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La chiusura del Consorzio scatena la guerra nel Pd: Bettarini contro Niccolai e Bini, Galligani contro Venturi

26/10/2013 - 9:35

Polemiche al vetriolo, nel Pd, sul futuro del Consorzio di bonifica del Padule di Fucecchio, la cui storia è destinata a chiudersi da quando con la fine di novembre entrerà in vigore la contestata riforma regionale che prevede il passaggio del territorio oggi di competenza del Consorzio del Padule al Consorzio pisano. I timori sono tanti: un aumento della tariffa di contribuzione, ma soprattutto un’attenzione più scarsa al territorio.

Il primo intervento sulla vicenda è rappresentato da un comunicato del segretario provinciale del Pd Marco Niccolai in difesa del consorzio del Padule (Valdinievole Oggi l'ha pubblicato ieri). Un intervento però arrivato, secondo alcune letture, fuori tempo massimo. Su Facebook il sindaco di Buggiano Daniele Bettarini, sempre del Pd, chiama in causa i vertici locali del partito, Niccolai compreso, accusati di aver guardato solo al lato pistoiese. «Noto levate di scudi a favore del 118 di Pistoia – scrive Bettarini – ma mi chiedo come mai nessuno spende una parola contro il depauperamento del nostro consorzio di bonifica. Mi riferisco, senza mezzi termini, a Bini, Venturi, Niccolai e Morelli. È in atto una vergognosa svendita del nostro territorio e le conseguenze, in termini di sicurezza, saranno drammatiche. Vi invito a smentirmi con i fatti, con le chiacchiere non mi incantate più».

Tra le risposte ricevute da Bettarini, c'è quella di Gianfranco Venturi, che contesta la ricostruzione del sindaco. Venturi smentisce di aver ricevuto documenti da parte dei sindaci della Valdinievole sulla riforma dei consorzi. Ma il sindaco di Ponte Pier LuigiGalligani replica che Venturi era a conoscenza delle problematiche della Valdinievole, ben prima della legge di riordino, così come entrambi i consiglieri regionali dell’epoca (quindi anche Caterina Bini) sapevano delle loro preoccupazioni.

Fonte: Il Tirreno
 
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28/10/2013 - 8:35

AUTORE:
Un cittadino

Ceto che non c'e' coesione, bisogna mandare a casa chi riscuote uno stipendio solo per privilegi politici,,,ormai i consorzi e le comunità montane sono un ricettacolo di posti da assegnare per la politica.
Vi invito a leggere questo articolo per capire come andremo a finire:

London School of Economics: dell’Italia non rimarrà nulla, in 10 anni si dissolverà
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LONDRA - "Gli storici del futuro probabilmente guarderanno all'Italia come un caso perfetto di un Paese che è riuscito a passare da una condizione di nazione prospera e leader industriale in soli vent'anni in una condizione di desertificazione economica, di incapacità di gestione demografica, di rampate terzomondializzazione,di caduta verticale della produzione culturale e di un completo caos politico istituzionale.

Lo scenario di un serio crollo delle finanze dello Stato italiano sta crescendo, con i ricavi dalla tassazione diretta diminuiti del 7% in luglio, un rapporto deficit/Pil maggiore del 3% e un debito pubblico ben al di sopra del 130%. Peggiorerà.Il governo sa perfettamente che la situazione è insostenibile, ma per il momento è in grado soltanto di ricorrere ad un aumento estremamente miope dell'IVA (un incredibile 22%!), che deprime ulteriormente i consumi, e a vacui proclami circa la necessità di spostare il carico fiscale dal lavoro e dalle imprese alle rendite finanziarie. Le probabilità che questo accada sono essenzialmente trascurabili. Per tutta l'estate, i leader politici italiani e la stampa mainstream hanno martellato la popolazione con messaggi di una ripresa imminente. In effetti, non è impossibile per un'economia che ha perso circa l'8 % del suo PIL avere uno o più trimestri in territorio positivo. Chiamare un (forse) +0,3% di aumento annuo "ripresa" è una distorsione semantica, considerando il disastro economico degli ultimi cinque anni. Più corretto sarebbe parlare di una transizione da una grave recessione a una sorta di stagnazione.

Il 15% del settore manifatturiero in Italia, prima della crisi il più grande in Europa dopo la Germania, è stato distrutto e circa 32.000 aziende sono scomparse. Questo dato da solo dimostra l'immensa quantità di danni irreparabili che il Paese subisce. Questa situazione ha le sue radici nella cultura politica enormemente degradata dell'élite del Paese, che, negli ultimi decenni, ha negoziato e firmato numerosi accordi e trattati internazionali, senza mai considerare il reale interesse economico del Paese e senza alcuna pianificazione significativa del futuro della nazione. L'Italia non avrebbe potuto affrontare l'ultima ondata di globalizzazione in condizioni peggiori.

