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Riorganizzazione, piattaforma web e nuovi servizi: ecco il settore floricolo visto da Flora Toscana

27/2/2014 - 23:26

Fabrizio Giuntoli (presidente di Flora Toscana) e Paolo Batoni (vicepresidente della stessa associazione) ci inviano un documento nel quale rispondono ad alcune domande sul futuro del settore floricolo.

"Negli ultimi tempi si sta sviluppando un dibattito sul settore che spesse volte ci vede coinvolti e citati. Per questo come presidenza di Flora Toscana riteniamo opportuno esprimere i nostri pensieri. Con lo scopo di essere più sintetici e chiari possibile ci siamo posti alcune domande rifacendosi a quelle più comuni che si sentono in giro.

Molti hanno vivo il ricordo di un recente passato della floricoltura sia Toscana che Italiana. E’ ipotizzabile un ritorno ai tempi d’oro?

 E’ assolutamente improbabile che si ricreino certe condizioni che essendo passate, appunto, non ci sono più. Quindi la risposta è no. Siamo altresì fiduciosi che si potranno rivivere momenti positivi e favorevoli, a condizione che non si guardi indietro, ma si cerchi di operare al meglio in uno scenario che come sappiamo è in continua evoluzione e richiede un approccio sempre più innovativo e propositivo.

Il problema è produttivo o commerciale?

E’ evidente che questi due aspetti sono strettamente interconnessi fra di loro. Se dovessimo dare una risposta secca diremmo che tendenzialmente il problema è più di carattere produttivo. Per dirla in modo semplice molte delle nostre produzioni non sono più competitive sul mercato. Spesso si è teso ad usare la leva commerciale per supplire al problema, ma è evidente che se poi non ci sono produzioni competitive e con una propria identità non si può andare lontano. 

A cosa è dovuta la perdita di competitività?

Noi diciamo sempre che se ci fosse stata solo una causa e non fossimo stati in grado di capirla e di rimuoverla saremmo proprio fessi... In realtà è un insieme di fattori legati all’aumento dei costi di produzione, alla concorrenza globale ecc. Un punto chiave è appunto l’approccio e la reazione delle nostre aziende a questi cambiamenti. In estrema sintesi: c’è chi ha reagito innovando e prendendosi più rischi e c’è chi non ha fatto niente sperando in una crisi passeggera; fra chi ha investito troviamo le aziende che sono ancora sul mercato (seppure fra mille difficoltà), gli altri che sono la grande maggioranza, sono in profonda crisi, molti hanno chiuso ed altri stanno per farlo.

Ma le istituzioni avrebbero potuto e possono fare di più per il settore? Certo che sì! Dobbiamo pure domandarci se noi del settore avremmo potuto e possiamo fare di più? Anche in questo caso la risposta è SI! Il mondo delle istituzioni da una parte si adopera per intervenire a favore della economia reale e quindi anche del nostro settore, dall’altra ci imbriglia con un insieme di regole spesso poco chiare e di burocrazia di cui tutti diventiamo prigionieri. Alla fine la sensazione netta è che il sistema produca più costi che risultati. Allora dobbiamo sperare e operare affinché la politica se ne avveda ed abbia più coraggio per riformare il sistema. Per quanto ci riguarda dobbiamo fare la stessa cosa. Se ci pensiamo bene come floricoltori, non siamo nemmeno capaci di fare proposte organiche al mondo istituzionale. Ci presentiamo con un coro fatto di tante voci dove ognuno canta per conto suo e il risultato è disastroso. Come mondo agricolo e florovivaistico dobbiamo pensare a strumenti di rappresentanza nuovi e diversi da quelli che abbiamo. In questo caso i cambiamenti dipendono da noi.

Ma allora i distretti floricoli che sono stati creati proprio per dar vita ad una politica di settore non funzionano?

Per la nostra esperienza, nonostante l’impegno dei componenti ed in particolare dei presidenti, purtroppo dobbiamo affermare di no. Possiamo dire che sono figli della situazione che descrivevamo sopra.

Quale la posizione nei confronti del Mercato dei Fiori di Pescia?

E’ bene ricordare che la cooperativa è nata sul vecchio mercato dei fiori in via Amendola nei così detti tempi d’oro. Questo evidenzia che i produttori ritenevano necessari ed opportuni servizi diversi a quelli che il mercato stesso poteva offrire. Flora Toscana ha fatto e fa cose diverse dal Mercato per raggiungere lo scopo di immettere nella filiera commerciale le produzioni. La struttura mercato è attualmente un luogo che semplicemente ospita operatori dello stesso settore al proprio interno. Da luogo in cui confluiva la produzione per essere contrattata e raggiungere i mercati di consumo si è trasformato in mercato di distribuzione per la toscana ed alcune aree limitrofe. Risente pesantemente delle trasformazioni in corso nel commercio all’ingrosso e della aumentata importanza della Grande Distribuzione. Conserva comunque un ruolo per tutta una serie di operatori per lo più piccoli distributori e negozi che si possono rifornire di un ampio assortimento proveniente da tutto il mondo a mò di grande Cash & Carry. Come cooperativa vi siamo stati presenti con uno spazio di vendita fino a 4 anni fa. La motivazioni che ci spinsero ad uscirne furono le seguenti: Troppa concorrenza sleale legata al fatto che gran parte delle transazioni avvenivano e "a quanto si sente dire” tuttora avvengono in nero. La tendenza ad allungare i tempi di pagamento. Le difficoltà organizzative e i costi legati alla movimentazione.

