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PESCIA
Cobas contro l'incontro delle forze armate all'Istituto agrario: "Agli studenti offrire un'alternativa alla guerra"

26/11/2019 - 11:25

I Cobas intervengono sulla presenza delle forze armate a scuola.

 

"In merito all’incontro con le forze armate che si terrà il 28 presso l’Istituto tecnico agrario Statale Dioniso Anzilotti, rivolto agli studenti delle classi quinte, è necessario ribadire con vigore che il fine ultimo della scuola pubblica della Costituzione è educare e formare i giovani al conseguimento dei valori sanciti dalla Carta Costituzionale e in particolare dall’art.11: “L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo".


Ci si chiede come un incontro informativo con le forze armate possa indirizzare alla pace, alla giustizia e alla libertà.


Ogni anno centinaia di migliaia di diplomati /laureati lasciano l’Italia in cerca di occupazione all’estero, non avendo qui la possibilità di maturare e di essere gratificati professionalmente perché sottoposti allo sfruttamento e al ricatto: davvero non abbiamo alternative da offrire loro oltre la “guerra”?


Per foraggiare le forze armate e le cosiddette “missioni di pace” all’estero (le “missioni di pace” sono il cavallo di Troia per entrare anche nelle scuole poiché si sbandiera l’immagine del soldato “buono” e “altruista” quindi niente affatto offensivo) l’Italia spende 68 milioni di euro al giorno. Questo fiume di denaro pubblico è sottratto alla formazione, all’istruzione, agli investimenti per il futuro dei giovani. E i tagli decennali nella scuola (meno docenti, meno risorse, meno sicurezza, meno tutto!) lo confermano e sono sotto gli occhi di tutti.


Fine ultimo del processo educativo nella scuola è educare alla pace e ai diritti: cercare proseliti delle attività belliche nella scuola pubblica della Costituzione è uno schiaffo innanzitutto ai giovani che hanno il diritto di essere formati nello spirito della Costituzione, e poi ai docenti stessi che tutti i giorni li formano secondo il dettato costituzionale.


La scrivente organizzazione sindacale chiede pertanto al dirigente dell’Itas Anzilotti di annullare l’incontro; chiede agli studenti, ai docenti e al personale tutto della scuola di boicottare l’incontro pianificato, qualora confermato, in nome della Costituzione e della pace. Per una scuola libera da guerre e militarismi".

Fonte: Cobas
 
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29/11/2019 - 16:58

AUTORE:
alessandro

La polemica è solo e semplicemente sull'opportunità di avere accesso alle aule di scuola , da parte di "reclutatori" .Non si discute se sia lecito o non lecito che uno stato sia dotato di un esercito . Caso mai potremmo intavolare una discussione su quale sia l'uso che dell'esercito si può e deve fare.
Ma GABRIELE non perde occasione di esternare la sua metafisica d'accatto .
Seppelliamolo nel silenzio .

29/11/2019 - 16:05

AUTORE:
Gabriele

Ma credo che nessuna delle due possa essere tacciata di interventismo!
Chiedo scusa per il refuso...

29/11/2019 - 11:43

AUTORE:
Gabriele

A parte che nessuno è obbligato, già da alcuni anni, a svolgere il servizio militare, mi dispiace sentire “ragionamenti” come il suo, a cui vorrei contrappormi con un banale esempio: un trincetto è strumento indispensabile per il tappezziere ma arma in mano al rapinatore.
Non è lo strumento in sé ma l’uso che se ne fa a dover essere valutato, certo se lo strumento non ce l’hai le opzioni si riducono di molto!
Non dimentichiamo che anche la Svizzera e la Finlandia, per esempio, hanno le forze armate, ma non credo che nessuna delle due possa essere tacciata di interventismo! Quello dipende da altri fattori.
In un contesto internazionale ogni paese mette a disposizione della collettività la sua quota di risorse per le azioni decise in comune: nel complesso, alcune possono essere meno condivise di altre ma, come sempre, è la maggioranza ad approvare le decisioni, giuste o sbagliate che siano.
Una nazione senza forze armate (ed in senso lato senza forze di polizia) è una nazione senza peso, in qualunque contesto.
I muscoli a me, quando avevo l’età adatta, sono serviti più spesso per evitare uno scontro che per vincerlo!
Di propaganda parlerei invece quando si contrasta la realtà con argomentazioni utopiche, irrealizzabili e palesemente ideologiche.
Al contrario mi sembra che presentare ai giovani, in procinto di affacciarsi su di un mercato del lavoro sempre più in crisi, una opportunità in più sia soltanto meritorio. Impedire, condannare e addirittura invitare al boicottaggio urbi et orbis sottolinea, come di consueto, il voler imporre una linea di pensiero a senso unico, timorosa di qualunque confronto o dialogo e, soprattutto, indica come si ritengano i ragazzi completamente incapaci di una analisi autonoma!
Dubito che i presentatori fossero muniti di moduli di arruolamento!