La leadership del Paese non ha mai riconosciuto che l'apertura indiscriminata di prodotti industriali a basso costo dell'Asia avrebbe distrutto industrie una volta leader in Italia negli stessi settori. Ha firmato i trattati sull'Euro promettendo ai partner europei riforme mai attuate, ma impegnandosi in politiche di austerità. Ha firmato il regolamento di Dublino sui confini dell'UE sapendo perfettamente che l'Italia non è neanche lontanamente in grado (come dimostra il continuo afflusso di immigrati clandestini a Lampedusa e gli inevitabili incidenti mortali) di pattugliare e proteggere i suoi confini. Di conseguenza , l'Italia si è rinchiusa in una rete di strutture giuridiche che rendono la scomparsa completa della nazione certa.

L'Italia ha attualmente il livello di tassazione sulle imprese più alto dell'UE e uno dei più alti al mondo. Questo insieme a un mix fatale di terribile gestione finanziaria, infrastrutture inadeguate, corruzione onnipresente, burocrazia inefficiente, il sistema di giustizia più lento e inaffidabile d'Europa, sta spingendo tutti gli imprenditori fuori dal Paese . Non solo verso destinazioni che offrono lavoratori a basso costo, come in Oriente o in Asia meridionale: un grande flusso di aziende italiane si riversa nella vicina Svizzera e in Austria dove, nonostante i costi relativamente elevati di lavoro, le aziende troveranno un vero e proprio Stato a collaborare con loro, anziché a sabotarli. A un recente evento organizzato dalla città svizzera di Chiasso per illustrare le opportunità di investimento nel Canton Ticino hanno partecipato ben 250 imprenditori italiani.

La scomparsa dell'Italia in quanto nazione industriale si riflette anche nel livello senza precedenti di fuga di cervelli con decine di migliaia di giovani ricercatori, scienziati, tecnici che emigrano in Germania, Francia, Gran Bretagna, Scandinavia, così come in Nord America e Asia orientale. Coloro che producono valore, insieme alla maggior parte delle persone istruite è in partenza, pensa di andar via, o vorrebbe emigrare. L'Italia è diventato un luogo di saccheggio demografico per gli altri Paesi più organizzati che hanno l'opportunità di attrarre facilmente lavoratori altamente, addestrati a spese dello Stato italiano, offrendo loro prospettive economiche ragionevoli che non potranno mai avere in Italia.

L'Italia è entrata in un periodo di anomalia costituzionale. Perché i politici di partito hanno portato il Paese ad un quasi – collasso nel 2011, un evento che avrebbe avuto gravi conseguenze a livello globale. Il Paese è stato essenzialmente governato da tecnocrati provenienti dall'ufficio del Presidente Repubblica, i burocrati di diversi ministeri chiave e la Banca d'Italia. Il loro compito è quello di garantire la stabilità in Italia nei confronti dell'UE e dei mercati finanziari a qualsiasi costo. Questo è stato finora raggiunto emarginando sia i partiti politici sia il Parlamento a livelli senza precedenti, e con un interventismo onnipresente e costituzionalmente discutibile del Presidente della Repubblica , che ha esteso i suoi poteri ben oltre i confini dell'ordine repubblicano. L'interventismo del Presidente è particolarmente evidente nella creazione del governo Monti e del governo Letta, che sono entrambi espressione diretta del Quirinale.

L'illusione ormai diffusa, che molti italiani coltivano, è credere che il Presidente, la Banca d'Italia e la burocrazia sappiano come salvare il Paese. Saranno amaramente delusi. L'attuale leadership non ha la capacità, e forse neppure l'intenzione, di salvare il Paese dalla rovina. Sarebbe facile sostenere che Monti ha aggravato la già grave recessione. Letta sta seguendo esattamente lo stesso percorso: tutto deve essere sacrificato in nome della stabilità. I tecnocrati condividono le stesse origini culturali dei partiti politici e, in simbiosi con loro, sono riusciti ad elevarsi alle loro posizioni attuali: è quindi inutile pensare che otterranno risultati migliori, dal momento che non sono neppure in grado di avere una visione a lungo termine per il Paese. Sono in realtà i garanti della scomparsa dell'Italia.

In conclusione, la rapidità del declino è davvero mozzafiato. Continuando su questa strada, in meno di una generazione non rimarrà nulla dell'Italia nazione industriale moderna. Entro un altro decennio, o giù di lì, intere regioni, come la Sardegna o Liguria, saranno così demograficamente compromesse che non potranno mai più recuperare.

I fondatori dello Stato italiano 152 anni fa avevano combattuto, addirittura fino alla morte, per portare l'Italia a quella posizione centrale di potenza culturale ed economica all'interno del mondo occidentale, che il Paese aveva occupato solo nel tardo Medio Evo e nel Rinascimento. Quel progetto ora è fallito, insieme con l'idea di avere una qualche ambizione politica significativa e il messianico (inutile) intento universalista di salvare il mondo, anche a spese della propria comunità. A meno di un miracolo, possono volerci secoli per ricostruire l'Italia."

