Il problema è reale e va risolto al più presto, non vi è dubbio.
Al riguardo mi sorgono spontanee due domande: ma quando sono state rilasciate le autorizzazioni urbanistiche, edilizie e di idoneità igienico-sanitaria, esistevano norme che imponevano tale requisiti? E, posto che il DM n. 236 del 14 giugno 1989 impone l'esistenza di almeno un servizio igienico accessibile, quando i locali superano i 250 mq di superficie utile, poteva questo essere applicato ai nostri due Uffici postali?
Personalmente, soprattutto alla luce della sentenza del TAR della Campania, sede di Napoli del maggio 2008 (attualmente sospesa dal CdS), allo scopo di comprendere meglio la problematica non esiterei a contattare quegli amministratori e/o associazioni di cittadini che hanno già intrapreso la "battaglia dei bagni" con Poste Italiane.
Il Comune capofila è stato quello di Forio d'Ischia (sentenza TAR citata) che ha iniziato nel gennaio 2008 con un'Ordinanza sindacale (e da lì è derivata anche un'interpellanza Parlamentare Atto n. 4-01624 del 16/06/2009, rinvenibile al seguente indirizzo web la risposta del vice ministro per lo per lo sviluppo economico: http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Sindispr&leg=16&id=453166).

In seguito hanno sollevato il problema dell'assenza dei servi igienici negli uffici postali molte altre comunità di cittadini e/o amministratori, ad esempio: Roma nel giugno 2008; Aversa (CE) nel 2009; Prato nel marzo 2011; Scordia (CT) nel settembre 2011; Fiumicino (RM) nell'aprile 2012; Caiazzo (CE) nel maggio 2012; Genova nel dicembre 2012; Ancona nell'agosto 2013; Empoli nel gennaio 2014; Bronte (CT) nel marzo 2014; Volla (NA) nel giugno 2014; Vasto (CH) nell'ottobre 2014.
Saluti.