Cosa pensa Flora Toscana del progetto sviluppato dal comune di Pescia?

Abbiamo già avuto modo di dire che è uno sforzo apprezzabile per tentare di utilizzare una struttura che in ogni caso male si adatta alle attuali esigenze sia per le dimensioni che per i vincoli strutturali che si porta dietro. Secondo noi meglio metterla sul mercato per capire se esistono operatori interessati ad altri utilizzi e reinvestire il ricavato in una struttura più sobria e funzionale. Il progetto che ormai ha già qualche anno, in grandi linee prevedeva un investimento pubblico (regionale) di circa 10 milioni ed un investimento di privati per altri 20 milioni. Se il progetto non sta andando avanti, evidentemente è perché mancano i presupposti di base. Comprendiamo le richieste e le esigenze degli operatori di mercato per avere un luogo in cui svolgere le proprie attività, ma al contempo è doveroso sottolineare che operano in una struttura che è stata interamente costruita con fondi pubblici. Che ne hanno detenuto per molto tempo il governo senza riuscire a spesarne la gestione corrente né tantomeno i costi di manutenzione; tant’è vero che è arrivato un commissario. Adesso con l’azienda speciale del comune Mefit, si chiedono i 10 milioni alla regione per rimetterlo a norma e non si capisce che fine hanno fatto gli investimenti privati. Ci auguriamo che si trovi una soluzione, al contempo segnaliamo che ci pare eccessivo un intervento esclusivamente pubblico senza un impegno concreto da parte degli operatori interessati. Un nostro socio ad esempio come potrebbe comprendere il fatto che lui si paga interamente i costi della propria cooperativa e il suo collega li vorrebbe pagati dalla comunità? In un quadro di nuova progettualità, siamo comunque aperti al confronto e alla collaborazione.

 

Flora Toscana come si pone nei confronti degli altri produttori?

Nel rispetto delle regole e degli obbiettivi, la cooperativa è sempre stata aperta sia ai produttori della zona che ai produttori di altre aree. La nostra storia che ormai ha più di 40 anni è buona testimone del fatto che in Flora Toscana si può entrare e se non ci si trova a proprio agio si può uscire. Nella nostra cooperativa collaborano pienamente produttori che hanno idee politiche diverse e aderiscono ad organizzazioni professionali diverse. Crediamo che la scelta di valorizzare l’autonomia della cooperativa portata avanti dai primi consigli di amministrazione sia stata giusta e lungimirante. Siamo sempre disponibili a confrontarci con tutte le istanze in maniera aperta e costruttiva. E’ naturale che i colleghi all'esterno ci percepiscono come un concorrente, ma questo non significa che non si possano trovare concreti ambiti di collaborazione. Forse in momenti come questo dove “l’erpice batte nei calcagni” per tutti, è anche possibile superare vecchie posizioni che si sono sedimentate nel tempo.

Qual’è il ruolo di una cooperativa come Flora Toscana?
Molto semplicemente è uno strumento economico che i produttori si sono dati per affrontare il mercato, sia per gli approvvigionamenti che per immettere sul mercato le produzioni. Per usare una terminologia diventata comune nel mondo della finanza è “un derivato” della produzione. Ha senso solo se il proprio ruolo è finalizzato alla produzione. Deve porre molta attenzione a non diventare un “derivato tossico” come appunto è successo nella finanza... L’importante è che il governo della cooperativa sia in mano a noi produttori !!!... “si ma tanto chi fa e disfà è il direttore e la struttura operativa....” si sente spesso dire. Ebbene, Flora toscana ha oltre 100 dipendenti ed è normale e necessario che ci sia una organizzazione strutturata. Da tenere presente però, che direttore e struttura dipendono dalla presidenza, che è espressione del consiglio di amministrazione (costituito da soli produttori) che a sua volta è eletto dalla assemblea ogni tre anni. Quindi i produttori soci sono i “proprietari” della cooperativa in virtù del capitale che vi hanno versato. In un momento come questo la situazione è durissima anche per noi soci di Flora Toscana; siamo però coscienti di avere un valido strumento a disposizione e siamo anche un po’ orgogliosi di essere riusciti a costruirlo con il nostro impegno e la nostra volontà. Una cooperativa che fattura (includendo una società controllata) oltre 35 milioni di euro nel nostro piccolo è qualcosa che ha una certa importanza sul mercato.

