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PISTOIA
Scuola, Belliti e Pd replicano a assessora Frosini: "Risposta stizzita con tante dimenticanze, colpito nervo scoperto"

28/10/2019 - 12:44

Daniela Belliti (Pd) e l'unione comunale del Pd replicano all'assessore Frosini. Cominciamo con il primo comunicato.


"Piuttosto contraddittoria la replica dell’assessora Frosini al Pd comunale. Certo, ha chiarito che il viaggio a Londra è stato a sue spese: in questo, in piena continuità con chi l’ha preceduta. In piena continuità, è anche l’elogio ai servizi educativi, la cui qualità si costruisce non in pochi mesi ma in decenni.

 

Dove sarebbe dunque la discontinuità rispetto al centro-sinistra in generale e all’amministrazione Bertinelli in particolare? E’ qui che l’assessora attacca, ma come al solito, come gli altri colleghi della giunta Tomasi, o dice mezze verità o trascura di ricordare scelte che produrranno nel tempo effetti negativi su quei servizi che tanto elogia.

 

1. Le statalizzazioni. L’assessora Frosini ha omesso di ricordare la vicenda della scuola dell’infanzia “Lo scoiattolo” di Santomoro. La giunta Tomasi l’aveva inserita nella delibera di trasferimento allo Stato, scatenando la protesta di tutta la Valle della Bure; ma se “Lo ccoiattolo” è ancora pistoiese non è certo per un ripensamento della nostra zelante assessora, bensì per il rifiuto dello Stato. Cosa intende fare la giunta Tomasi, dopo la statalizzazione delle “Bruno Ciari”? Si ferma qui o proseguirà su questa strada? 

 

2. Le verifiche sismiche. L’uso strumentale di questo argomento è dimostrato da due elementi: 1) Delle 36 verifiche effettuate, soltanto tre scuole sono state chiuse e una è in corso di ristrutturazione. La conclusione, per chi fosse in buona fede, sarebbe la seguente: le scuole pistoiesi sono sicure, anche dopo i continui e numerosi mutamenti normativi introdotti soprattutto dal 2016 in avanti (badate bene, 2016!). 2) Poiché i finanziamenti di queste verifiche sono ministeriali, le scuole interessate sono quelle statali. E le scuole comunali? Come si intende “garantire la sicurezza dei bambini” in questo caso?

 

3. L’edilizia scolastica. L’assessora si attribuisce il merito dei lavori alla Girandola! Un progetto importante realizzato con le risorse del mandato precedente, e che si è concluso dopo perché il genio civile ha – giustamente – imposto un nuovo intervento sulla base della nuova normativa! Poi si legge l’elenco degli ultimi progetti finanziati, in larga parte programmati prima, e quelli più rilevanti resi possibili da mutui che oggi l’amministrazione può contrarre grazie ad un bilancio risanato. E in ogni caso, la giunta Bertinelli - senza caricare sui pistoiesi un euro di debito in più – ha speso in edilizia scolastica circa 6 milioni di euro.

 

4. La mensa scolastica. La giunta Tomasi si è distinta per aver cancellato la colazione nelle scuole dell’infanzia statali; per aver chiuso le mense scolastiche comunali; per aver deciso di mettere a bando tutto il servizio di refezione scolastica seguendo l’unico imperativo del risparmio economico. Come mai di questo non ha fatto cenno l’assessora?

 

5. La riduzione dei plessi. Per effetto di chiusure parziali o integrali, la giunta Tomasi ha di fatto deciso – al di fuori di processi deliberativi democratici e trasparenti – un nuovo dimensionamento scolastico, che ha prodotto la concentrazione di bambini in poche scuole a scapito degli spazi condivisi, dei laboratori, delle attività di socializzazione. In questi casi, pensa l’assessora che il servizio (educativo) sia migliorato o peggiorato?

