Secondo weekend del mese di gennaio e proseguono gli impegni, nei rispettivi campionati, per le squadre biancorosse fra gironi di ritorno che iniziano a entrare nel vivo oppure la seconda fase già dietro l’angolo.
Ad assistere agli allenamenti delle Pink Girls, infatti, c’erano il commissario tecnico della Nazionale femminile Under16 Giovanni Lucchesi e il dirigente responsabile delle attività femminili nazionali della Fip Roberto Brunamonti.
Dopo i 6 punti e 6 rimbalzi nel match di esordio in maglia Estra Pistoia Basket 2000, per Derek Cooke Jr sono giorni importanti per conoscere al meglio l’ambiente biancorosso, entrare nei meccanismi di squadra sul campo e nell’alchimia di spogliatoio.
Secondo weekend 2025 e Silvano Fedi subito in grande spolvero, con due vittorie e ottime prove degli atleti/e scesi in gara.
Salto a due mercoledì alle 20.30 al Pala Tagliate.
Nonostante il freddo, circa trecento podisti hanno dato vita alla trentaseiesima edizione della "Scarpinata di’ granocchio", gara podistica sulla distanza di km 13,200 e ludico motorio di km 10, organizzata dalla società Podistica Aglianese e il circolino Arci.
Nemmeno a Trieste l’Estra Pistoia Basket 2000 riesce a invertire la rotta e ritrovare quella vittoria che manca da inizio novembre e incamera, nella 15° giornata di Lba, la nona sconfitta consecutiva.
Basket Femminile Pontedera - Acqua dell'elba Nico Basket 42-63
Da lunedì 20 gennaio al 30 marzo la mostra fotografica “La comunità dei muri”.
Il Museo del ricamo ospita da sabato 18 gennaio al 30 marzo l’esposizione "Trame di Sardegna".
MANIFESTAZIONE UNITARIA
COMMEMORAZIONE ECCIDIO DEL PADULE DI FUCECCHIO
28 agosto 2011
INTERVENTO DEL SINDACO: Pier Luigi Galligani
Il Sacrificio del 23 agosto 1944 è ancor oggi, a 67 anni di distanza, vivo e presente nelle nostre coscienze.
L’Eccidio del Padule di Fucecchio, è una delle più atroci stragi che si consumarono in quei giorni d’estate; 184 Vittime civili, inermi e innocenti: bambini, donne, anziani, uomini vennero barbaramente trucidati, con una violenza che inorridisce.
Per chi ha vissuto quei momenti il ricordo è scolpito in maniera indelebile nella loro mente; per molti di noi, che hanno avuto la fortuna di nascere successivamente, è stato l’oggetto dei racconti dei nostri nonni e dei nostri genitori o dello studio di libri e documenti.
A distanza di anni, si è faticosamente ricostruita la Verità storica di questo tragico avvenimento e, proprio per questo, oggi si può oggi affermare che:
- non fu un’operazione militare finalizzata a determinare l’andamento della guerra: il fronte era sull’Arno a pochi chilometri, di lì a pochi giorni le truppe alleate avrebbero liberato queste terre (a Ponte Buggianese arrivarono il 1° settembre);
- non fu un’azione contro i Partigiani; quelli presenti nel nostro Padule si erano ormai attestati sulle montagne dell’Appennino;
- non fu una Rappresaglia, anche se questa idea è circolata fra la popolazione; non ci sono episodi che richiamano questa evenienza prevista dal Comando del Generale Kesselring.
E’dimostrato che fu un deliberato atto di terrorismo di guerra!
Un atto che voleva lasciare “Terra Bruciata” dopo il ritiro delle Truppe Tedesche che, con questa strategia volevano intimidire ed eliminare qualsiasi possibilità di sostegno ai “Liberatori” da parte delle popolazioni civili.
Un atto a cui pochi soggetti locali, aderenti ad una ideologia totalitaria e tragica come è stato il Regime Fascista nel nostro Paese, dettero sicuramente aiuto e collaborazione.
Un atto (come ci ha ricordato alcuni giorni fa il Sindaco di Larciano) che ha scritto un’altra delle tragiche pagine della sciagurata seconda guerra mondiale; conflitto che per la prima volta nella storia vide cadere più vittime civili che militari.
Questo tragico avvenimento, così come altri, con caratteristiche simili, che hanno insanguinato altre parti della Toscana è, anche, elemento di alto valore storico e culturale nel complesso tessuto politico e sociale che ha marcato la storia del nostro Paese, nella prima metà del secolo passato.