Autore: Dr. Roberto Orsi - London School of Economics (Fonte il nord)

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27/10/2013 - 14:57

AUTORE:
Eli

I cittadini di Pescia non ne possono più delle beghe elettorali e dei giochi politici. Se chi paga la tassa consortile e' soddisfatto del lavoro svolto come manutenzione dei piccoli e grandi corsi d'acqua sarebbe bene che i politici che vogliono usare il tema x scopi di mestiere tacessero. E' indubbio che il lavoro fatto dal consorzio del Padule sugli argini del fiume Pescia sia encomiabile, lo testimoniano le centinaia di persone che ogni giorno e soprattutto nei fine settimana passeggiano lungo il fiume. E' altrettanto indubbio che sono decenni che le amministrazioni succedutesi a governare Pescia non hanno fatto nulla di paragonabile x la tutela dell'ambiente nel territorio pesciatino. Quindi solo questo meriterebbe un silenzio dignitoso dei politici.

27/10/2013 - 9:08

AUTORE:
less

Chi come me abita a Pescia, specie in questi ultimi anni si e' reso conto della bonta' degli interventi eseguiti sul territorio dal consorzio, in primiss il recupero ed il mantenimento del percorso lungo il fiume Pescia, purtroppo siamo in Italia, amministrati da una classe politica fra le peggiori dell' universo che pensa solo ed esclusivamente ai propri interessi ed alle proprie rendite di posizione, salvo poi denunciare sulla stampa le cose (per motivi esclusivamente elettorali) una volta che le decisioni sono state prese e sono ormai definitive.

26/10/2013 - 23:36

AUTORE:
Considerazioni

Sig.Franceschi io non mi sono rivolto al consorzio dicendo che non ha lavorato bene nel tempo,il tacere ed il qualunquismo sono sue considerazioni gratuite ed il fatto di non aver amministrato non significa che si debba tacere sull'argomento.
Caro signore ,quando ho avuto bisogno di interventi circa la pericolosità di un rio di Montecatini non dragato da anni che ,con piogge consistenti,rischia sempre di esondare non sono stato contento delle risposte avute e,senza fare come lei dice,qualunquismo ho sempre pagato la mia quota che mi dà diritto a non tacere.

26/10/2013 - 22:50

AUTORE:
roberto

Roberto Franchini chi ha voluto questa riorganizzazione nei vari convegni ha sempre affermato che non verranno perse le eccellenze e le peculiarità dei consorzi sul territorio ma anzi la riforma darà nuovo impulso organizzativo e maggiore economicità al sistema"lo dicono i tuoi che paure hai ? credo che la tua sia solo necessità congressuale ,ti consiglio di verificare alcuni interventi In tempi non sospetti dei consiglieri Regionali del P.D.L e del P.D Nel merito ti ricordo che per anni ho contestato il metodo gestionale e finanziario dei consorzi in particolare del nostro Padule di Fucecchio e posso darti ragione sulla buona qualità della manutenzione del territorio, per quanto ci riguarda sono stati fatti passi da gigante alcune modifiche sono apprezzabili pure sull'applicazione del tributo non sono soddisfatto sulla gestione politica e finanziaria dell'ente e temo che specialmente queste ma non è escluso pure la parte gestionale della manutenzione, peggiori a nostro discapito con la riforma.
questa è la risposta che ho dato mezzo fb a Niccolai che vale pure per altri...

26/10/2013 - 21:11

AUTORE:
Lancillotto

Circa i lavori del Consorzio non c'è da lamentarsi. Hanno lavorato bene. Lo so sul Consorzio se ne è dette di tutte.. che era un feudo della DC...che anche il modo di eleggere i rappresentanti era feudale.. poi ci sono stati anche dei problemi giudiziari che spero si concludano nel migliore dei modi. Ma comunque secondo me il Consorzio ha sempre lavorato bene, almeno tecnicamente. Poi un riassetto generale dei consorzi sarebbe opportuno eliminando consigli, consiglieri e ciarpame vario. Comunque deve rimanere strettamente legato al territorio, specialmente per la vigilanza e parte dell'amministrazione

26/10/2013 - 18:16

AUTORE:
franceschi oliviero

Chi non ha mai amministrato un territorio puo anche sbraitare e fare del qualunquismo gratuito.
Non solo, il consorzio ha costruito una politica di coinvolgimento facendo ricadere i benefici della manutenzione del territorio e dei reticoli, CHE è SEMPRE STATA FATTA E BENE a favore di piccoli imprenditori locali e aziende agricole del territorio, quindi il beneficio è stato doppio.
Il fatto di sparare sempre su tutto cio che è pubblico fa si che chi si impegna e ben lavora venga costantemente demotivato e additato di sperperare denaro pubblico.
CHI NON SA TACCIA!
Se poi Pistoia è sempre stat lontana da noi, forse qualcosa dobbiamo rimproverarci tutti!

26/10/2013 - 11:57

AUTORE:
Condiderazioni

Diciamo che la Valdinievole è in prestito alla provincia di Pistoia per le note faccende del 1928,conta poco come del resto il capoluogo.
Il punto sarebbe l'ora di finirla con questi consorzi di Bonifica pagati dai contribuenti,lo Stato si deve far carico della manutenzione poco importa se saranno i Pisani o quelli del padule di Bientina a pensarci,troppo facile per lo Stato che si prende le tasse scaricare questo compito al pantalone italico!