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BUGGIANO
Riscoperto da un gruppo di giovani il ponte settecentesco dell'acquedotto di Bellavista

3/7/2014 - 10:05

Giuseppe Franchi ci invia il resoconto di una importante scoperta storico-architettonica.

 

Un nutrito gruppo di giovani borghigiani, che si è costituito in comitato “Andar per colli”, è impegnato da tempo al recupero della sentieristica del comune di Buggiano, con un intento ben preciso: tutelare e valorizzare un territorio che ha una potenzialità turistica formidabile.


Nella ripulitura dell'antico sentiero che collega Stignano con il torrente Cessana ha riscoperto, nascosto dall'edera, una straordinaria struttura architettonica settecentesca, ancora integra: il ponte dell'acquedotto di Bellavista.


Conosciamo la storia dell'approvigionamento dell'acqua da parte dei Feroni. In un primo tempo i signori di Bellavista si accontentarono di prelevare l'acqua da una sorgente che, immersa in un bosco di querce sulle colline di Stignano, venne denominata con una espressione poetica: la “Fonte delle fate”, individuabile e tutt'ora attiva.

 

Più tardi, anche per l'esigenza di mantenere il vasto giardino prospiciente il Castello, i Feroni fecero un secondo allacciamento, da una sorgente più ricca di acqua chiamata “Capofico”: e per attraversare con l'acquedotto il piccolo rio che scende da Stignano, fecero erigere questa imponente costruzione che ha le sembianze di un vero e proprio ponte a tre archi, in cui venne installato, in pietra serena, lo stemma della famiglia Feroni.


Purtroppo, a pochi metri, è stata eretta una diga in cemento armato. A quale istituzione il compito di sanare questo scempio paesaggistico? L'assessorato comunale all'ambiente e alla cultura del territorio, o la Soprintendenza, o la magistratura?


Intanto mi sembrerebbe doveroso, da parte dell'amministrazione comunale, un riconoscimento pubblico del servizio che questi giovani volontari compiono per la comunità (Bernardi Giacomo, Cantoro Maurizio, Federighi Roberto, Maltagliati Federico, Monti Riccardo e Quaglia) coadiuvati da altri che collaborano con un prezioso lavoro di supporto al progetto complessivo di recupero della sentieristica collinare.

 

Nello stesso tempo per la valorizzazione della scoperta, porre sulla strada del Cessana, che dal Borgo conduce in Campioni, oggi frequentatissima dagli appassionati di trekking, ma anche da comuni cittadini, un cartello segnaletico: Antico acquedotto di Bellavista”.

 
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5/7/2014 - 7:02

AUTORE:
Feroni e Medici

Premesso che la costrizione del pontile dell'acquedotto è cosa ben fatta che solo allora sapevano fare ma,alla sua domanda circa la licenza avuta o meno dall'amministrazione per questa diga in cemento armato,io aggiungerei anche quella se l'empolese Francesco Feroni ,uomo facoltoso che acquistò da Cosimo III(Medici) 45 poderi ed il titolo nobiliare di Marchese di Bellavista,fosse in regola per prelevare l'acqua dal torrente Cessana fino loro Villa con l'attraversamento di terreni che,immagino,fossero anche di altri.
Probabilmente allora ai potenti era tutto possibile,in chiave moderna sarebbe cosa da discutere!

4/7/2014 - 18:12

AUTORE:
Alessandro

Senza dubbio una interessante riscoperta, peccato che non possa venir considerata utile per dare slancio all'occupazione, se non incanalata in percorsi di visita turistica incentivabili facilmente. E magari provocatoriamente perchè non destinare delle aree in vicinanza alla costruzione di una moschea!? sicuramente attirerebbe proseliti...

4/7/2014 - 15:44

AUTORE:
gianluca errot

Per me la scoperta più importante è quella di venire a conoscenza che questi giovani si dedichino ad attività mirate alla "ripulitura " con beneficio per tutti...quando io sono costretto a vedere lungo la strada che conduce a casa mia ogni sorta di rifiuto sparpagliato ovunque nonchè rami e spine invadenti.
Bravi !!

3/7/2014 - 12:43

AUTORE:
Alessandro Spinetti

Più che la bella scoperta direi che la cosa incredibile è che l'amministrazione non ne conoscesse l'esistenza. (Ma dove si vole andare!!)