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AUTORE: Una pontigiana
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30/12/2020 - 17:19
Una pontigiana ringrazia.Comincerò con queste parole il mio scrivere ad altri pontigiani come me, prima che a coloro ai quali va,primariamente, l'intento del mio scritto. Ringrazio di cosa? Di tanta bellezza scoperta in una passeggiata pomeridiana per le vie del nostro minuscolo paesello. La mia ammirazione va alla piazza recentemente costruita in una delle vie più centrali, antiche e storiche del nostro paese. Sorta su quelli che erano i ruderi di un bobmbardamento dell'ultima guerra, così mi raccontava mia padre, ho potuto ammirare estasiata la piazzetta che ha preso il posto di quei muri diroccati, cuccia di tanti gatti randagi.Bella, per i colori, la struttura, la pregevolezza dei materiali,non può non farsi ammirare, incantare quasi.Tutto è bello, moderno, scenico. Come si confà a ciò che nasce in questi tempi recenti e modernamente dotati di un molto di più che anni fa non c'era. L'evoluzione della tecnologia diviene evoluzione del gusto e della sapienza del cuore. Che dire al suo confronto di altre storiche piazze del paese divenute sbiadite consorelle, povere di scelte e strutturazione. La piazza Magrini, titolata ad un eroe della vita, appare scarna e persino squallida nella sua struttura sempliciotta e, diciamocelo con franchezza, bruttina. Piazza Banditori appare un po' migliore, ma ormai tutto quel cotto, quella statua surreale sgomentano chi si ricorda il vecchio giardinetto con le panchine in pietra e il grande albero nel centro dello spazio, addirittura delimitato da recinzione, antica e stravecchia.Poi c'è la piazza del Comune, o del santuario come è citata sugli stradari.Anch'essa, opera di ingente rifacimento nella pavimentazione, muraglione del fiume arricchito da affreschi moderni, e ora dalla rifatta facciata del palazzo comunale, che stupisce e commuove molti pontigiani, non è, diciamolo con sincerità, un granché. Una via di scorrimento senza vezzo di estetica. Poi è arrivata questa nuova piazza, ammirevole e ammirabile.E' essa situata in una via tra le più antiche, degnamente chiamata col nome di un poeta toscanaccio e monsummanese, stradina di pietra che ingloba le strutture cinquecentesche, il teatro che si appoggia al "Ponte vecchio",e che hanno fatto da natali al nostro paese, nato come stazione di posta per il transito che, attraverso il padule, portava a Firenze passando dal colle di Mssarella, di qui l'antica Dogana che all'attuale accoglie gli alunni della scuola in rifacimento. Dunque quellla piazzetta è abbracciata da un lato dal teatro pontigiano antico, accompagnata dal nome di un poeta illustre e guidata dalla cappellina del vecchio convento delle nostre care suore, scomparse dalla compagine cittadina. Cappelletta amena, dedicata alla vergine di Lourdes, forse l'unico esemplare nel nostro nucleo urbano, se si eccettua, credo, quella di Albinatico. Cappella di vespri e rosari, veglie e ave marie, canti di bimbi, quelli della scuola che gli stava sopra e di fianco. Che dire poi ancora. La strada, che accoglie e accompagna la nuova e mirabile piazza, arriva a ridosso del santuario di un'altra Madonna. La nostra cara Madonnina del Buon Consiglio, di tanto in tanto svaligiata e vilipesa dai vandali di turno e di moda, nonostante la prode difesa del buon vecchio San Michele, come ce lo raffigura il rosone sopra il portone della sua chiesa. Innsomma tutto è bello. Una regalia a questa piazzetta degna di un sovrano d'altri tempi. Ma una cosa mi chiedo nella mia infinita ignoranza. Carneade, chi era costui? E dunque chi è la persona cui è titolata?Questo per me resta un mistero che spero poter presto sanare.E credo altri pontigiani come me. Rimango comunque, ignorando la venerabilità della destinataria, dell'idea che nel nostro piccolo, picolissimo territorio, esistevano nomi, lo dico perchè a me noti, di persone morte per onorare il proprio lavoro,come chi lo è stato nel padule in piena, o morti su una strada da poco più che adoloescenti o bambini. Forse a loro si poteva far tributo non andando a scomodare un nome che a me pontigiana da sempre non rivela nulla, nè nel suo essere, nè nel suo fare. Ma qui ammetto la mancanza. Chiudo affermando che forse tale preziosità di intenti, di lustro e vezzo artistico, con profusione di mezzi, maestranze, ore di lavoro e costo di materiali nobili, potevano essere destinati a persone ancora in essere per fornirli di beni di servizio, rete fognarie, linee gas, parcheggi per le auto dato che, nel giorno di mercato, il posto auto diviene un'apoteosi alla ricerca del "chi l'ha visto"di turno. Ma potevano essere anche destinati al rifacimento di spazi pubblici e lastricature,in alcuni luoghi tutt'altro che in condizioni normali, con buche sui piani e rotture,e qui mi riferisco alla piazza della banca sul ponte nuovo, o,perchè no,dedicati alla "spalletta", mi si perdoni il pontigiano dire del termine, del su citato ponte, trascurata da tempi immemorabili per me che ho la memoria a lungo termine consolidata a danno di quella breve, un po' come tutti i vecchi. Ovviamente ragioni a tale driblamento di intenti e risorse ce ne saranno state ma non vorrei incomodare l'amministrazione in una replica per fornirle, poiché sarebbero tutte ovviamente perfette e scontate. Chiudo davvero rinnovando il mio apprezzamento per la bellezza di quanto realizzaato perché ciò che è bello, se lo è davvero bello, non si butta mai via, nuovo o vecchio che sia. Ma qui si fa riferimento al nuovo, ovvio, che ci mostra e dimostra che ciò che fu, fu e ciò che è, è. E forse sempre sarà. Infine sollecitata dalla bellezza vista, mi ardisco di dare un suggerimento. Tale bellezza sarebbe sprecata se non usata e condivisa e pertanto, da pontigiana doc, proporrei la realizzazione di spazi di cultura viva e nascente in tale area mediante lettura di poesie, menestrelli, piccoli concertini da camera o bandistici scelti, visioni di film di nicchia, popolari no, non ci potrebbero entrare tanti spettatori,fruitori di siffatte proposte. Insomma, elogio alla bellezza artistica e al di lei pregio, con altrettanta bellezza artistica di pari pregio e valore. Mi accommiato da voi con i miei più sinceri saluti, firmandomi una pontigiana, semplicemente, perché alla pari di colei che è citata sulla targa, non sono nessuno e il mio nome, anche a saperlo, non cambierebbe alcunché nella sostanza delle mie parole.
Con stima e sincero apprezzamento,
una pontigiana.