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Tari in diminuzione nel 2019 in Valdinievole, Confcommercio: "Ancora evidente la disomogeneità fra aree limitrofe"

13/9/2019 - 18:54

Tari meno cara nel 2019 in Valdinievole ma restano evidenti i divari di costo fra le stesse tipologie di attività nei differenti comuni. A dirlo è l’analisi di Confcommercio Pistoia e Prato che riporta al centro del dibattito la tassa per lo smaltimento dei rifiuti, l’imposta che ancora oggi si conferma fra le più gravose per imprese e cittadini e che rischia di frenare lo sviluppo dell’intero territorio.
 
Se la fotografia dei costi per il 2019 evidenzia delle diminuzioni della tariffa in quasi tutta l’area – a eccezione di Uzzano con aumenti del 2% al metro quadro – è vero che questi sono dovuti da una sovrastima fatta da Alia sull’investimento da dedicare alla raccolta porta a porta che dallo scorso dicembre ha coinvolto sei comuni – Buggiano, Chiesina Uzzanese, Massa e Cozzile, Pieve a Nievole, Ponte Buggianese, Uzzano  – e che fra il 2017 e il 2018 aveva portato rincari in bolletta pari al 20%.
 
Ciò che è più evidente è come aziende appartenenti alla stessa categoria e operanti in aree limitrofe – simili talvolta per la modalità di smaltimento dei rifiuti – arrivino a pagare cifre sostanzialmente diverse.


È l’esempio di Pieve a Nievole, dove un ristorante paga 14,68 euro al metro quadro contro i 10,71 di un ristorante a Monsummano Terme. Oppure di un’attività di ortofrutta a Buggiano che ha dei costi pari a 36,26 euro al metro quadro, a differenza dei 27,35 euro per la stessa azienda di Ponte Buggianese.
 
La ricerca rimanda a un quadro travagliato e poco omogeneo che continua a penalizzare le attività economiche e che frena il loro sviluppo.


Per Confcommercio si tratta di dati preoccupanti, ancora di più se si considera che dal 1 gennaio dello scorso anno i Comuni avrebbero dovuto avvalersi delle risultanze dei fabbisogni standard nella determinazione dei costi relativi al servizio di smaltimento dei rifiuti.


Se da una parte le agevolazioni introdotte – fortemente volute in passato da Confcommercio – riescono ad alleggerire la tariffa, dall’altro richiedono un impegno notevole da parte degli operatori che per ottenerle devono operarsi in contesti non sempre semplici. 
 
È indispensabile in questo campo un costante confronto e una collaborazione fra associazioni, amministrazione comunale e aziende, al fine di agevolare le categorie economiche, a partire da quelle più colpite dall’imposta, attraverso il loro coinvolgimento attivo nei processi di raccolta e gestione dei rifiuti in modo da introdurre nuove riduzioni per chi adotta comportamenti virtuosi o favorisce lo smaltimento di rifiuti differenziati.
 
È quanto accade proprio in queste settimane fra Confcommercio e l’amministrazione di Chiesina Uzzanese che stanno lavorando a un intervento congiunto per sostenere i pubblici esercizi del territorio, uno dei settori a cui vengono attribuiti i costi più alti.
 
L’intera riflessione sulla Tari nasce dall’analisi di Confcommercio Imprese per l’Italia – attraverso l’Osservatorio tasse locali, lo strumento permanente dedicato alla raccolta e all’analisi di dati e informazioni sull’intero territorio relative alla tassa rifiuti (Tari) pagata dalle imprese del terziario – conferma la continua crescita su tutto il territorio nazionale della tassa, nonostante una significativa riduzione nella produzione dei rifiuti stessi, e ripropone evidenti divari di costo nello stesso territorio tra le medesime categorie economiche a parità di condizioni.
 
Servono risposte urgenti per avviare una profonda revisione dell’intero sistema che rispetti il principio europeo ‘chi inquina paga’ e tenga conto delle specificità di determinate attività economiche delle imprese del terziario, al fine di prevedere esenzioni o agevolazioni per le aree che di fatto non producono alcun rifiuto e sulle quali invece continua ad essere calcolata integralmente la tassa.

Fonte: Confcommercio
 
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14/9/2019 - 11:13

AUTORE:
Nicola Tesi

Ben venga l’analisi eseguita da Confcommercio, l’omogenita della tariffa è praticamente impossibile in quanto è demandato ai comuni la possibilità di inserire nella Tari i costi dei servizi accessori, come la pulizia straordinaria delle strade, gli sfalci dell’erba e tanti altri. (Ponte Buggianese ha deciso dal 2010 di non caricare questi servizi sulla Tari) Solamente con l’arrivo dell’unbilding ci sarà uniformità dei costi base al netto della quantità di spazzamento manuale e meccanizzato che dipendono da comune a comune e solo con la standardizzazione degli stessi, sempre al netto dei costi accessori legati anche agli abbandoni.
Sarebbe quindi da approfondire i parametri attribuiti dei costi in riferimento ai minimi e massimi che la legge attribuisce alle 32 categorie non domestiche.