Il paziente era stato curato male per una semplice calcolosi vescicale. Non solo, le cure non appropriate ne avrebbero accelerato la morte. I parenti hanno quindi fatto causa al medico. I fatti si riferiscono al 2001-2002 quando l’uomo venne seguito dal medico che lavorava per l’Asl. Nel 2012 il Tribunale di Monsummano condannò il medico al risarcimento di 25mila euro per danno patrimoniale e 10mila per ciascuno dei familiari. L’Asl non aveva più soldi per far fronte alla causa, visto che aveva esaurito il massimale di 1,5 milioni pattutiti con Carige Assicurazioni. Così il Tribunale decise di intervenire sul medico al quale sono stati ipotecati tutti gli immobili, tanto da costringerlo a versare agli eredi 126mila euro. Ma il medico, che poi si è trasferito all’Asl di Lucca, ha chiamato in causa sia la sua assicurazione, ma soprattutto l’Asl di Pistoia come responsabile in solido di quanto era successo. I parenti del morto hanno però presentato appello in Tribunale a Firenze e l’udienza è stata fissata per il prossimo 3 dicembre. Chiedono di rivedere la cifra del risarcimento: 600mila euro per danno morale/esistenziale e 150mila euro per danno biologico. Ma prima di dover sborsare altri soldi, l’Asl ha proposto una transazione a tre, con il medico e con i parenti del morto. L'azienda sanitaria darà al medico 75mila euro come parte del risarcimento che è spettante agli eredi e che l’uomo ha già anticipato. Ma ha fatto scrivere che questi chiudono la questione, tranne nel caso che il medico venga riconosciuto colpevole.