 

6. La riduzione dei nidi. Il nido “Il Mulino” è stato chiuso per ragioni tecniche tutt’altro che chiare, e nel complesso l’offerta dei nidi è diminuita. Chi può, va in privato; chi non può, è costretto ad affidarsi alle reti familiari, o piuttosto – come dice l’assessore Bartolomei – le donne-madri se ne devono stare a casa. E’ questa la posizione ufficiale della giunta Tomasi? La qualità dei servizi educativi, se davvero sta a cuore, va continuamente irrorata di nuova linfa culturale, pedagogica, sociale, e di risorse adeguate. Quella “comunità educante” costituita dalle educatrici, i genitori, i bambini, deve sempre confrontarsi con i bisogni delle famiglie, i mutati processi di apprendimento dei bambini, la multiculturalità che abita vivacemente i nostri asili e le nostre scuole. Sotto questo profilo, il coordinamento del Comune deve rimanere saldo e solido su tutto il sistema, pubblico, privato e convenzionato; la progettualità diffusa di insegnanti ed educatrici deve essere valorizzata e promossa; l’innovazione dei modelli pedagogici deve essere continua (l’educazione alle differenze, la comunicazione e socializzazione tra diverse etnie e culture, il rispetto verso tutte le forme di famiglia). Serve, per l’appunto, un pensiero, che parta dall’affermazione del diritto al sapere per tutte e tutti. E’ dalla mancanza di questo pensiero, dai tagli a questo diritto, che inizia lo smantellamento, graduale e progressivo, dei servizi educativi.

Di seguito il comunicato dell'unione comunale del Pd.

La risposta stizzita e sopra le righe dell'assessora Frosini e della sua maggioranza dimostra che evidentemente abbiano toccato un nervo scoperto.

 
Innanzi tutto, è bene chiarire che la questione non è - e non è mai stata - l'origine privata o pubblica delle spese di viaggio e soggiorno sostenute da Frosini. Noi non abbiamo nulla in contrario a che si utilizzino fondi pubblici per visite istituzionali o per attività destinate a diffondere una eccellenza pistoiese, e ci siamo limitati a presumere ciò che sarebbe stato del tutto normale.
 
Il punto vero è la estrema incoerenza di chi, nella statalizzazione della scuola dell'infanzia Bruno Ciari, non ha minimamente tenuto in considerazione le legittime rimostranze dei genitori e di tantissimi cittadini; rimostranze che, senza nulla togliere alla professionalità e competenza delle maestre e del personale statale, facevano leva proprio sulla qualità eccelsa di quel sistema educativo che, giustamente, continua ad essere portato come modello in Italia e in Europa. Cosa che - lo ribadiamo - non può che farci piacere e inorgoglirci come pistoiesi. A Frosini, tanto per essere chiari una volta per tutte, non si contesta certo il viaggio a Londra bensì le scelte politiche per l’infanzia fatte a Pistoia. 
 
Ben consapevole di questo, l'assessora sposta il tema sulle gestioni passate, definite “disastrose”: il solito disco rotto di chi governa questa città da due anni e mezzo e ancora non trova altri argomenti che scaricare tutto sul passato. Ma se è così, allora siamo costretti a rammentare che quel sistema pistoiese preso da tutti a modello per l’infanzia non nacque per effetto del caso ma in virtù di scelte politiche e culturali che furono giunte di centrosinistra a compiere. 
 
È certamente vero che anche in passato scuole comunali pistoiesi siano state statalizzate, ma assai diverse erano le condizioni di partenza e la strategia complessiva. Limitandoci agli ultimi vent’anni, si è partiti da un numero di sedici scuole che sono state gradualmente ridotte a otto. Forse l’assessora lo ha dimenticato, ma l’ultima volta che in consiglio comunale si è discusso dell’argomento, sono stati i consiglieri della sua maggioranza a proporre la pressoché totale eliminazione delle scuole comunali in virtù dei costi. E però passare da sedici a otto non è come passare da otto a zero. Inoltre, le statalizzazioni operate dalle amministrazioni di centrosinistra si inserivano comunque in una strategia complessiva di grande attenzione e ingenti investimenti nell’ambito culturale e della formazione. Una strategia che, fra le altre cose, ha contribuito a costruire quella rete di luoghi ed eventi di altissima qualità che hanno fatto sì che Pistoia ricevesse l’ambito riconoscimento di capitale della cultura per l’anno 2017.
 
Viceversa, non è dato comprendere se e quale sia la strategia della giunta Tomasi nella statalizzazione dell’asilo Bruno Ciari, che fece seguito al tentativo - per fortuna non riuscito – di statalizzare l’anno prima l’asilo di Santomoro. Due scuole, non una. A proposito di chi racconta falsità.

 

Ecco, invece di minacciare querele, l’assessora Frosini risponda ad una semplice domanda: cosa intende fare nei prossimi anni per tutelare il sistema educativo pistoiese dalle tentazioni della sua maggioranza di smantellarlo per fare cassa? Qui a Pistoia, si intende".

 
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