La grande novità dell’apertura di Miss Italia alle forme morbide, che ha favorito l’ingresso ‘ufficiale’ della taglia 44 nel concorso, ha riscosso grande successo nell’opinione pubblica in Italia, all’estero e tra le ragazze in gara.

“L’apertura alla taglia 44 sfata il binomio assolutistico che vede la magrezza eccessiva sinonimo di bellezza – dice Patrizia Mirigliani. Potersi iscrivere al concorso senza l’incubo della taglia rappresenta una libertà in più per le nostre ragazze e un segnale importante per le donne in generale. In particolare quest’anno, il Concorso ha messo in primo piano non solo la bellezza delle miss – spiega la patron -, ma anche la loro salute, il loro benessere e il loro equilibrio psico fisico”.
Sono tanti, infatti, gli incontri con esperti del settore dedicati a questi temi che il Concorso ha organizzato collateralmente alla manifestazione. In questa serie di appuntamenti si inserisce la presentazione di domani alle 18,30, nella cornice liberty del Gran Caffè Gambrinus, del libro “Curvy. Il Lato glamour della rotondità”, edito da Mondadori e scritto dalle giornaliste Daniela Fedi e Lucia Serlenga.
“Dopo anni di dittatura estetica è arrivato il momento delle donne curvy – dicono le autrici del libro -. Se la società ha sviluppato una vera e propria forma di apartheid contro i portatori di rotondità,  in questo libro si prendono in esame il lato glamour delle curve. Sveleremo segreti, astuzie, aneddoti e storie di vita vissuta, mantenendo sempre quel pizzico di sana ironia che alleggerisce il peso in curva.
Saranno presenti all’evento la patron di Miss Italia, Patrizia Mirigliani, una delle due autrici del libro, Daniela Fedi,  la modella di Elena Mirò, Valentina Mezzetti (in foto) e la dottoressa Lisa Guidi, responsabile clinico del centro per i disturbi alimentari di Montecatini “Gli Aquiloni”.
Daniela Fedi si occupa di moda dal 1980. Ha lavorato per “100 Cose”, “Panorama”, “Linea Italiana”, “Class”, “Harper’s Bazaar” ed “Elle Italia”. Dal 1998 è critico di moda ed esperta di costume/società per “Il Giornale”: tutti i giorni in lotta con la bilancia, l’orologio e il computer. Per seguire le sfilate passa almeno quaranta giorni all’anno a Parigi, due settimane a New York, un mese e mezzo tra Milano, Firenze e Roma. Perde gli inviti, le valigie, il quaderno degli appunti e spesso la pazienza, ma neanche un chilo. In miniera è peggio però lì non si devono portare i tacchi.