All’Ippodromo Snai Sesana di Montecatini Terme ultima riunione in notturna della stagione con un sabato che ha regalato tante ‘Emozioni’ come nelle premesse.
Classico appuntamento di inizio stagione quello andato in scena ieri sera, giovedì 5 settembre, in una delle splendide serre di “Toscana Fair” per presentare staff tecnico e squadra ai membri del Consorzio Pistoia Basket City.
Splendide notizie per l’Atletica Pistoia.
Mancano tre giorni alla 46^ edizione del Gp Industria & Artigianato di Larciano, corsa di categoria Pro organizzata dall'Uc Larcianese.
Tutto pronto per i Campionati Italiani Juniores di Bocce 2024 femminili e maschili della specialità Raffa.
Dopo la pausa estiva riparte il programma degli allenamenti gratuiti organizzati dal Montecatini Calcio.
All’Ippodromo Snai Sesana di Montecatini Terme primo appuntamento di settembre e penultima riunione di trotto in notturna.
Dal 5 settembre il 45° Rally Città di Pistoia, entra nel vivo, con l’apertura delle iscrizioni, periodo che si allungherà fino al 25 settembre.
"Una volta bastava un chiodo" è il titolo della mostra collettiva.
Inaugurazione venerdì 6 settembre alle ore 17.30 nelle Sale Affrescate.
Il Sole per tutt* e Rifondazione Comunista intervengono sui collegamenti Doganaccia-Lago Scaffaiolo.
"Nelle settimane scorse si è tenuta a San Marcello Pistoiese una partecipata e vivace assemblea avente per tema il paventato nuovo progetto di funivia che andrebbe a collegare la Doganaccia al Lago Scaffaiolo. Promotore dell'incontro il comitato ''Un altro Appennino è possibile versante toscano'', che si è costituito lo scorso luglio e che vede la partecipazione di oltre trenta associazioni a vario titolo interessate alla difesa e alla valorizzazione del territorio montano.
Sul modello del processo già innescato sul versante emiliano, parimenti minacciato da progetti tanto impattanti quanto discutibili, queste associazioni si sono unite per esprimere la loro contrarietà alla nuova funivia e hanno lanciato una piattaforma di proposte alternative per uno sviluppo della montagna che non sia dissipativo in termini di risorse economiche e naturali, che sia adeguato ai tempi e che risponda alle esigenze reali delle comunità locali.
Condividiamo pienamente le preoccupazioni, le perplessità e i dubbi avanzati dal comitato nel corso dell'assemblea e, data la notevole importanza che un simile intervento andrebbe ad assumere per il futuro del nostro territorio, riteniamo doveroso esprimere pubblicamente la nostra ferma contrarietà alla realizzazione di un'opera anacronistica e assai dispendiosa.
Noi siamo contrari alla costruzione di questa autentica “cattedrale nel deserto”, inutile all’economia della montagna e distruttrice di tanta biodiversità. La nostra posizione si sostanzia sulla base di una serie di considerazioni di carattere locale e di ordine generale. In primo luogo, un'opera ideata oltre 30 anni fa per il turismo invernale non risponde più alle mutate condizioni climatiche dell'Appennino, ove impianti di questo genere sono ovunque in crisi ed in via di dismissione.
La funivia è stata promossa come un'opportunità di sviluppo per la montagna, ma noi ci chiediamo, chi potrebbe effettivamente trarne beneficio? Forse gli sciatori, i quali però una volta giunti in quota dovrebbero percorrere a piedi 700 metri per raggiungere le piste sul versante emiliano? Non ne gioverebbe un'area – quella del Lago Scaffaiolo – che non è attrezzata e non dispone dei servizi necessari per sostenere l'afflusso di persone che è stato previsto in sede di progetto di fattibilità.
Non è stata inoltre valutata la necessità di realizzare adeguate infrastrutture quali parcheggi, strutture ricettive – che comunque dovranno essere realizzate - e vie di accesso per i mezzi pesanti che dovranno essere impiegati nel corso dei lavori (col relativo impatto ambientale e paesaggistico di tutte queste nuove costruzioni, edificazioni, invasioni).
Ci saranno gravissime conseguenze ambientali e sul paesaggio e lo sappiamo già. Basti ricordare i diversi pareri negativi sul progetto espressi dalla Sovrintendenza, che sono stati fin qui totalmente ignorati. D'altra parte l'area in cui verrebbe realizzata una parte rilevante dell'opera, ricade in una Zsc (zona speciale di conservazione) facente parte della Rete Natura 2000 per la presenza di habitat e specie di particolare valore conservazionistico. Incredibilmente il progetto, pur risultando tecnicamente attuabile sul piano legale, non tiene in considerazione alcuna un’ampia gamma di prescrizioni legislative che vanno dalle norme sul governo del territorio a quelle sulla conservazione della biodiversità e alla disciplina paesaggistica.
Per non parlare dei costi: inizialmente previsti in 5 milioni di euro e già più che triplicati in fase di piano di fattibilità: ai quasi 16 milioni di euro preventivati (ma certamente non sufficienti) per la sola realizzazione della funivia andranno sommate le spese di manutenzione che graveranno per gli anni a venire sulle casse degli enti pubblici e quindi, in definitiva, sui cittadini. Questo in un quadro in cui il settore sciistico nella montagna pistoiese, ma più in generale su tutta la dorsale appenninica, si sostiene solo grazie a sostanziose sovvenzioni pubbliche.
Facciamo fatica a comprendere quale sarebbe l'utilità pubblica di un'opera che andrà a favorire esclusivamente progettisti, ditte esecutrici (non residenti nella montagna pistoiese) e la società (privata) che gestirà l'impianto in assenza di qualsivoglia rischio di impresa. Ma noi siamo anche quelli del SI: chiediamo che si pensi finalmente un progetto complessivo per la montagna che, senza grandi opere calate dall’alto, ponga le premesse per uno sviluppo sostenibile e rispettoso dell’ambiente a vantaggio dei residenti, che vedono continuamente ridotti e smantellati i servizi di base; di pochi mesi fa la notizia del taglio del 16% delle corse degli autobus in provincia di Pistoia, riduzione che colpirà soprattutto i territori collinari e montani, per non parlare del graduale, inesorabile, smantellamento dell’ospedale di San Marcello o dei tanti edifici di proprietà privata che potrebbero essere ristrutturati e dati in gestione a società locali per il rilancio di tante attività, anche produttive.
Facciamo un appello affinché una riflessione su questo tema sia condivisa anche all'interno degli enti locali e delle forze politiche del territorio pistoiese".