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CHIESINA UZZANESE
Un gruppo di cittadini: "Ma quali scontri tra fazioni opposte, ecco la verità sulle dimissioni del parroco"

26/1/2021 - 17:27

Un gruppo di cittadini ci scrive questa lettera sulla questione del parroco e delle sue dimissioni.

 

"Siamo un gruppo di cittadini e siamo rimasti molto toccati dalla vicenda di don Bernardino, il parroco del nostro paese che si è dimesso alcune settimane fa. Abbiamo letto varie interpretazioni e narrazioni sull’argomento che non ci hanno per nulla convinto, anche alla luce delle notizie che stanno venendo fuori sull’argomento e dalle quali comincia a emergere una diversa verità dei fatti. Desideriamo quindi intervenire per dire la nostra su questa vicenda. 

 

La tesi sostenuta dalla Curia di Pescia, è quella secondo la quale don Bernardino “si sarebbe trovato al centro di uno scontro tra fazioni opposte presenti all’interno della comunità, una conflittualità che il sacerdote non sarebbe stato in grado di gestire e che nel tempo gli è risultata intollerabile”. 

 

E’ la stessa tesi curiale riportata su altre testate dove si parla addirittura di “guelfi contro ghibellini” quando non si capisce chi sarebbero gli uni e gli altri. Lasciamo perdere. Questa versione dei fatti sostenuta dalla Curia è fuorviante e volta a occultare le responsabilità che la Curia stessa e il vescovo hanno in tutta la faccenda.

 

Don Bernardino è arrivato in questa parrocchia circa quattordici mesi fa, dopo la morte di don Romano che ne era stato per molti anni il titolare e che, soprattutto negli ultimi anni, vista anche la lunga malattia, aveva delegato molto delle attività parrocchiali. Così che, quando don Bernardino è arrivato, ha trovato una situazione per nulla semplice: contenziosi e situazioni dir poco problematiche nei tre edifici di proprietà della parrocchia: l’abitazione del parroco, il circolo ricreativo, l’asilo, cercando di avviare a soluzione quanto era inizialmente possibile.

 

Quindi, come dicevamo, una situazione oggettivamente molto complicata. La ricognizione dei problemi, trascinati nel tempo e intrecciati fra loro, lo avevano portato ai primi dissapori con i gestori degli ambienti medesimi.

 

L’epicentro di questi dissapori era stato Il circolo ricreativo e riguardavano sia la gestione e, soprattutto, lo stato delle strutture del circolo, in particolare gli impianti, la cui sicurezza appariva del tutto insufficiente. Questa valutazione divenne subito motivo di scontro fra i gestori e il parroco. I gestori sostenevano che si poteva continuare, il parroco non voleva rischiare le eventuali sanzioni alle quali poteva andare incontro in qualità di titolare dei locali.

 

Così, nel mese di luglio, i 53 componenti del circolo hanno votato all’unanimità lo scioglimento e quindi la conseguente chiusura del circolo. Ci chiediamo se fosse davvero in regola o no, se aveva le certificazioni di conformità degli impianti. Perché se ce le aveva, non si vede perché i gestori non siano andati dal vescovo, carte alla mano, a dimostrare che il circolo, così com’era, poteva regolarmente andare avanti. 

 

Se però queste certificazioni non c’erano, vuol dire che il circolo era fuori regola da anni e ringraziamo Dio che non è successo nulla perché sarebbero stati guai seri, molto seri.

 

La Curia sapeva tutto questo? Se non lo sapeva c’è stata una grande mancanza di controllo, se lo sapeva e ha permesso che si andasse avanti così per anni, la responsabilità ci sembra ancora più grave.

 

Ad ogni modo il circolo chiuse. Ci fu la comprensibile reazione degli ex ragazzi che ci erano cresciuti e che avevano espresso il loro rammarico per quella chiusura in una bella e nobile lettera di uno di loro. I luoghi della memoria sono una delle cose più care  e quando scompaiono, per qualsiasi motivo, se ne va una parte di noi.