28/11/2019 - 18:31

AUTORE:
Marco Marco

le FF.AA. posso benissimo utilizzare i gazebo e i siti internet.
Spiace che dopo due guerre mondiali che hanno portato solo miseria e morte e missioni militari all'estero spacciate di "pace" ma sempre al fianco della potenza attaccante a stelle e strisce e guardacaso in zone dove c'è petrolio e risorse minerarie varie, ci sia ancora chi si ubriaca di retorica spiccia.
L'autorevolezza di un Paese si misura con ben altri parametri perché i "muscoli" servono solo a minacciare.
La linguistica ministeriale Guerra-Difesa è solo propaganda.

27/11/2019 - 18:23

AUTORE:
alessandro

peccato ....mi duole ma
non posso non essere d'accordo con i commentatori .
La necessità di un esercito inserito in una organizzazione internazionale difensiva , è non solo "costituzionale" ma essenziale.
Le mmissioni di pace (??) non sono disposte dai singoli stati , ma dalle organizzazioni cui apparteniamo .
Trovo discutibile che personale con le stellette cerchi a scuola di indirizzare i ragazzi in una professione tanto particolare.
Trovo poi che la funzione dei docenti nel rendere i ragazzi capaci di scelte consapevoli , sia la base di tutto . All'ultimo anno di Liceo , fummo imbarcati a seguito di una "promozione" di sottufficiali in una visita di tre giorni con pernottamenti in camerata ,sveglia etc, all'Accademia militare di Modena . Era la fine anni 50. Da quel momento il mio antimilitarismo divenne granitico .
Poiché non fui ritenuto buono per il Re ho lasciato ad altri questo compito e non ho mai sparato un colpo. In conclusione penso siano meglio i Gazebi che l'accesso alle aule nelle ore di lezione.

27/11/2019 - 12:40

AUTORE:
Gabriele

Ai rappresentanti dei COBAS, che immagino essere ragazzi dello stesso Istituto, suggerirei una lettura più attenta della Costituzione, così spesso citata a sproposito e senza vera cognizione o, peggio, con letture “di parte” e denigratorie
Non esiste solo l’articolo 11, che peraltro NON dichiara che non ci debbano essere le forze armate, anzi, al contrario ne avalla implicitamente l’esistenza, quando dichiara che ripudia la guerra: se non abbiamo un esercito il problema non si pone!
La guerra ripudiata è ovviamente quella che noi dovremmo portare ad altri, in caso contrario ripudiarla sarebbe quantomeno inutile…
L’articolo 87 inoltre indica nel Presidente della Repubblica il Capo delle Forze Armate, quindi ne riconosce ed autorizza nuovamente l’esistenza!
“Ci si chiede come un incontro informativo con le forze armate possa indirizzare alla pace, alla giustizia e alla libertà.”
Anche senza andare al detto di ripudiata memoria “L’aratro traccia il solco ma è la spada che lo difende”, non si può essere così al di fuori della realtà da non capire, innanzi tutto, che chi non ha difesa non ha voce, in secondo luogo che l’esercito è sotto l’amministrazione del Ministero della DIFESA, non della GUERRA! Qualcosa vorrà pur significare?
Avere un esercito, un tempo di leva, specializzato e volontario adesso, è un pilastro della autorevolezza di qualsiasi nazione, l’uso che sene fa dipende da ben altri fattori.
Inoltre (ma qui sono di parte in quanto ufficiale in congedo) la vita militare apre a nuove esperienze (non tutte piacevoli in effetti, come nella vita del resto) e insegna una disciplina ed una responsabilità che non sempre si imparano in altri contesti.
Infine, la carriera militare, per chi la apprezza, offre opportunità di lavoro e di sviluppo notevoli, sia da ufficiale che da sottufficiale, garantendo per questi ultimi oltretutto la possibilità di specializzarsi in un lavoro poi spendibile all’esterno.
In definitiva, avere un esercito non significa VOLERE la guerra, significa POTERE mantenere la pace.
Divertitevi all’incontro, potreste imparare qualcosa.

27/11/2019 - 8:34

AUTORE:
Emanuele Mazzoni

Buongiorno,
non credo affatto che quanto abbiate detto rispecchi la realtà e gli impegni dell'Italia nel mondo.
Credo, fermamente, che conoscere chi ci difende, chi garantisce la giustizia e quindi, in DEMOCRAZIA la libertà, sia più che giusto. Inoltre i ragazzi devano essere formati ed educati al rispetto delle regole e degli altri, per una civile convivenza.

Comunque proprio perchè in democrazia, è giusto pensarla come si vuole, l'importante sarebbe non diffondere messaggi negativi incitanti al boicottaggio. Caso mai, in nome della pace, insegnare ai ragazzi a parlare, a proporre una dialettica costruttiva con le istituzioni.

Emanuele Mazzoni