L'Eccidio del Padule di Fucecchio e gli altri Eccidi perpetrati in altri luoghi d'Italia, costituiscono il substrato su cui si sono sviluppati gli ideali di Libertà, di Giustizia Sociale, di Solidarietà, di Tolleranza e di Pace, che stanno alla base del Patto unitario delle Forze antifasciste e sono il Fondamento della Carta Costituzionale della Repubblica Italiana.
Con questa Commemorazione del 67° anniversario dell'Eccidio del Padule di Fucecchio, celebriamo proprio questi Ideali e questi Valori, che vogliamo confermati, sempre più vivi e attuali.
Con queste Cerimonie vogliamo rendere testimonianza, che non deve alimentare vecchi e nuovi risentimenti, ma deve richiamare e dare nuova forza a quei valori che prima ricordavo; valori che assumono oggi maggiore importanza in questo mondo sempre più globale e sempre più difficile da capire.
Noi siamo qui per ricordare e per trarre insegnamenti!
I nostri sentimenti non devono essere di odio, di rancore, di vendetta, ma questo non deve far venire meno l’impegno alla ricerca della Verità e della Giustizia.
E’ per questo motivo che ci siamo costituiti parte civile nel procedimento penale nei confronti di alcuni responsabili dell'Eccidio. Così come altri Comuni e Istituzioni del Comprensorio, della Provincia e della Regione, oltre ai parenti delle Vittime
La recente sentenza del Tribunale Militare di Roma di condanna esemplare è stata accolta con profonda soddisfazione ed il risultato è dovuto anche alla serietà, tenacia e professionalità del Procuratore militare della Repubblica Dott. Marco De Paolis e dal lavoro dei nostri Avvocati coordinati dall’Avv. Massimo Brancoli.
E anche in questa occasione, così come ho già fatto in altre circostanze, voglio sottolineare come la nostra azione sia stata ispirata, fondamentalmente, da un profondo senso di giustizia e di dignità e vuole significare, anche se a distanza di anni, un giusto riconoscimento del sacrificio di persone inermi vittime delle stragi, accumunati dallo stesso spirito e facendosi interpreti di un sentimento condiviso dalla popolazione a partire dai superstiti e dai familiari.
Finalmente questa sentenza contribuisce a dare una risposta a quella ricerca della Verità, che prima ricordavo e che in passato non si è perseguita fino in fondo e di cui non va sottovalutato il valore storico, che prevale sugli effetti della condanna nei confronti di imputati al crepuscolo della vita.
La voglia della verità deve essere altrettanto forte e determinata verso chi tenta di revisionare i fatti storici, con lo scopo di giustificare o di valorizzare chi ha parteggiato o agito contro la libertà e la democrazia. Gli atti volti ad equiparare i combattenti della libertà con i combattenti in difesa della dittatura e della violenza (come oggi si tende a fare) sono da denunciare come attacchi alle nostre regole costituzionali. Quel complesso di Principi e di Regole che ha reso possibili questi anni di pace, di cooperazione, di sviluppo e di benessere.
Ciascuno di noi ha quindi un compito da svolgere: rendere testimonianza di quei drammatici giorni del 1944, dove enorme è stato il contributo di sofferenza e di sangue, nella consapevolezza che nessuna cultura, nessun futuro per i popoli nasce nel vuoto di memoria e nel deserto dei valori.
I moniti come quello scritto sul muro del lager di Dachau e spesso richiamato da Primo Levi: "chi ignora la storia sarà costretto a riviverla", devono far riflettere sui doveri a cui tutti siamo chiamati.
Oggi che, rispetto ai fatti che si ricordano si sta superando lo spartiacque fra storia e memoria, il nostro dovere morale è tenere vivo il sentimento di chi ha subito ed ha vissuto quelle tragiche esperienze che hanno segnato la loro vita.
In una stagione in cui tornano gli spettri del razzismo e dell'intolleranza, in un mondo dove da più parte regna l'oppressione e di nuovo si muore e si uccide in guerre etniche e di religione, la responsabilità dell'educazione delle nuove generazioni diventa per ciascuno un impegno primario; educhiamo i nostri figli sulla necessità del rifiuto assoluto della violenza, della guerra, del sopruso e dell'arroganza. Ricordando, però, il Monito di Sandro Pertini: “I giovani non hanno bisogno di sermoni, i giovani hanno bisogno di esempi…”
Prendiamo lezioni dalla storia che non può mutarsi, dal sacrificio delle vittime ricaviamo la forza per affermare i valori dell'unità, dell'armonia e della concordia, perché un popolo progredisce soltanto se capace di trarre dalla storia lezioni di pace, di giustizia e di libertà.
NEGLI ALLEGATI GLI ALTRI INTERVENTI