 

Ma cominciò ben altro: maldicenze, dileggi, perfidie, oltre al passa parola di abbandonare la frequenza alle funzioni del parroco e recarsi altrove. Cose continuate fino a qualche settimana fa. Evidentemente, oltre ai sentimenti, quella chiusura aveva toccato altre cose.  

 

La politica in tutto questo è stata da parte, non ci sono state battaglie fra guelfi e ghibellini, né fra partiti di destra e di sinistra. Questa lettura della Curia è fuorviante perché delle condizioni generali in cui versava la parrocchia alla morte di don Romano, parroco precedente, doveva essere al corrente. O almeno crediamo che questo fosse stato un suo dovere. Così, si è scaricato tutto su don Bernardino.

 

Ora è arrivato, nominato dal vescovo, l’amministratore diocesano, una specie di commissario. Molte cose saranno chiarite, ma non era meglio inviarlo prima, subito dopo la morte di don Romano che aveva lasciato la parrocchia in quelle condizioni, in modo che, messe a posto le cose, il nuovo parroco, giovane oltretutto, avrebbe trovato una situazione di più tranquillo lavoro pastorale?.

 

Vedremo cosa farà questo amministratore diocesano soprattutto per quanto riguarda il circolo e l’asilo, i due edifici legati nella gestione, che hanno dato adito a tutto quanto si è scatenato contro don Bernardino, e allora si capirà chi aveva ragione e chi torto, chi doveva controllare e non l’ha fatto".

 
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30/1/2021 - 18:06

AUTORE:
Giuseppe

Caro Simone, concordo pienamente con il suo giudizio e con quello degli autori della lettera aperta. Quanto alla destra eversiva, mi sembra un'ipotesi campata in aria: a Chiesina una destra eversiva? ma quando mai, per favore! ho vissuto a Chiesina per molti anni, e ci torno spesso, ma di questa fantomatica frangia eversiva non ho mai visto traccia. Semmai è vero il contrario: la sinistra ha gestito il paese per decenni, facendo il bello ed il cattivo tempo, ed il "passaggio del testimone" non deve esserle piaciuto molto. L'attuale gerarchia ecclesiastica, poi, sappiamo bene quale parte politica predilige, dalla Prima Sede in giù : è tutta a senso unico, ovviamente a sinistra, quindi se un parroco non è progressista viene messo subito sul banco degli accusati, e questo probabilmente sarà successo anche al bravo don Bernardino. Ci fosse arrivato magari un ultraprogressista gli avrebbero anche lasciato sfasciare tutto, possiamo starne certi.

29/1/2021 - 14:31

AUTORE:
Osservatore indipendente

Il nuovo parroco preso nella rete della destra eversiva di Chiesina di cui si era fidato viene fatto passare come responsabile di tutto. Speriamo che il nuovo abbia sufficiente polso.

29/1/2021 - 1:29

AUTORE:
Simone

Finalmente qualcuno si pone domande sull'atteggiamento della Cuira in questa vicenda. Di per se la Curia non esiste, è la Diocesi. Vale a dire gli uffici che dipendo dal Vescovo. La loro incompetenza è sotto gli occhi di tutti e la loro posizone contro l'ex parroco di Chiesna lo è altrettanto. Nulla hanno fatto per sostenere o aiutare l'operato del giovane parroco ma tutto hanno messo in atto per ostacolarlo. I parrocchiani chieisnesi hanno diritto di sapere tutto. Anche perchè se ci saranno spese da fare, e ci saranno MOLTE spese da fare, chi paga?? chi ripara i danni delle paasate gestioni?
Le alte gerarchie ecclesiastiche hanno messo il bavaglio all'ex giovane parroco imponendogli il silenzio ed esponendolo al pubblico ludibrio, ma qualcuno doveva assumersi la responsabilità delle proprie azioni e non continuare a trincerarsi dietro la parola evangelica. Ma il tempo è galantuomo. Inizia la stagione delle domande... speriamo arrivino le risposte !!!

28/1/2021 - 19:01

AUTORE:
Non praticante

Io mi chiedo come mai questo gruppo di cittadini non si firmi, manda accuse e insinuazioni a destra e asinistra e si nasconde..