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Qui si discute su: C’era una volta la Pieve
AUTORE: Alessandro Rossi
email: -
5/4/2022 - 18:15
C’era una volta la Pieve.
La Pieve era un paesino di campagna della Valdinievole, operoso ed evoluto. Due importanti arterie stradali ai lati della rete ferroviaria (ricordo che la prima stazione di Montecatini sorse nella struttura che poi ospitò le scuole dell’obbligo), collegavano Montecatini a Monsummano e Ponte di Serravalle. Alla Pieve le zone residenziali erano ambite per quiete e salubrità, dal Poggetto alla Via Nova, c’erano tante botteghe oggi chiamate di vicinato, alimentari e non, c’era la Casa del Popolo col cinema e il teatro, c’era la piazza de’ Peori e l’orgoglio d’esser pievarini. Alla Pieve è nata un’azienda orafa di prim’ordine, la filodrammatica, insomma dalla merceria ai tabacchi, dal fioraio al fotografo, la Pieve è sempre stato un paese vivo che attirava per fini residenzali o per aprire attività anche da parte di persone non pievarine. Qualcosa è andato storto, ma di brutto. Parlo da privato cittadino, nonchè padre di famiglia e libero professionista, la mia rabbia e il mio dolore si scagliano soprattutto contro la manifesta rassegnazione e la tolleranza infinita di residenti, soprattutto non ‘piovuti’ ed operatori economici, dinanzi lo scempio compiuto in paese ormai da qualche anno, che pare un fine pena mai. Chi si stupisce con orrore per le immagini di guerra di questi giorni farebbe bene a percorrere certe strade della Pieve, beninteso se ha tempo da perdere e non cerca parcheggio, specialmente nei pressi dei lavori alla ferrovia. Dovrebbe stupirsi anche del fatto che finora non ci siano stati episodi alla Michael Douglas nel famoso film “Un giorno di ordinaria follia”. Non si dica che esagero; qui ci sono morti e feriti gravi, rappresentati dalle imprese commerciali e dalle attività ormai allo stremo o che hanno già chiuso i battenti. Perchè si muore in tanti modi, anche buttando giù una saracinesca per l’ultima volta, perdendo il lavoro e anche la dignità personale, sgretolando l’art. 1 della Costituzione Italiana, ormai aggredita dal reddito di cittadinanza.
Alla Pieve il muro di Berlino dell’89 è stato ricostruito ai lati dei binari ferroviari e presto sarà aggredito dalla street art degli imbrattatori notturni. Tubi, fili, materiali vari si confondono con l’erba alta, la trascuratezza del resto si nota anche in piazza Colzi che non è oggetto di lavori sempiterni. Prosegue la vergogna della chiusura di via Buonamici, importante collegamento con la zona sud-est del paese, dopo aver sofferto la Via Crucis in via Roma, con barriere di vario genere e semafori. La viabilità è allo sbando, anzi usando un ossimoro possiamo dire che è ferma, immobile. A causa di questo molta gente preferisce percorsi alternativi seppure più lunghi per spostarsi: si potrebbe anche ricordare il caos perenne all’imbocco dell’Autostrada. Ci sono transenne dappertutto, c’è un evidente aumento dell’inquinamento, sia acustico che ambientale.
Tutti zitti comunque, a parte qualche raro leone da tastiera social che poi si arrende per sfinimento. Zitta e muta la politica, e non c’è nessuno che abbia il coraggio di dire: ebbene sì, questo disastro l’ho fatto io. Del resto, i pievarini hanno premiato questa Giunta con un secondo mandato e l’opposizione è in comodo letargo, così come le associazioni ambientalistiche.
Nessuno ha sentito il bisogno di confrontarsi a viso aperto con i cittadini e gli operatori economici, illustrando lo stato di avanzamento (lento) dei lavori. Si è preferito confidare nello status quo: quanto durerà, cosa cambierà non è dato sapere, lo scopriremo solo vivendo. Resta un fatto incontrovertibile: che qualcuno ha semplicemente distrutto la Pieve peraltro senza far uso di missili. Eppoi si dice che la politica non funziona.
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In risposta a: C’era una volta la Pieve del 5/4/2022 - 18:15
davvero
AUTORE: bruno
email: -
11/4/2022 - 8:47
quel muro di cemento fa male agli occhi e al cuore. Non posso credere che non ci fossero alternative. La Pieve squalifica con la sua bruttezza tutta la valdinievole, che non è che sia messa tanto meglio nell'insieme, ma quel muro... quel muro... proprio all'ingresso dell'autostrada, "benvenuti a beirut" altro che "il più splendido panorama che si sia visto", di Verdiana memoria
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