con don Biancalani e con i giovani africani accolti, perché  l’accoglienza  è  un servizio ai  migranti, alla cittadinanza pistoiese e allo Stato in piena coerenza con l’articolo 3 della nostra Costituzione: tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali".

 
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