Flora Toscana può fare di più?

Certo che sì! Si può fare sempre di più e meglio. Questa è la domanda che ogni giorno dobbiamo porci. Siamo coscienti di dover innovare e rinnovarci continuamente; più teste insieme (come nel nostro caso) producono un sacco di idee. Siamo anche consapevoli che non possiamo portarle avanti tutte ma che dobbiamo scegliere gli obbiettivi da porci, darci le priorità e le strategie per raggiungerli in relazione alle nostre possibilità.

Quali sono i programmi più importanti a cui la cooperativa sta lavorando?

• Il primo è un progetto di riorganizzazione complessiva di tutta la struttura partito lo scorso anno. E’ un lavoro molto impegnativo che il consiglio sta portando avanti attraverso un gruppo di lavoro appositamente nominato ed anche con l’ausilio di consulenti esterni. Lo scopo è quello di aggiornare l’organizzazione in virtù dei mutamenti che sono sotto gli occhi di tutti. Serve più cooperazione e più managerialità nell’organizzazione.
• Altro progetto che per noi riveste basilare importanza dal punto di vista strategico è quello della costruzione di una piattaforma web come strumento centrale per le transazioni con i nostri interlocutori commerciali. Siamo partiti a giugno 2013 e stiamo continuamente implementando sia gli strumenti informatici che la nostra organizzazione. Noi riteniamo che questo sia l’orizzonte verso cui camminare con decisione. E’ un lavoro impegnativo dove serve tanta collaborazione a partire dai produttori. E’ un lavoro che ci consente di rendere contemporaneamente raggiungibili, “a portata di clik”, le nostre produzioni alla platea dei clienti in tutta europa, 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. Questo progetto può concretamente aprire la strada a rapporti nuovi anche con coloro che al momento non aderiscono alla cooperativa; rivolgiamo per questo un invito soprattutto alle aziende più giovani e più strutturate sia di piante che di reciso ad approfondire con noi le possibilità che ci sono.

- Il nostro settore “Grande Distribuzione” è impegnato ad implementare la proposta ai principali gruppi nazionali (già nostri clienti), sia di reciso che di piante. La nostra filosofia è quella di proporre i prodotti di qualità dei nostri Soci, confezionati per essere innovativi ed attraenti. Lavorando nel modo più razionale e nel minor tempo possibile, dalle aziende di produzione raggiungono direttamente i consumatori all’interno dei supermercati.

- Attraverso il marchio storico “Toscoflora” e la società specializzata nel vivaismo “Agrivivai” siamo impegnati aumentare il nostro livello di servizio alle aziende professionali. I nostri soci hanno a disposizione informazioni e consigli tecnici di grande livello e la possibilità di approvvigionarsi di materiali di alta qualità in modo fortemente competitivo".

Fonte: Flora Toscana
 
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1/3/2014 - 19:43

AUTORE:
roberto

Ho letto attentantamente il post di cui sopra del presidente e viCe della FLORA TOSCANA. NON SONO UN ESPERTO DI QUESTE PROBLEMATICHE, PERO' RICORDO QUANTO ACCADEVA AL TEMPO IN CUI LAVORAVO PRESSO Una ditta MI RICORDO , AL QUEL TEMPO SI LAVORAVANO GAROFANI E GLADIOLI, si inziavano a vedere cenni di decadimento della produzione floricola dal punto di vista qualitativo. Questa azienda, si tratta degli anni 1970/80, gia' a quel tempo si faceva arrivare i garofani da Napoli e da S Remo poiche' erano piu' belli di stelo e di fiore, grazie al suo clima. Cio' a dimostrare che essendo passati ben 50/40 anni e se i produttori floricoli non si sono agiornati, sulle tecniche di produzione, facendo prodotti competitivi rispetto al mondo europeo, costoro sono destinati a chiudere i battenti. Come dice il presidente, restano sul mercato coloro che hanno strasformato le loro aziende con tecnlogie innovative, da produrre prodotti competitivi. Bisogna inoltre che troviate dei sistemi innovativi per bloccare i pagamenti in nero, se necesasario fare la serrata del mercato dei fiori. Per quanto riguarda la struttura del centro commerciale dei fiori nuovo, credo che debba essere utilizzata anche per altri scopi, come fiere, mercati domenicali,attrazzioni turistiche, soprattuto per i giovani. Questo puo' essere il sistema per il mantenimento di questa mastodontica struttura. Quindi il lavoro da fare è tanto, ma è in mano a voi froricoltori ed è compito vostro vigilare l'operato degli altri, al fine che non vi freghino, come è consuetudine, dove chi in buona fede, lscia fare agli altri. Buona fortuna, Michelotti roberto ex ferroviere